Un Viaggio nell'equitazione moderna e non solo....alle Vie di Ortensia
Sono stati tre giorni dedicati alla formazione e all’approfondimento quelli organizzati presso la “scuola di equitazione di campagna” Le Vie di Ortensia (leviediortensia.com), che si trova sui monti pisani, nel Comune di Calci, fondata e gestita da Martina Saviozzi.
Venerdì 20 settembre una serata introduttiva e di avvicinamento al mondo del cavallo, durante la quale Simone Soldani e Riccardo Balzarotti hanno parlato della storia e dell’arte che tanto e da sempre ha subito il fascino di questo meraviglioso animale.
Sabato 21 è scesa in campo Giulia Gaibazzi e la sua “Equitazione in Armonia” (equitazioneinarmonia.it) per lavorare con otto binomi in full immersion dalle 9 alle 18.
Domenica 22 sempre dalle 9 alle 17, il tema è stato quello del viaggio a cavallo, con Paola Giacomini, viaggiatrice ed esperta guida Alpitrek che ha raccontato le sue esperienze di viaggio nella prima parte, mentre il pomeriggio è stato dedicato alla preparazione di materiale d’emergenza.
MARTINA SAVIOZZI è una guida ambientale escursionistica e equestre professionale con abilitazione rilasciata da Regione Toscana e istruttore di campagna di terzo livello ACSI. All'interno di Equitazione in Armonia Academy si occupa della formazione Accompagnatori e Guide Equestri. Le chiedo di spiegare ai lettori di Cavallo2000 come è nato il suo centro, e qual è la filosofia che lo anima.
Che cosa è Le Vie dell’Ortensia?
Le Vie di Ortensia è un progetto al quale ho iniziato a pensare nel periodo del covid: nasce ufficialmente a maggio 2023. Il nome dell’associazione è stato dedicato alla mia cavalla compagna di viaggi e avventure dei miei 10 anni di formazione. A partire da questo autunno ci sarà una scuola di equitazione di campagna legata alla filosofia di equitazione in armonia per quanto riguarda la gestione la doma e addestramento del cavallo (e quindi avrà una visione molto ampia che parte dalla gestione naturale, a lavoro in libertà fino alla messa in sella). L'altro aspetto a cui si lega l'associazione è quello delle escursioni e trekking a cavallo.
Qual è l’obiettivo che si pone l’associazione?
L'obiettivo è quello di diffondere un'equitazione che si svolge in un contesto di amore nei confronti del cavallo e che rispetti quanto più possibile il suo stile di vita naturale. Alla base sarà fondamentale la relazione con il cavallo per poi poter lavorare da terra o da sella. L'altro obiettivo è di far acquisire a quante più persone possibili autonomia e sicurezza nei viaggi a cavallo.
Come si struttura la collaborazione con Giulia Gaibazzi ed Equitazione in Armonia?
Le Vie di Ortensia è partner di Equitazione in Armonia, insieme infatti teniamo corsi di formazione professionale e sportiva nell’ambito equestre, grazie a progetti proprio con Regione Toscana e ovviamente ad ACSI, ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI, per il quale lavoro nella formazione dell’equitazione di campagna.
Proprio da quest’anno io e Giulia abbiamo vinto con la Regione Toscana il bando dell'Agribusiness per la figura di addetto alla cura alla preparazione e allenamento del cavallo ed abbiamo messo su una classe di 15 allievi. Il corso è iniziato il 25 luglio e i ragazzi hanno già svolto una settimana intensiva di lezioni a Parma.
Com’è nata l’idea di questi tre giorni?
L’idea della tre giorni è nata l’anno scorso ridendo e scherzando con Simone Soldani... Che voleva promuovere la cultura equestre per dare una visione ancora più ampia e far capire quanti temi si possono toccare con il cavallo.Da lì io ho aggiunto gli stage con Giulia e Paola.
Non c’è tempo da perdere: Martina deve preparare i suoi biondi Haflinger per le lezioni con Giulia, gli allievi sono già arrivati, qualcuno con il proprio cavallo, e pronti a essere osservati, corretti e indirizzati dall’occhio infallibile di Giulia. Il suo lavoro non si limita alla “lezione in campo”, ma parte molto prima, e comprende tutti gli aspetti che riguardano il benessere del cavallo, e la migliore disposizione verso il lavoro con il cavaliere.
GIULIA GAIBAZZI è nata a Parma nel 1986, biologa, lavora come istruttore itinerante di equitazione tenendo stage in tutta Italia e all’estero. Addestra cavalli ed è consulente riguardo le varie tematiche di Gestione Naturale e pareggiatore Barefoot. Dal 2022 è responsabile nazionale per la formazione nel settore equitazione in ACSI APS, Ente di Promozione Sportiva riconosciuto dal CONI, dal CIP e Associazione di Promozione Sociale e Rete Associativa del Terzo Settore iscritta al RUNTS. Ha scritto Guida al rispetto del cavallo. Garantirne il benessere psicofisico: gestione, relazione, equitazione (Equitare).
Sono molto curiosa di vedere Giulia lavorare con cavalli e umani: la giornata è strutturata con lezioni singole della durata di circa un’ora. Mi siedo a bordo campo e osservo.Non sempre chi ha una forte empatia con i cavalli, riuscendo a comunicare perfettamente con loro, sa fare altrettanto con gli esseri umani che, diciamo la verità, spesso sono creature assai più bizzarre e di difficile maneggiamento. Non è il caso di Giulia, che possiede entrambe le doti. Parla lentamente, in modo chiaro e comprensibile, il suo tono di voce rassicura cavallo e cavaliere, mettendoli entrambi nel migliore stato di calma per lavorare.
Raramente si incontra un’istruttrice con una competenza così completa sul cavallo, che parte dal suo stato di salute, fisica e psicologica fino ad arrivare alle più raffinate nozioni dell’“arte equestre” (e non scomodo Oliveira a caso), capace al tempo stesso di entrare in sintonia con le persone: poche indicazioni, precise, mai scoraggianti o svilenti, mai si alza il tono della voce, sempre suggerite in chiave positiva; e gratificazioni: a dimostrazione del fatto che sono alla base di qualsiasi buona relazione che voglia basarsi sulla fiducia. Questo non significa non correggere, tutt’altro, significa far sì che l’errore diventi un’occasione di crescita e acquisizione di consapevolezza, in questo caso senza distinzione alcuna fra umani ed equidi
.Attendo la fine delle lezioni per poter fare qualche domanda a Giulia, quando finalmente stacca gli occhi e la mente dai suoi allievi e può rilassarsi, ci sediamo sotto agli ulivi.
Che cos’è Equitazione in Armonia?
È sicuramente un metodo di equitazione, ma che prende in considerazione tutti gli aspetti della vita del cavallo in ambiente domestico, compresa la relazione con l’uomo. È un’equitazione che punta al benessere analizzando il complesso della vita del cavallo e di come percepisce appunto la relazione con l’uomo.
Perché è importante il lavoro da terra?
È importantissimo perché per i cavalli è molto più difficile organizzarsi con un cavaliere sul dorso, quindi per loro capire quello che viene richiesto è più facile senza il peso e con una comunicazione da terra, dove tra l’altro ci possono vedere meglio ed è molto importante per la persona perché impara a coordinare il proprio corpo che non è affatto scontato, da terra, figuriamoci da sella.
Benessere del cavallo al centro: che cosa cambia per il cavaliere?
Mettendo al centro il benessere del cavallo il cavaliere deve veramente sviluppare una relazione basata sull’ascolto, con la volontà di comprendere il proprio cavallo, anche con le difficoltà che questo comporta, ma per contro con l’enorme piacere di poter sviluppare una relazione veramente a due.
Tu oggi hai parlato di “basi”, quali sono?
Dipende da che punto di vista parliamo. Oggi abbiamo parlato di basi equestri, ma in altre occasioni le basi partono dal valutare lo stile di vita del cavallo. Quindi se mi viene presentato un cavallo che ha delle gravi carenze nel suo benessere e nel suo stile di vita la priorità è sistemare quello. Oggi abbiamo potuto parlare invece di basi equestri perché ho trovato dei cavalli sereni, che stanno bene in un ambiente ottimale per loro (i cavalli di Martina vivono al pascolo nda). Le basi dell’equitazione dunque comprendono sia quelle del cavallo che quelle del cavaliere: siamo addestratori ma anche istruttori quindi guardiamo entrambi. Per esempio la scioltezza dell’assetto, l’allineamento, come saper coordinare gli aiuti per il cavaliere, imparando ad essere efficaci, ma piccoli, lavorando sulla discesa di aiuti. Per il cavallo abbiamo fatto una piccola sequenza di richieste che corrispondono a una rettitudine di base, per alleggerire gli aiuti e raggiungere la calma e la sua volontà di lavorare con noi.
Hai citato spesso l’importanza delle pause, e della lentezza. Perché?
Le pause sono fondamentali per gratificare il cavallo, per fargli capire che cosa vogliamo da lui, farlo sentire al centro della relazione, e quindi sono irrinunciabili. Invece la lentezza è una questione di organizzazione propriocezione corporea quindi se dobbiamo lavorare sulla consapevolezza del movimento del cavallo iniziamo e lo rifiniamo anche, sempre nella lentezza; tra l’altro spesso la lentezza agisce sulla muscolatura più profonda e anche più difficile da attivare, dando anche al cavallo la possibilità di scegliere. Andando nella lentezza il cavallo ha modo di pensare molto di più al movimento che sta compiendo e alla sua risposta, che diventa così più vera e consapevole.
Come hai iniziato il tuo percorso?
Ho iniziato da bambina con una passione sotto la pelle, andavo ovunque, a toccare, vedere, respirare i cavalli. Poi ho avuto una velocissima carriera nel salto ostacoli da cui sono stata presto esclusa perché i miei genitori non mi hanno comprato il pony e questa credo sia stata la mia fortuna. Questo mi ha permesso infatti di rimanere in un ambiente che ha risaltato le mie doti di sensibilità verso il cavallo che certo non sarebbero state altrettanto valorizzate, Né avrebbero potuto svilupparsi allo stesso modo, nel mondo del salto.
Cavallo dominante, cavallo che si difende, oggi abbiamo potuto vedere anche questo concetto…
Diciamo che il termine cavallo dominante viene decisamente abusato nel nostro ambiente. Oggi abbiamo visto un cavallo che ha provato a darmi un calcio quando io ho aumentato le pressioni ma chiaramente perché ha sentito la necessità di difendersi dall’uomo, quindi questa non è una dominanza, è una difesa. La mia reazione è stata di estrema calma, mi sono fermata, l’ho rassicurato, a un occhio esterno questa mia reazione sarebbe potuta sembrare addirittura di rinforzo. Invece questo cavallo ha reagito benissimo, permettendomi di rimettere le pressioni senza più la necessità di difendersi. La dominanza viene spesso interpretata anche nei cavalli confusi, appena il cavallo ci dice “no”, oppure “aspetta, non ho capito” subito viene etichettato come cavallo dominante, mentre molto spesso semplicemente non ha capito; oppure ha dei validi motivi per dirci di no che andrebbero capiti e ascoltati invece di essere catalogati così superficialmente, primo fra tutti valutare lo stato di salute.
Qual è la cosa più importante da cui non si può mai prescindere?
Questo è molto soggettivo, io posso dire la mia personale, anzi ne dirò due. Una è mantenersi sempre fedeli ai propri principi etici, credo che i cavalli abbiano bisogno di questo, visto che abbiamo già molti professionisti che accettano compromessi, tra quello che sarebbe giusto fare e quello che conviene fare… i cavalli hanno bisogno di chi fa quello che va fatto per il loro bene. La seconda cosa, davvero mia personale, è che deve sempre rimanere l’amore per il cavallo con cui sto lavorando, anche se si tratta di un cavallo che magari non incontrerò mai più nella mia vita, devo vederlo mentre siamo in campo, toccarlo, stare con lui, nello spazio. Questa è l’unica e principale cosa che non devo mai perdere nella mia vita professionale.
Rispetto di principi etici basati sul benessere del cavallo e amore, Giulia ha scelto bene i pilastri che sottendono al suo lavoro e costituiscono elementi irrinunciabili per lei sia nell’approccio professionale che personale, che certo non possono essere scindibili.
È stata una giornata intensa e costruttiva: gli allievi che hanno potuto ricevere i consigli e le attenzioni di Giulia hanno imparato, o iniziato a farlo, qualcosa che non si trova in giro facilmente: la consapevolezza dei propri gesti, l’ascolto del cavallo come punto di partenza per qualsiasi attività si voglia fare con lui, sia una semplice passeggiata, da terra o da sella, che lavoro in piano o di dressage fino anche ad attività più impegnative, sempre dalla relazione occorre partire, se si desidera un compagno sereno e collaborativo, che volentieri a sua volta si metterà in ascolto delle richieste del suo cavaliere.Grazie Giulia, e grazie Martina per aver organizzato questa giornata, che certo resterà nella memoria di chi ha avuto la fortuna di averla vissuta.