Napoli, Goethe e il Freccia di Agnano
“Napoli si annuncia libera, allegra e vivace: una folla immensa di gente corre alla rinfusa. Il re è a caccia, la regina attende il lieto evento. Tutto va per il meglio.”
Vorrei essere lì domenica; mi piacerebbe partire come fece Goethe che in una notte del 1786 improvvisò una fuga, presentò un passaporto con un nome che non era il suo, ma di un certo Philipp Möller, e se ne andò con una carrozza di posta. Voleva essere libero, cambiare identità per ritrovare paradossalmente se stesso e la sua creatività e solo quando fu arrivato a Napoli si sentì a casa. Dimenticando chi era, indagò, ricercò la bellezza dei classici lasciando perdere la sontuosità del barocco. Voleva “smarrirsi in regioni del mondo” e nel suo viaggio in Italia, che durò quasi due anni, attraversò l’intera penisola e Napoli lo colpì tanto da scrivere che in nessun altro posto aveva provato “impressioni incancellabili” come quando si era spinto fin sul Vesuvio.
E se i cavalli che ho potuto ammirare nel mio precedente viaggio, di cui ai giorni nostri potete godere anche voi, sono quelli del Canova in Piazza del Plebiscito, lo scrittore contemplò invece al suo tempo la Testa di Cavallo di Donatello ancora nel cortile di Palazzo Carafa in una nicchia, così come era stata prima a Firenze e ora conservata al Museo Archeologico Nazionale. Questa scultura, probabilmente parte di un progetto più ampio che Donatello non terminò, come si evince dal taglio obliquo alla base del collo, è stata per anni il simbolo di Napoli (prima di essere sostituita dal ciuccio) ed è legata persino al nome di Virgilio da una leggenda. I napoletani si appropriano delle sculture equestri al di là del loro valore artistico, rendendole parte della cultura popolare e facendogli assumere un carattere salvifico o magico.
Nel suo Viaggio in Italia visitò Firenze in sole tre ore, considerò Venezia sudicia, trascurata e se pensò Roma adatta allo studio, nelle lettere da Napoli scrisse che qui “si desidera soltanto vivere. Ci si scorda di noi e del mondo” e così vorrei fare io all’Ippodromo di Agnano.
Con la corsa della Lotteria spostata a Ottobre, domenica 8 Maggio si correrà la Gran Freccia d’Europa e il premio Regione Campania, e non saranno solo i campioni a sfidarsi sulla sabbia, ma sarà un ritrovo per famiglie. L’ippodromo di Agnano, questo mare di verde in festa, decide di non cedere spazio alla crisi dell’ippica e in quest’ottica di rinnovamento si apre ai bambini con una mostra sulle farfalle al Parco e alle donne mediterranee che non mancheranno di valorizzare la loro bellezza con vestiti e cappellini indossati per l’occasione.
Goethe fu colpito dalla bellezza di Napoli ma anche dal temperamento dei suoi abitanti influenzato dal luogo in cui vivono, stretti tra un mare che bacia infinite volte le coste del suo Golfo con la sua onda cristallina e l’energia distruttiva del Vesuvio: uomini e donne nati nel punto esatto in cui “la terribilità è contrapposta al bello, il bello alla terribilità”; queste contraddizioni nell’animo degli abitanti di Napoli si annullano per lasciar spazio a un “sentimento di indifferenza”, una vita “senz’affanni”. Credo che anche il trotto partenopeo risenta del carattere dei suoi spettatori, della festosa partecipazione lungo la pista e che questo entusiasmo amplifichi la bellezza di una corsa resa già appassionante dalla velocità dei cavalli, al di là dell’agonismo e della competizione della gara.
Ma non furono gli unici cavalli che Goethe vide a Napoli: nella grande passeggiata dell’aristocrazia scrisse di non aver mai visto nulla di più elegante di quegli animali: “È la prima volta in vita mia che, al vederli, mi si apre il cuore”, e se quelli che vide erano i cavalli napoletani, con la loro possenza ed eleganza, non si può dubitare del suo stupore.
Anche domenica ad Agnano la parata di cavalli che correrà ci lascerà senza fiato. Per il premio Regione Campania Maschi sono 14 i cavalli in lizza, con il rientro del derbywinner Charmant de Zack; 10 invece le partecipanti tra le femmine con la velocissima Cherie Ek che potrebbe scattare al comando e tentare di respingere sul percorso i tentativi di un’avversaria molto forte come Clarissa. Undici trottatori si sfideranno alzando la terra che è stata battuta dai più grandi i grandi campioni del trotto, francesi, americani e i nostri italiani Birbone, Tornese, Crevalcore, Top Hanover e il mitico Varenne per il Gran Premio Freccia D’Europa. Blackflasch Bar lotterà contro il potente Bengurion Jet e un finisser come Bleff Dipa, dimostrando le sue ottime doti come velocista anche correndo al largo. Questa cavalla ha dimostrato di non volersi arrendere e di dare il meglio di sé proprio nelle difficoltà e lo ha fatto nelle maggiori corse italiane lottando contro i maschi e sono certa che saprebbe “aprire ancora il cuore” anche a Goethe se potesse assistere alla corsa.
La Gran Freccia sancirà la fine di un periodo che ci ha tenuto distanti e ci distrarrà dalle paure raccontate dalla televisione in questi giorni. Vorrei essere a Napoli, ma tornerò ad ottobre per la Lotteria e so che chi sarà ad Agnano domenica ripeterà l’esperienza di Goethe: “L’uomo intanto che vive là si abbandona alla gioia; e da parte nostra, non mancammo di fare altrettanto.”
( grazie a Paolo Allegri per la sua preziosa collaborazione)