''Fieracavalli, molta confusione e poco benessere''
Caro Direttore, ci sono alcune date segnate in rosso sul mio calendario… ricorrenze che puntuali si ripropongono tutti gli anni: Natale, Pasqua e … Fieracavalli. Così anche quest’anno, nel rispetto delle mie personalissime tradizioni, eccomi presente all’evento. Giornata scelta da sempre: il venerdì. Sistemati i miei cavalli, che incuriositi probabilmente si chiedono come mai sono da loro un po’ prima del solito, riordino tutto a velocità supersonica… Ciao cavalli campagnoli, oggi vado a “lustrarmi gli occhi”!
Bello e strano uscire dall’autostrada senza trovare l’interminabile colonna di auto che solitamente a passo d’uomo ti faceva arrivare al parcheggio, bello anche fare il biglietto ed entrare in pochi minuti, strano però, i cavalli qui hanno un altro odore… niente profumo di scuderia, ma un aroma di patatine fritte aleggia nell’aria. Così inizia la mia esplorazione dei padiglioni, tante cose da vedere e un po’ più di spazio degli anni precedenti per muoversi.
Una pioggerella intermittente non mi invoglia a stare all’aperto, ma appena smette un po’ eccomi fuori. Qui, se ben ricordo, lo scorso anno erano appesi cartelli dove si chiedeva ai cavalieri di non aggirarsi tra la gente e di rispettare gli spazi a loro dedicati. Quest’anno invece i cavalli circolano a fatica cercando improbabili spazi tra la gente e una interminabile fila di bancarelle collocate lungo i viali, tra un aroma di salamelle e porchetta.
La pioggia riprende e decido di rientrare negli spazi interni, mi aggiro tra i box da dove i cavalli occhieggiano con sguardi che vanno dall’assente allo stralunato, ma perché poi sto a guardare gli occhi dei cavalli questo proprio non lo so! Sono tutti bellissimi, uno più dell’altro, lucidissimi con tanta lettiera pulita eppure… più li guardo e più mi mettono tristezza…
LA MUSICA assordante mi indica che padiglione sto visitando, dal fragoroso country del padiglione western al soft degli arabi. Beh, almeno loro stanno un po’ tranquilli e sono ancora più affascinanti e misteriosi dietro le porte dei box oscurate da pesanti drappi, per poi piombare nell’arena dove una folla vociante esulta nel vederli trottare sollevati a mezz’aria con gli occhi sbarrati e la coda ritta…
Da un po’ mi occupo di bambini e cavalli quindi è d’obbligo una sbirciatina al loro padiglione, anche qui il frastuono è assordante. Asinelli dagli occhioni languidi e assenti guardano la folla. I bambini ridono divertiti montando per il battesimo della sella in groppa ai pony che pazienti e rassegnati trasportano a mo’ di giostra prima uno, poi un altro, poi un altro ancora… questi bimbi a loro sembreranno infiniti. Mi chiedo perché io continuo a dire ai miei piccoli ospiti che i cavalli hanno bisogno di tranquillità, che bisogna avvicinarli senza gridare o fare movimenti bruschi, che non sono grossi giocattoli per fare giretti, che hanno bisogno di spazio e tranquillità e soprattutto rispetto delle loro esigenze.
La giornata è passata in un soffio, mi dirigo verso l’uscita affiancandomi ad una colonna di carrozze che cercano di farsi strada tra bancarelle e persone, mi sembrano auto in coda all’esodo di ferragosto! Mi allontano tra il frastuono sperando di non andare a sbattere in uno stand che vende salamelle di cavallo o asino…!!! Raggiunta l’auto al parcheggio esco rapidamente da Verona, niente code e poco traffico, menomale!
Un’oretta di strada mi serve per dar spazio ad alcuni pensieri: ma la tanto divulgata attenzione per il benessere dei cavalli, io non l’ho vista, però forse ero distratta! Così mi ritrovo ad immaginare una Fieracavalli, meno fiera e più attenta ai cavalli.
BEN VENGA lo show per far conoscere questi splendidi animali, con spazi studiati un po’ più a misura di cavallo, aree box più tranquille e silenziose dove queste star a quattro zampe abbiano un attimo di pausa tra le loro esibizioni visto che si svolgono in quattro lunghissime giornate.
Ben venga la possibilità di conoscere la gastronomia delle bellissime regioni italiane, ma magari senza dover inciampare in qualcosa o qualcuno ad ogni passo.
Ben venga il passeggiare tra cavalli e carrozze, ma non in un caotico intreccio.
Ben venga insomma la tanto nominata attenzione per il benessere dei cavalli, ma, come ripeto, forse c’era e io non l’ho vista perché ero distratta…
Arrivata a casa sistemo i miei irsuti e fangosi amici equini. No ragazzi! Voi proprio non avete niente a che fare con quei lucidissimi e meravigliosi esemplari che ho visto oggi! Voi siete solo dei comunissimi cavalli con gli occhi che si perdono nel verde del bosco, con nelle orecchie il soffio del vento e il rumore delle foglie, che sobbalzate quando uno sparo scuote l’aria…. Voi siete solo comunissimi cavalli di campagna. I miei cavalli!
PATRIZIA MOSCONI

Quando le parole non servono....























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