Virginia, pantera al galoppo verso il mondo dello spettacolo
Ama il mare, l'azzurro, sedurre, la pasta, Johnny Depp, il vento in faccia della velocità, gli occhi addosso di chi non riesce a evitarne la sensualità, la luce degli occhi, la bocca viva e disegnata dal Cielo, il sorriso a tratti celato ma aperto, elegante e spontaneo e la magica energia che sprigiona, libera come chi si è data la regola di inseguire sempre e comunque i propri sogni...
Virginia ha sognato forte il suo piano, fatto di battiti, di cuore e di ciglia, di istanti e determinazione, da bambina, da ragazza e di donna. E che bimba, che stella, che donna...
Bella da far male dal bene, capace di grinta e dolcezza, forte anche nelle sue fragilità, il maschiaccio che vive la competizione -qualunque essa sia- come fosse sempre la prima e l'ultima, ogni sfida la più importante del mondo e allo stesso tempo la femme fatale che sì, va bene lo sport, la vita in scuderia ma alla fine -e fin dal principio- è molto più a proprio agio a camminare sui tacchi che con le scarpe da ginnastica.
A proposito di bellezza, "la Tavazzani" (come la chiama la gente degli ippodromi, per cognome, perché è un cognome che conosce, grazie al papà di Virginia, storico proprietario del turf prealpino) scopre quella dei purosangue perché li ha sotto casa, in giardino a Varese, al posto delle altalene, solo con molto più posto...
"In realtà -ricorda- oltre ai purosangue del galoppo avevamo anche quelli da salto, dei concorsi di equitazione, belli anche loro e mio padre ne era appassionato; io pure, tanto che ho voluto imparare e per qualche tempo ho partecipato, con buone soddisfazioni, alle gare. Però -spiega Virginia- potendo e dovendo scegliere non ho avuto dubbi e mi sono, come si dice, data all'ippica"...
<<Cosa ti ha fatto scegliere il galoppo?>>
"Primo la sfida è diretta, l'avversario lo affronti in pista, insieme al cavallo che monti e, secondo, amo tantissimo la velocità, la corsa, il brivido del sorpasso e di lanciarsi a tutta per lo sprint finale. L'equitazione è bella, è tecnica, controllo e percorso, ma l'ippica è anche potenza, anima ed istinto, anche per i cavalli in fondo, che sono nati per quello, soprattutto i purosangue ma non solo, perfino allo stato brado e selvaggio, in branco, per gioco e per gerarchia, si superano e, in un certo senso, gareggiano"...
Scelto il galoppo, niente e nessuno avrebbe potuto fermare Virginia dal diventare amazzone...
"Beh, in realtà in quel caso, non mi avrebbe fermato il fatto di essere così giovane ma riuscì a rallentarmi la burocrazia perché il primo corso e gli esami arrivarono che avevo già 16 anni, comunque è vero, la pazienza non è la mia miglior qualità"...
<<Che invece, è?>>
"Direi la curiosità, a volte perfino esagerata, ma mi ha sempre aiutato prima di tutto a conoscere e poi a migliorarmi, come persona e anche nello sport e nella vita"...
Adora i cavalli e gli animali, ma, purosangue a parte, si sente "più pantera che cagnolino di casa"...
Tornando a bomba, cioè in sella, la prima vittoria con Midnight Mistery, alle Bettole di Varese: "Un'emozione unica, ancora adesso la descrivo solo così. Vincere, vincere sulla pista di casa, vincere sulla pista di casa con la giubba di casa. Indimenticabile. Più ancora delle tante vittorie con Larmor, che andava solo con me e a dirla tutta neppure sempre, più del trionfo nell'Arnaldi (il Derby degli amatori, ndr) e di avere rappresentato l'Italia, nel 2020, nel circuito Fegentri, in Germania e Norvegia".
"Indossare il tricolore all'estero -riprende- è stata una bellissima esperienza, non solo dal punto di vista sportivo e dell'orgoglio, ma anche per acquisire (benedetta curiosità, ndr) diversa consapevolezza su quanto si potrebbe e si dovrebbe fare, per esempio, in termini di benessere dei cavalli, a cominciare, dal dogma norvegese che la frusta non sia ammessa, nè in allenamento nè, tanto meno, in corsa"...
<<Quindi Virginia Tavazzani sarebbe favorevole all'abolizione del frustino nell'ippica italiana?>>
"Magari in maniera graduale e comunque da subito almeno in buona parte delle nostre corse. Punto primo perché il pubblico vive l'ippica, in Norvegia, come una vera festa del cavallo, secondo perché il mondo è cambiato e un giovane non può concepire che chi lavora con i cavalli o anche chi li monta per hobby possa frustarli e terzo, ma solo per urgenza, non è certamente la frusta che può far andare più forte i cavalli; anzi -la canta piano, citando alcuni esempi tra i cavalli di scuderia- sono più quelli che vanno più piano, se non si piantano del tutto"...
<<Invece, in patria, chi sono state e sono le persone importanti per il percorso da amazzone?"
"Ovviamente mio padre Aldo, fondamentale a terra come in sella, poi direi di aver avuto consigli e cercato di 'rubacchiare' qualcosa anche a Luigi Camici quando ero a Roma, a Lanfranco Dettori le volte che ci siamo incontrati e con me è sempre stato gentile, poi non posso non citare, nel facile e nel difficile, Bruno Grizzetti"...
<<Ora anche allenatrice, per non farsi mancare mai niente>>
"Presi la patente agli inizi, perché poteva accelerare la licenza da amazzone e perché era comunque una cosa in più ma non pensavo mai di allenare i cavalli come mestiere. In realtà anche adesso, seguo soltanto i cavalli di Andrea Puglisi perché ha voluto darmi fiducia ed ha insistito tanto che mi sembrava brutto snobbare quella fiducia, ma tempo a parte io volevo correre e l'ippica doveva essere e restare il mio hobby, di finti gentlemen ed amazzoni ce ne sono fin troppi"...
E qui casca l'asino, senza farsi male, perché, fin da bambina, è sempre stata affascinante dal mondo dello spettacolo, del fashion, del glamour e, soprattutto, del cinema e della recitazione; tanto da volerne un giorno far parte in prima persona, sognarsi attrice o modella, o, ancora le due cose insieme.
Sogna ragazza sogna ed ora Virginia ha deciso di inseguire quel sogno come fosse un arrivo al secondo traguardo, i 1200 metri in pista dritta a San Siro galoppo, per i profani dell'ippica...
Pronti, partenza, via...
Dapprima valletta, fashion e competente, nel programma televisivo Mondo Galoppo al fianco del giornalista Filippo Brusa, ruolo che a giudicare da quanto parla, interviene e, sia pure educatamente, sgomita, 'morde il freno', si mette in evidenza le andava perfino stretto, poi un ruolo da comparsa -comunque apprezzata poliziotta- in un film di produzione elvetica e un paio di copertine per riviste, una con un cavallo e una senza, perché a Virginia piace piacere e ci riesce benissimo; infine l'approdo a Mediaset, per ora da 'infiltrata' ma, c'è da scommetterci, soltanto per ora.
Intanto scarica l'agenzia che non l'ha adeguatamente né seguita né valorizzata e passa ad un altra in cui fin dal primo shooting per il primo book coglie ben altre energie, fiducia, condivisione e fiducia.
"Anche come modella, perché non tutte le modelle devono essere delle acciughe e quelle troppo scavate secondo me sono anche bruttine, smorte -dice- e per contro, come attrice, vado personalmente matta per una come Sabrina Ferilli, che con le sue curve e le forme ha saputo giocare e trasmettere simpatia umana in ogni scena"...
Virginia sta benone con se stessa, si piace bella com'è e non sta a giudicarsi ogni due per tre (men che meno si fa condizionare dal parere degli altri, perché piacere le piace un sacco ma sa che non sarebbe possibile -e neppure vorrebbe- piacere a tutti) ma, tirata per la giacchetta, confessa che del suo corpo ama più di ogni parte, "il viso, espressivo e spontaneo, particolare nella sua naturalezza"...
<<Non con la chirurgia estetica ma con una bacchetta magica, c'è qualcosa per cui Virginia la userebbe?>>
"Per non invecchiare mai", scherza...
Tranquilla, la bellezza, l'amore, la classe e il mal di denti non hanno età...