La Lega Ippica su Rappresentanza e Ministro
IL COMITATO Pre-Lega Unione Ippia Italiana comunica “Da più parti ci vengono appelli all'unità e nessuno meglio di noi sa quanto sia importante la comunità di intenti dell'ippica di fronte alla politica. Ma ogni giorno che passa, e ad ogni comunicato della cosiddetta Rappresentanza Unitaria, ci rendiamo conto di quanto sia impossibile... Dottor D'Alesio, lei conclude sempre i suoi documenti con una frase molto bella: “L'ippica non può e non deve morire”. Su questo siamo d'accordo, è facile mettersi tutti insieme. Quello che ci divide è la strada che vogliamo percorrere perché ciò non avvenga. Perché questo è bene che sia chiaro a tutti: sul tavolo ci sono due disegni, il primo è quello delle associazioni e della vostra R.U., che vuole il montepremi garantito (ma non muovete un dito di fronte ai premi da 800 euro che noi chiamiamo “miseria garantita”), un'ippica statale legata alle pastoie della politica e, magari... una poltrona garantita; il secondo è quello legato alla privatizzazione, per cui le aziende e gli operatori che lavorano e producono, lo fanno per se stessi e per il sistema all'interno del quale operano, e non per mantenere i privilegi degli altri.
“La drammaticità del momento – recita il comunicato della R.U. -, l’entrata in vigore del 'pessimo' Decreto del 31 gennaio e la chiusura ormai conclamata dell’ex Assi/Unire necessitano un’assunzione di grande responsabilità da parte del MEF nella persona del Sottosegretario Ceriani per definire subito il saldo delle nostre spettanze indispensabili alla sopravvivenza di un settore ormai giunto allo stremo; subito dopo, con grande disponibilità, tratteremo gli altri temi inerenti la gestione e il rilancio del settore. Restiamo in attesa di urgentissima convocazione”. Insomma, ancora una volta è il Mef che deve prendersi le responsabilità delle malefatte del Ministro Catania e di un'Assi per la cui soppressione con chiusura dei bilanci in pari si è dovuta versare la cifra non indifferente di ben 80 milioni di euro alla Cassa Depositi e Prestiti. Guarda un po', sono quasi tutti quelli che ci sono venuti a mancare...
E poi: “restiamo in attesa di urgentissima convocazione”... Ma veramente si può dire tutto e il contrario di tutto... Dottor D'Alesio, ma se lo ricorda o no che, il giorno 13 febbraio, al termine di una vostra riunione, avete emesso un documento nel quale dichiaraste di non voler partecipare al tavolo del Mef? E, poi, convinti di poter ottenere chissà cosa nell'incontro del 28 con il Ministro Catania, avete avuto anche il coraggio di chiedere il posticipo dell'incontro al Mef del 22! E come mai avete cambiato idea? Forse perché con il dicastero agricolo e il Ministro Catania non siete riusciti a cavare un ragno dal buco? E ora pretendete che le castagne dal fuoco le levi il sottosegretario Ceriani che, dimostrando grande sensibilità, è giusto ricordarlo, il 1^ febbraio a Roma, giorno della manifestazione nazionale, aprì un tavolo per dibattere dei problemi del settore poiché il Ministero dell'Agricoltura non aveva intenzione di ricevere nessuno?
All'inizio del vostro comunicato, dottor D'Alesio, dopo aver espresso il vostro rammarico per il rinvio dell'appuntamento al Tavolo del 7 marzo, parlate di “un incontro fortemente voluto dal Ministro Catania e da questa rappresentanza unitaria”: meno male che ora è fortemente voluto, dopo quello che avete dichiarato il 13 febbraio... E il Ministro Catania, che si auto invita, perché lo fa? Per chiedere scusa al Mef dopo aver detto che è stato costretto, sotto ricatto, a firmare il Decreto “zozzeria” che, lo ricordiamo, è stato pubblicato su carta intestata del Ministero dell'Agricoltura? Ricapitoliamo: il ministro dichiara di non aver letto il documento che ha firmato e poi dice che lo hanno ricattato per farglielo firmare. Al di là dell'inaudita gravità delle affermazioni del ministro, ci chiediamo: come si fa a ricattare uno per costringerlo a firmare una cosa che non ha letto e di cui, quindi, non può né condividere né rifiutare i contenuti? Ma un minimo di senso del ridicolo... Lo stesso che bisognerebbe avere di fronte ad un leader che un giorno proclama lo sciopero (D'Alesio per la R. U. il 13 febbraio) e tre giorni dopo dichiara che si farà paladino dell'annullamento dello sciopero da lui stesso dichiarato. In conclusione, “L'ippica non può e non deve morire”, ma perché non muoia, dottor D'Alesio, secondo noi devono morire l'assistenzialismo, i poltronifici e i parassiti che si sono nutriti per anni sulle spalle del lavoro degli operatori. Fortunatamente la campagna elettorale del Ministro Catania è finita, anche perché eravamo un po' stanchi di andare in giro con gli striscioni. Della sua, di campagna elettorale, dottor D'Alesio, l'ippica non ha bisogno...