Tor di Valle, addio vecchio amico televisore...
SABATO A TOR DI VALLE, durante le sgambature della quarta corsa, si è spento serenamente circondato dall’affetto dei suoi cari lo storico televisore Sony della sala stampa. E’ sopravvissuto solo pochi anni alla repentina scomparsa del suo collega, anch’esso adibito alle quote, rimpiazzato nel suo servizio da un ancor più glorioso televisore strappato da un frequentatore della press room (gatto nero) alla discarica ecologica cui era stato frettolosamente inviato, e che tutt’ora fa il suo dovere.
Si è spento all’improvviso, una linea verde ha preso improvvisamente il posto delle quote, poi quasi un rantolo, uno scoppio soffocato e una gran puzza di bruciato. Il volenteroso accorrere del regista Pomponi per prestare un estremo tentativo di rianimazione è stato vano, ha potuto soltanto constatarne il decesso, staccare malinconicamente la spina e disporre l’apertura delle finestre per far uscire il fumo.
Nei molti anni di militanza (ma quanti?) aveva intrattenuto Alberto Giubilo (del quale è passato sotto silenzio totale il decennale della scomparsa…), Giorgio suo fratello, anch’esso scomparso così come Carlo Vernaschi, Alfredo Ferruzza, Carlo Biffi, Mauro Sbarigia, Beppe Berti, Claudio Caldani etc. Non era a cristalli liquidi, né tantomeno in 3D o magari in alta definizione. Ma il colore era ancora vitale, rispondeva ai comandi, anche se negli ultimi tempi svegliarlo dal torpore notturno era diventata una vera impresa. Era un ingombrante, pesantissimo canterano ma, come tutti i vecchi, se lo prendevi per il verso giusto, aveva ancora molto da dire e da raccontare.
La sua fine improvvisa è stata preceduta, come un triste presagio, dall’arresto delle funzioni vitali dei tre ascensori che collegano il parterre al primo piano della grande tribuna, ormai accessibile alle persone anziane in possesso di scarsa mobilità solo grazie all’ascensore del ristorante e all’apertura del cunicolo di collegamento che rasenta i servizi igienici. In questo mese di grande smarrimento per il futuro dell’ippica la sua scomparsa così improvvisa (si raccontava che fosse eterno e magari destinato ad essere alla fine ricoperto da un cartellone pubblicitario come il grande maxischermo sopra la torretta, divenuto, da morto, la lapide di se stesso) non può che avere una valenza simbolica: cosa accadrà ora del povero Dorian Gray dopo la rottura del suo specchio?