Cronaca di una giornata a Fieracavalli
Eccoci giunti a novembre, mese del mio tradizionale “giretto del venerdì” in Fieracavalli che, al primo impatto, quest’anno mi sembra un po’ sottotono. Direi sempre meno gli espositori commerciali e, a mio avviso e riferito al venerdì, anche i visitatori sia al mattino che al pomeriggio… Forse per questa ragione gli organizzatori, con lungimiranza, hanno portato il prezzo del parcheggio quasi alla pari con quello del biglietto di ingresso ….
Sebbene abbia saltato la visita dello scorso anno, una volta entrata ritrovo, come nella più classica delle soap opere, sempre gli stessi protagonisti equitanti e le invariate scenografie di dubbio gusto. Passaggio veloce nell’atmosfera ricca e impenetrabile del salone del cavallo arabo, poi nello spazio Jumping Verona dove un ovattato silenzio accompagna i cavalli al lavoro nel campo prova… Ma tu guarda che strano, in questi padiglioni riesci a sentire il respiro dei cavalli e invece nel padiglione western la solita musica e caciara. Un dubbio mi assale, che il silenzio o l’ambiente fracassone siano ingredienti studiati e volutamente messi a disposizione del pubblico pagante, ovvero: diamo al cliente quello che richiede?
Questa fiera, come le altre di questo settore, continua a presentare le stesse situazioni all’ombra della consunta e abusata frase “nel rispetto del benessere equino”, ma fintanto che questa frase sarà solo un punto di vista dell’equitante umano, il tutto spazierà all’interno di due punti di vista diametralmente opposti, che vanno da chi intende che “benessere” per un cavallo sia il trascinarsi in pascoli fangosi senza alcun tipo di riparo a chi, al contrario, intende lo stesso “benessere” come lo stazionare rinchiusi in box superlusso, nessuna vista all’esterno…. Magari con miglioramento della qualità dell’aria grazie a moderne tecnologie… E tra questi due estremi di gestione equina ribolle il magma primordiale di un’equitazione confusa, di metodi d’addestramento che di naturale hanno solo il nome, di vecchi metodi che sopravvivono grazie all’altrettanto obsoleta frase: si è sempre fatto così.
Il cambiamento di queste fiere lo vedremo, credo, solo quando il pubblico pagante dimostrerà il suo scarso gradimento disertando un certo tipo di spettacoli e performance sportive poco rispettose del cavallo a favore di altri più attenti alle sue esigenze di essere senziente, con dei diritti che nessun fine umano, sia di denaro che di fama, può cancellare: il diritto ad essere rispettato e non ridicolizzato, il diritto ad essere tutelato da delle leggi a lui destinate, il diritto a vivere e lavorare accanto all’uomo in maniera consona alla sua natura.
Ecco qua il punto, ma il cavallo chi lo conosce realmente? Forse il fare un passo indietro e cercare di capire prima di tutto esattamente cos’è il cavallo e quali sono le sue esigenze sarebbe più utile che blaterare di benessere impostato dal punto di vista umano e dell’utilizzo che se ne fa… Ma, dato che ciò che è utile al cavallo raramente è utile e remunerativo per il suo utilizzatore, la fine di questa storia sarà difficile da vedere!
Sempre interessata alle proposte che vengono fatte ai piccoli, giretto veloce nel Villaggio del Bambino. All’interno il consueto fracasso e laboratori vari molto vicini alla campagna ma non proprio ai cavalli e al loro mondo, tranne un ring dove un gruppo di cavalieri dà spiegazioni anche interessanti, ma con acustica tanto falsata e assordante da rendere quasi incomprensibili le loro parole. All’esterno il solito recinto con gli asinelli, dove qualche bambino prova a spazzolarli, qualche manina si allunga ad accarezzarli, manine che toccano i cuori…
Gli asinelli non mancano in un altro settore, qui però sono confezionati in insaccati da affettare e inserire nei panini… Direi che questa zona, dove l’asinello e molti suoi simili a quattro zampe passano direttamente dalle mani allo stomaco, è decisamente una delle più frequentate fin dalle prime ore del mattino… eh, già!... allo stomaco non si comanda!…o era al cuore…mah, sto invecchiando e faccio confusione…
Ora passiamo al motivo principale della mia visita a Verona: ascoltare cosa avrebbero detto nel convegno organizzato dall’associazione Horse Angel, e innanzi tutto complimenti a quel gruppetto di irriducibili sognatori che ha organizzato questo evento e a quanti hanno partecipato, è un sogno che mi piace e condivido. Grazie di esserci!
Diciamo che potrei titolare questa parte con: piuttosto che nulla meglio il piuttosto…
Accontentiamoci di proposte di legge che tutelano gli animali in generale, ma non specificatamente i cavalli, poveri esseri da sempre in bilico tra animale da reddito e da macello, attrezzo sportivo e animale d’affezione…
Accontentiamoci del fatto che cavalli e altri animali vittime di maltrattamento vengono prontamente messi sotto sequestro… ma spesso affidati in custodia allo stesso maltrattatore…
Accontentiamoci di regole interne alle varie federazioni e associazioni sportive che tutelano il benessere equino e puniscono chi non lo rispetta… Ma con cautela e con pene spesso ridicole, perché non devono far scappare gli associati e i nomi altisonanti…
Accontentiamoci di vedere presenti un paio di coraggiose associazioni che si occupano di cavalli da recuperare e reinserire a nuova vita… e non domandiamoci perché mancano tutte le altre. Se il fine per tutte è il benessere dei cavalli, perché non sono lì a far sentire la loro voce? Il fine comune non è così importante tanto da mettere a tacere evidenti dissapori tra di loro? Una più nutrita partecipazione di tutti quelli che ritengono di essere amanti dei cavalli non poteva dimostrare che c’è aria nuova che soffia nel mondo dei cavalli, un modo diverso di pensarlo come compagno di vita e di sport? Dov’erano tutti quelli che sui social sembrano i portatori di nuovi messaggi etici e si azzuffano per dimostrare chi è il più bravo della classe?
Va bene, accontentiamoci di quelli che sono intervenuti, ma ritengo che chi vuole il cambiamento dovrebbe esserci dove e quando lo si propone perché, per le tasche degli organizzatori di un evento qual è una fiera, è il numero dei partecipanti che quantifica il business e se l’affluenza maggiore è solo in determinati padiglioni è solamente quello che verrà proposto, ed è unicamente lì che faranno investimenti…
Nota piacevolmente positiva il sapere che altri circoli ippici provano ad avvicinare i bambini ai cavalli anche col gioco e l’osservazione, mi lascia comunque un po’ di amaro in bocca rendermi conto che il conoscere queste iniziative stupisca ancora, il che sta a sottintendere che molti piccoli allievi di scuole d’equitazione nulla sanno dei cavalli, tranne che la loro funzione agonistica… Ovviamente ognuno semina quello che poi vuole raccogliere…