Fieracavalli, tra molto grigio ...un raggio di sole!
Fieracavalli 2016, venerdì, giornata piovigginosa e le 50 sfumature di grigio di una rassegna equestre che da queste obsolete tonalità non vuol separarsi perché sono la felicità dei suoi visitatori, perchè questo è quello che cercano…
Di sfuggita vedo i soliti cavalli danzanti nei viali, occhi sbarrati, bocche sbavanti danzano al ritmo di quei colpi nei fianchi tra gli sguardi ammirati di visitatori che quell’agitarsi è ciò si aspettano da un cavallo…
Piccoli pony girano frenetici in un grande rettangolo… è un gioco, piccoletti, serve solo a farvi conoscere dai bambini, ora sanno cosa potete fare per farli divertire…
Musica country, piedi che battono sulle tribune, cavalli che rincorrono vitelli, cavalli che fanno di tre barili il fulcro della loro vita, ecco sto passando nella nostra America.
In un’atmosfera più silenziosa vedo per un’attimo altri cavalli per i quali dover superare barriere e ostacoli è l’unico modo per sopravvivere, più alto salti più bene stai… Secondo parametri umani, ovviamente.
Zone of limits senza pass non si accede, ok…
Affollate bancarelle esterne e interne che danno il senso di cosa fa girare questa rassegna del mondo equestre. Gente affamata di “equiacquisti” e di cibo, qui approda frenetica.
Attrezzature per scuderie e alimentazione, mi fermo… Mi devo fermare, sono qui per questo, c’è solo l’imbarazzo della scelta, mica male come business quello del cavallo.
Triste vedere che problemi risolvibili con un briciolo di libertà in più nella gestione si trasformano in formule chimiche. La risposta ad ogni problema fisico o mentale di un cavallo sta racchiusa in un costoso flacone colorato…
Proseguo … Stanno parlando di come il cavallo ci aiuta a superare i nostri problemi. Grazie cavallo, tranquillo che prima o poi ci occuperemo anche di risolvere quelli che ti abbiamo creato.
Cielo grigio e voglia di tornare il più rapidamente a casa da quelli che, se paragono a ciò che tutti ammirano e applaudono in questa fiera, non sono cavalli ma strani esseri primordiali che sanno di fieno, fango e un briciolo di libertà..
Un ristoro poco prima dell’uscita laterale, zona quasi deserta, addento un panino guardando all’esterno da una grande vetrata… Il parcheggio deserto è attraversato da una carrozza, a una ventina di metri c’è un camioncino blu con la pedana abbassata in attesa di caricare. Arriva un gruppetto di bambini con i loro pony, alcuni si fermano e aspettano il loro turno per farli salire.
Lui no, passeggia in compagnia del suo cavallino, gli parla… Chissà, mi chiedo, avranno gareggiato, avranno vinto, forse si, forse no… Mi viene da sorridere, è alto come il suo compagno a 4 zampe e gli sussurra nelle orecchie, non c’è nessuno che li vede, nessuno li sta guardando, ma in fondo non credo che questo importi al bambino, lui non è solo, è con il suo cavallino…
In un attimo, inaspettatamente, gli sposta la criniera e lo riempie di baci sul collo, non per farsi un selfie, solo per lui, solo per loro due… Non c’è più fiera cavalli, non c’è più gara, sono loro due: il centro di un’equilibrio perfetto.
Grazie bambino, rimani sempre così anche se passeranno gli anni e allora, solo allora, questo mondo equestre triste e grigio si riempirà di luce…
Valeva la pena di venire in fieracavalli se non avessi dovuto farlo per necessità? No, fino a pochi minuti prima di vedere questo, no, ma ora esco contenta di esserci stata.
Mi avvio al parcheggio, alzo gli occhi e vedo che coraggiosamente un pezzetto di cielo azzurro si è fatto largo tra le nuvole… Ha anche smesso di piovere, non è sereno ma ha smesso di piovere…