D'Alesio su ippica e imprenditori
"L'ippica e gli imprenditori.
Da un paio di anni a questa parte nell'Ippica italiana e' nata questa nuova figura: " gli imprenditori" e sono andato a leggere sul vocabolario che cosa significa la parola imprenditore e così ho scoperto che imprenditore e' colui che opera nel libero mercato, che e' titolare di una azienda nelle forme giuridiche previste dal nostro ordinamento e che i suoi guadagni derivano dal Mercato e non dalla vincita di premi messi al traguardo dallo Stato.
Mi sono quindi chiesto: ma un signore che acquista uno o più cavalli, che magari nella vita appunto fa l'imprenditore o l'avvocato o il deputato o l'artigiano, o il commerciante o il dipendente o il nobile o lo sceicco diventa un imprenditore ippico???? La risposta secondo me e' decisamente No.
E peraltro anche il proprietario di una squadra di calcio o di basket non mi sembra che diventi un imprenditore infatti non ho mai sentito presentarsi così nessun presidente di società sportiva: sia che sia il presidente del Milan che quello della Fiorentina o del Bologna Basket ed infatti non mi pare che esistano " imprenditori sportivi " perché i due termini: impresa e sport sono evidentemente in netta antitesi tra loro.
Infatti non esistono gli imprenditori calcistici i o tennisti o nuotatori o sportivi in generale.
I proprietari dei cavalli sono degli appassionati per i quali dovrebbe essere prevista la possibilità, come avviene negli Stati Uniti, di scaricare dal proprio reddito la fattura di acquisto del cavallo altro che imprenditori!! Il proprietario deve avere i colori rilasciati dal Ministero e per averli deve dimostrare di avere un reddito annuale, magari appunto da imprenditore che gli possa consentire di acquistare un cavallo e se e ' disoccupato o non ha reddito i colori non gli vengono concessi e non lo fa' per fare " business " lo fa per passione, per divertirsi e per sognare di vincere il Derby e che il suo cavallo sia un grande campione e quando il suo cavallo vince, oltre alla coppa, possa ricevere e ci auguriamo in tempi rapidi, il premio messo a disposizione dallo Stato con le leggi di stabilità e pagato dal Mipaaf, altro che libero mercato! Veniamo poi agli allenatori dei cavalli; ebbene questi sono dei professionisti, come lo sono gli allenatori di calcio o di palla a volo che hanno fatto corsi di formazione, hanno superato l'apposito esame e sono titolari di " patenti" rilasciate dagli organi competenti ed infatti non abbiamo mai sentito l'allenatore del Milan o della Nazionale definirsi un imprenditore calcistico; anzi una tale definizione offenderebbe la sua professionalità.
Non mi pare quindi che un allenatore del trotto o del galoppo possa definirsi " imprenditore" così come non può' essere definito tale un fantino o un guidatore, così come peraltro non lo sono i calciatori, i ciclisti o i tennisti.
Cosa diversa invece per gli allevatori di cavalli che, se dispongono di un centro agricolo per l'allevamento sono senz'altro imprenditori agricoli ma comunque non ippici.
Cosa ancor più diversa sono le società di gestione degli ippodromi, che certamente sono aziende private titolari o di concessione o di appalto da parte del ministero delle politiche agricole. (ancora al momento neanche il Consiglio di Stato conosce la natura del rapporto giuridico che lega queste Società ed il Ministero).
Quindi senz'altro aziende private in larga misura spa ed srl, anche loro, comunque non operanti nel libero mercato ma titolari di una Convenzione pubblica, tanto che i loro corrispettivi sono infatti in larga misura pre determinati e non dipendono dal mercato ma sono messi a disposizione dallo Stato nel bilancio del Mipaaf Insomma, nell' ippica non esistono imprenditori nel significato proprio del Termine ma brave ed appassionate persone (i proprietari) tanti validi professionisti (allenatori, fantini e guidatori), ottimi imprenditori agricoli (allevatori) e Società di gestione degli ippodromi.
Su questi quattro Assi: allevatori, proprietari, professionisti ed ippodromi si basa il sistema ippico in Italia e nel mondo ed infatti tutti sono presenti nel Comite' strategique francese dove, appunto, non abbiamo mai trovato neppure una volta citata la parola imprenditore ippico, così come non l'abbiamo trovata nel testo della Delega Fiscale che " promuove" la Lega Ippica, che infatti, e non a caso, e' un soggetto no - profit.
Altro che privatizzazione!!!!!!"
ATTILIO D'ALESIO






















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