Perché è importante la flesso-estensione nel cavallo
LO SVILUPPO della funzione di flesso-estensione riguarda sopratutto i posteriori del cavallo perché è il loro impegno a provocarel’estensione corretta degli anteriori. Questo tema è stato recentemente trattato, ad uso umano, in un convegno organizzato dal dott. Gianluigi Giovagnoli, responsabile federale FISE per il benessere del cavallo.
Il conferenziere era il Prof. Vincenzo Canali, professore di biomeccanica all’Università di Parma e molto noto per essere il preparatore atletico di alcuni campioni tra cui il saltatore Gibilisco.
Il tema, trattato in modo scientifico seppur per una durata troppo breve, mi ha stimolato ad approfondire l’argomento che sarà trattato, riferito al cavallo, in un prossimo convegno in fase di organizzazione da parte della FISE.
La funzione di flesso-estensione è di un’importanza capitale perché presiede all’equilibrio ed alla locomozione del cavallo. L’estensione dipende dalla flessione perché è questa che dispone le leve posteriori del cavallo in modo che la forza risultante(sulla bisettrice degli angoli articolari) vada in direzione utile per il movimento richiesto.
Nella meccanica del cavallo è l’oscillazione della colonna vertebrale che determina il movimento attraverso, appunto, la flessione delle articolazioni posteriori.
A sua volta, l’oscillazione della colonna vertebrale è stimolata dal movimento dell’incollatura; un po’ come, nell’uomo, il movimento delle braccia. L’oscillazione della colonna favorisce la flessione delle articolazioni alte, lombo-sacrale e coxo-femorale che provoca la rotazione del bacino: essa determina l’abbassamento delle anche. Poiché il punto di equilibrio sul treno anteriore, posizionato a ¾ della spalla, è fisso, abbassando le anche si porta la linea dell’equilibrio del cavallo prima in posizione orizzontale (equilibrio di base) e poi in salita (riunione).
La corretta flessione delle articolazioni alte, lascia ai garretti ed alle ginocchia (che sono solidali) il solo compito di spingere in avanti che potranno, quindi, svolgere nel migliore dei modi e senza sforzo.
Vediamo ora attraverso quali esercizi si può sviluppare la funzione di flesso-estensione. Sicuramente alle andature basculate, passo e galoppo, perché l’oscillazione è massima.
Al trotto, soltanto nelle transizioni e nell’esercizio sulle barriere ed i cavalletti.
Ma, poiché i muscoli si sviluppano quando si contraggono, sarà sempre necessario il leggero contatto della mano.
L’andatura che favorisce maggiormente lo sviluppo della funzione è il passo allungato, nella sua massima estensione, effettuato preferibilmente su di un terreno consistente (ottimo l’asfalto), perché obbliga il cavallo ad appoggiare bene a terra i quattro piedi evitando le compensazioni che il cavallo effettua con la rotazione o con l’appoggio
laterale dei piedi posteriori.
Il passo ha il vantaggio che può essere protratto per lungo tempo: ai primi dell’’800, nelle scuderie da corsa, i cavalli in allenamento passeggiavano, dietro ad un caposezione che faceva l’andatura, fino a sei ore prima di andare in pista a galoppare.
In ambito militare si organizzavano delle gare al passo.
Federico Tesio giudicava i cavalli dalla lunghezza del passo.
Naturalmente, il presupposto perché l’esercizio funzioni è che la mano del cavaliere vada con la bocca del cavallo; inoltre è importantissimo che la funzione si sviluppi in modo uguale dalle due parti.
Il lavoro in circolo permette di pareggiare le funzioni mettendo all’esterno il posteriore che ha la funzione meno sviluppata.
Oggi, purtroppo, la diffusa ignoranza della meccanica del cavallo porta moltissimi cavalieri (o pseudo tali) a bloccare, anziché svilupparla, la funzione essenziale dell’incollatura: credono che l’incollatura debba essere tenuta in una posizione quando è vero il contrario.
E’ l’impulso che deve determinarne la posizione.
Ma anche gravissima è la responsabilità delle federazioni che ammettono l’uso delle redini ausiliarie, veri e propri strumenti di tortura, dannosi per i cavalli e per i cavalieri che, a cavallo, resteranno per sempre dei “poveracci”.