Gli inglesi: I campioni non nascono dai campioni
UNO STUDIO eseguito da Alok Jha, corrispondente scientifico del quotidiano inglese The Guardian, ha dimostrato che la qualità dei genitori influisce solo per 10% sulla riuscita in pista di un purosangue. Gli investimenti spesso cospicui, si parla di milioni di sterline, affrontati in questo campo da proprietari e allevatori possono risultare infatti del tutto improduttivi. Chi possiede uno stallone richiesto per il suo seme può guadagnare anche 25 milioni di sterline all’anno, ma non è detto che quanti si espongono a esborsi così rilevanti abbiano riscontri lusinghieri.
La ricerca di Alok Jha mette in serio dubbio che la qualità dei genitori prevalga su altri fattori, come la selezione dell’allevamento, che deve possedere tutte le caratteristiche necessarie per garantire la buona crescita dei soggetti, o l’abilità dell’allenatore e non ultima la perizia dei fantini che li monteranno in corsa.
Alistar Wilson, un biologo dell’Università di Edinburgo, è arrivato anche lui alla conclusione che i geni contano solo marginalmente sul totale delle vincite che un purosangue capitalizza nella sua carriera. I tassi di monta variano da un minimo di 500 sterline per stalloni di livello accettabile, ma si può salire parecchio e in America i tassi di monta superano i 15000 dollari, con punte aturalmente più elevate, anche in Inghilterra, per i top-sire.
Wilson ha analizzato la carriera di più di 4000 cavalli, valutando la loro attività in pista e in razza, dal 1922 e confermando il giudizio che quasi mai i purosangue più selezionati e costosi si esprimono ai massimi livelli come corridori. Chi si mette particolarmente in luce dispone sì di un’origine interessante, ma il più delle volte deve la sua riuscita alle cure dell’allevatore, alla preparazione di un trainer affidabile e alla monta di un fantino che ne sappia esaltare al meglio le qualità e le attitudini.
L’influenza dei geni non è poi così significativa. Molti allevatori e proprietari farebbero bene ad interessarsi soprattutto di quando avviene dopo, e delle attenzioni che al cavallo vengono rivolte dopo la sua nascita.
Twink Allen, esperto di fertilità equina a Newmarket e suocero di Lanfranco Dettori, afferma che i risultati di queste analisi non devonosorprendere. “Il tasso di uno stallone non è certo proporzionale al successo della sua prole. Per un certo periodo, dopo l’ingresso di razza di un purosangue di valore, la cifra per la copertura di una fattrice non varia. Poi quando i suoi prodotti scendono in pista il tasso cresce o diminuisce in rapporto al rendimento della progenie. Moltissimi stalloni ottengono ridimensionamenti drastici e alcuni addirittura scompaiono dalla scena”






















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