Amarcord... Quando Demidoff fondò il Jockey Club in Francia
L’eclettico e munifico conte Anatoli Demidoff,nato nel 1812 a Firenze da famiglia russa, a soli 21 anni volle fondare nel 1833 ,a Chantilly, la Societé d’Encouragement pour l’amélioration des Races de Chevaux en France, vale a dire l’attuale Jockey Club francese.In quel tempo la classe dirigente era formata esclusivamente da nobiluomini di chiaro stampo anglogallico, come dimostrato nell’atto costitutivo, in cui, ad eccezione di Demidov e del suo amico russo,il Principe di Moscova, compaiono come fondatori altri dieci importanti nomi a livello europeo,fra cui alcuni esponenti di spicco appartenenti ad antiche e prestigiose casate:il conte di Cambis,Lord Henri Seymour,il Cavaliere De Machado, Charles Lafitte, Maxim Caccia, Rieussec,Fasquel,Ernest Leroy,Delamarre ed il Principe di Normandia.E’ inoltre doveroso sottolineare che il Duca d’Orleans ed il Duca di Nemours, altezze reali, furono eletti membri onorari.
I componenti della Societé eleggevano fra loro il Presidente, due Vicepresidenti ed un tesoriere.Tre anni dopo,nel 1836,l’imprenditore italo-russo figurò fra i padri fondatori della Società Anonima Fiorentina,di cui divenne il vulcanico Presidente nel 1850. Nel 1852 Anatoli creò il Circolo dell’Unione nella sua sfarzosa villa di San Donato,una delle piu’ belle d’Europa,in quanto letteralmente tappezzata da preziosissime collezioni d’arte,fra cui decine di statue romane e greche.La sua costruzione fu avviata dal padre Nicola e conclusa da Anatoli. Tutti i suoi piu’ cari amici facevano parte del Circolo.L’anno successivo esso fu trasferito a Palazzo Corsi e nel 1871 il Circolo dell’Unione divenne Jockey Club. Con i suoi amici Poniatowski, De Larderel, Corsini,Serra di Falco e De Valébregue ,nel 1853, di concerto con gli appassionati pisani Seta, Sciamanna e Mastiani fondò a Pisa una società di gestione corse all’interno del Parco di San Rossore.
A Barbaricina fu avviato in seguito un centro d’allenamento,che fu affidato all’abile ed esperto Thomas Rook,allenatore e fantino, superbo uomo da cavalli.Chi godeva dell’amicizia di Demidoff doveva anche amare la vita con fisicità e trasporto,quindi occorreva condividere l’amorere assoluto per l’arte,per la beneficienza e per i cavalli da corsa.Il padre Nicola morì a 55 anni nel 1828, lasciando ad Anatoli un impero finanziario,che comprendeva miniere, fabbriche d’armi e ricchissime collezioni d’arte.La gestione riguardava 15 villaggi-stabilimento e ben nove fabbriche nella regione degli Urali.Annualmente Anatoli ricaverà un guadagno medio pari a 5 milioni di rubli,una cifra davvero strepitosa, che gli consentirà qualunque azione di natura commerciale.Il figlio si rivelò degno del padre, riuscendo ad ingrandire ulteriormente di un terzo l’enorme patrimonio, che si trovò a seguire giovanissimo.
Ebbe il merito di circondarsi di uno staff dirigenziale di alto livello,la cui formazione iniziale partiva da uno speciale apprendistato, svolto in modo severo ed approfondito in terra d’ Inghilterra e di Francia,ove si stava già sviluppando una base fondamentale del sistema industriale. Anatoli,di chiara fede napoleonica,sposò nel 1840 la ventenne Mathilde Bonaparte,nipote dello Zar di tutte le Russie,Nicola I. La giovane nobildonna era figlia del re Girolamo Bonaparte e della principessa Caterina di Wurttemberg.Il matrimonio non fu affatto felice,né allietato da figli, giacché il grande cruccio di Mathilde era rappresentato dalla splendida Valentine di Sainte-Aldegonde, l’amante di Anatoli Demidoff. La principessa cercò in tutti i modi di spezzare il legame, ma Anatoli,preso dall’ira, reagì con violenza,schiaffeggiando ripetutamente la moglie. Mathilde lasciò Firenze con il suo galante accompagnatore e si stabilì a Parigi,ove avviò uno dei salotti culturali e mondani piu’ famosi di Francia.
Lo zar concesse la separazione alla sua pupilla nel 1846, imponendo al principe di San Donato l’elargizione annua di 290.000 franchi a favore di sua nipote. Demidoff richiese la restituzione dei gioielli,che la moglie aveva portato via con sé, benché fossero stati comprati prima del matrimonio direttamente da Anatoli su richiesta del re Girolamo,fratello piu’ piccolo di Napoleone, in realtà un autentico dissipatore di patrimoni. Malauguratamente il Tribunale di San Pietroburgo non concesse la riconsegna della straordinaria collezione di preziosi, lasciandola in proprietà a Mathilde. Questo rapporto tempestoso intercorso fra i due coniugi non incise affatto sulla devozione napoleonica di Anatoli,il quale nel 1859 volle a tutti i costi acquisire la Villa Bonaparte all’isola d’Elba,per trasformarla in un museo.Tuttora la villa viene denominataVilla Demidoff di San Martino. Anatoli fu fra i primi intenditori d’arte romantica a credere nel talento di pittori francesi e russi come Paul Delaroche,Eugéne Delacroix,Eugéne Lami,Auguste Raffet e Karl Briullov.Il titolo nobiliare di Principe di San Donato era stato conferito dal Granduca di Toscana Leopoldo II ad Anatoli come regalo di nozze,per ringraziarlo delle numerose opere filantropiche ed umanitarie intraprese da una delle piu’straordinarie e poliedriche personalità dell’Ottocento,Anatoli Demidoff ,che si spense a Parigi il 29 aprile 1870 a 58 anni,dopo una vita incredibilmente piena.