Fieracavalli, presentati tre libri che invitano a riflettere
Il padiglione Horse Friendly a Fieracavalli ha offerto quest’anno l’interessante presentazione di tre libri che non possono mancare nella biblioteca di chi vuole creare con i cavalli una relazione autentica basata sul rispetto e la fiducia.
Il primo testo si intitola “ Guida al rispetto del cavallo” di Giulia Gaibazzi.
L’autrice approfondisce i temi della gestione, della relazione e dell’equitazione integrandoli verso un unico obiettivo: il rispetto del cavallo domestico attraverso la ricerca del suo benessere psicofisico nella vita al fianco dell’uomo.
Il rispetto del cavallo non può prescindere da un’approfondita conoscenza del mondo che lo circonda, da una gestione che ne rispecchi le esigenze etologiche, dalla relazione con l’uomo basata sul punto di vista dell’animale e dalla pratica equestre consapevole della biomeccanica del cavallo e delle sue modalità di apprendimento.
Durante la presentazione, l’autrice ha affrontato l’argomento della gestione del cavallo in scuderia. Il cavallo domesticato nasce e cresce in un ambiente con molte limitazioni della sua socialità: non può stare in branco con gli altri cavalli, comunicare con loro, giocare ed esplorare usufruendo dello spazio necessario per i suoi bisogni etologici. Tali limitazioni influiscono pesantemente sulla sua personalità.
Troppi cavalli stanno rinchiusi tutto il giorno in box, limitandosi a guardarne le pareti. La conseguenza è la noia che lo spinge ad acquisire comportamenti ripetitivi e “tic” che lo trasformano in un cavallo sociopatico, ossia in un soggetto affetto da una patologia che lo allontana dai comportamenti naturali della specie di appartenenza. La socialità del cavallo è un bisogno che non può essere tralasciato se si vuole garantire equilibrio alla sua personalità.
Un altro fondamentale aspetto affrontato da Giulia Gaibazzi è la necessità di porsi in relazione col cavallo acquisendo la consapevolezza del suo punto di vista.
L’egocentrismo umano porta a vedere la realtà da una visuale che non tiene conto delle diversità e caratteristiche degli altri: troppo spesso il cavallo è considerato un essere asservito da usare e dominare a proprio piacere. Quando il cavallo evidenzia un problema, si pensa subito a come agire su di lui per risolverlo, dimenticando che il binomio è costituito da due esseri e che, forse, bisogna provare a lavorare su noi stessi perché le difficoltà possono derivare da una cattiva comunicazione. Capita, quindi, che i problemi sorgano quando l’umano non comprende il linguaggio del cavallo e non sia in grado di tradurne le richieste.
Il cavallo percepisce la chimica delle emozioni umane, così come il suo battito e l’atteggiamento: noi, invece, non siamo altrettanto sensibili. Dunque, come fare a migliorare la comunicazione? L’autrice spiega che è meglio “non fare”, limitandosi ad osservare l’amico dotato di criniera in compagnia dei suoi simili per impararne il linguaggio e avvicinarsi a lui.
Prima di applicare un qualunque metodo di addestramento, è dunque necessario ascoltare il cavallo, rallentando i nostri ritmi per adeguarci ai suoi, che sono più lenti. Un’osservazione fondamentale per entrare in relazione con lui in maniera corretta.
Il secondo libro si intitola “Riflessologia per cavalli. Guida pratica per prendersi cura del cavallo con il tocco delle mani” di Francesca Manca.
La riflessologia è un’antica tecnica di cura applicata nel campo umano ma ancora poco diffusa e praticata con gli animali. Si basa sulla stimolazione di zone specifiche degli arti inferiori del cavallo mediante una leggera pressione delle dita. Queste aree, definite riflesse, corrispondono a diversi apparati del corpo, come quello urinario, nervoso, linfatico, cardiocircolatorio, gastroenterico, endocrino e riproduttivo. Utilizzando un movimento particolare delle dita, detto “a lombrico”, si possono stimolare questi apparati aiutandoli a ritrovare il loro naturale equilibrio e promuovendo un generale stato di benessere per l’animale.
Il cavallo trae immediati benefici sia a livello fisico che emozionale.Molto spesso il disagio fisico è la manifestazione di un disagio emozionale: l’addestramento del cavallo nella pratica sportiva provoca “coercizioni” che influiscono sul fisico agendo anche sul sistema nervoso, che attiva le difese dell’animale. Con la riflessologia si riesce ad accedere a tali difese allentandole. Il tocco consapevole e intenzionale della mano parte dalla zona riflessa e arriva al cervello, che lo trasmette all’organo interessato attivando un meccanismo di autoguarigione.
Si può dire che, prima di tutto, si crea un riequilibrio emozionale che, come conseguenza, porta un riequilibrio fisico.
Francesca Manca ha praticato sessioni dimostrative di riflessologia nel ring del padiglione Horse Friendly con cavalli che avevano terminato di lavorare, rivelando di rimanere sempre piacevolmente sorpresa, ogni volta, dalla reazione rilassata dell’animale con cui le comunica di apprezzare i trattamenti.
L’autrice ha raccontato che la riflessologia apporta un ulteriore beneficio: oltre a quello diretto al cavallo, ve ne è uno anche per l’operatore.
Il tocco intenzionale delle mani permette di comunicare e aiuta nell’ascolto del nostro compagno: la sua reazione non è mai casuale ma rivelatoria e aiuta il proprietario, che si apre a un atteggiamento di disponibilità, a rafforzare il legame con lui
Per molti anni Francesca ha collaborato con l’Associazione Un Salto Oltre il Muro che gestiva una scuderia nel carcere milanese di Bollate. L’associazione offriva ai detenuti la possibilità di imparare il mestiere di artiere e a cavalli sequestrati da situazioni di maltrattamenti di trovare rifugio. Persone che non avevano alcuna esperienza con i cavalli hanno sperimentato le tecniche di riflessologia dimostrando che la semplice intenzione di “curare”, anche se svolta in maniera non precisa, favorisce la nascita di una relazione “bidirezionale” tra essere umano e cavallo poiché la mano cura e il cavallo risponde, restituendo analoga energia benefica.
Per questo Francesca Manca cerca di rendere disponibile la riflessologia a chi lavora con i cavalli perché si tratta di un’attività apportatrice di profondo benessere per umani e animali.
Il terzo libro si intitola “ Il cavallo e l’uomo. Psicologia, simbolo e mito” di Maria Lucia Galli e ripercorre il rapporto tra umani e cavalli iniziato 5.000 anni fa con la sua domesticazione.Grazie anche ai contributi della moderna scienza del comportamento animale, nella prima parte l’autrice si propone di cogliere il senso di eventi importanti nella vita del cavallo, quali la doma, l’addestramento, la scuderizzazione e il lavoro cercando di mettersi dal suo punto di vista.
Nella seconda parte, invece, l’attenzione è puntata sul mondo umano, o meglio sui simboli, i miti e le tradizioni culturali che la nostra specie, nel tempo e nello spazio, ha costruito intorno al cavallo o, più esattamente, alla sua rappresentazione simbolica.
L’appendice conclusiva interpreta, invece, l’epoca contemporanea: la persistenza del “mito-cavallo” viene analizzata con particolare attenzione alla pubblicità e alla musica intese come i vettori attraverso i quali la sensibilità moderna si coniuga con i vissuti di un passato solo apparentemente remoto.I temi della relazione uomo-cavallo sono sapientemente analizzati dall’autrice grazie alla sua formazione di psicologa.Durante la presentazione si è parlato del rapporto tra emotività e razionalità. Col cavallo si lavora più sulle emozioni che con la ragione.La ragione a volte sfocia nel dominio, nella regola, mentre ciò che bisogna fare con i cavalli, ma anche con noi stessi, è riuscire a incanalare le dinamiche emotive prendendo coscienza delle emozioni e imparando a gestirle. In questo il cavallo è un ottimo insegnante, ma occorre prendere coscienza che, nei nostri confronti, funge da specchio, riflettendo la relazione che abbiamo con noi stessi. Solo se vogliamo e sappiamo leggere quello specchio, possiamo intraprendere un percorso di crescita personale che porta a rafforzare la relazione con il compagno equino.
Diversamente, l’animale si chiude in sé stesso, smettendo di comunicare con chi non è aperto al suo ascolto. Ecco che il suo sguardo diventa opaco, rivelando che sta perdendo fiducia nell’uomo, rassegnandosi alla sua incapacità di comprenderlo e rinunciando anche a “ribellarsi” per segnalare gli errori che fanno con lui.
Quando, invece, il suo sguardo è sereno, è capace di affascinarci in maniera inesorabile, ispirando gli artisti che li hanno meravigliosamente rappresentati in molti dipinti, come Caravaggio nella Conversione di San Paolo.
Purtroppo, le emozioni che il cavallo regala vengono sempre più soffocate da un commercio legato a un agonismo deteriore che considera l’animale come un mezzo per vincere e da cambiare quando non più idoneo alle esigenze sportive.
Il cavallo subisce una sorta di sradicamento che spesso si trasforma in maltrattamento, cambiando continuamente compagni a due e quattro zampe. Anche i giovani atleti ne sono danneggiati perdono infatti l’occasione di venire educati al rispetto dell’amicizia e di poter fruire dell'esperienza vissuta con degli animali anziani, che tanto hanno da insegnare a umani e a giovani destrieri.
I libri presentati, apparentemente diversi, sono accomunati dalla medesima impostazione di rispetto nei confronti del cavallo, perché invitano il lettore a osservare lui e il mondo con i suoi occhi.