Una città a misura di cavallo? In America c'é
ESISTE O ESISTERÀ mai una città a misura d’uomo? La ragione si intenerisce di fronte alla sprovveduta innocenza di questa domanda. Un’utopia non si nega a nessuno. E poi sperare non costa niente. E poi fa pure bene all’anima. Ma proviamo, tanto per provocare un pò, a cambiare oggetto alla domanda: esiste o esisterà mai una città a misura di cavallo? Qui la ragione si irrigidisce. E non ha tutti i torti. In questo mondo ci sono città ghetto, città dormitorio, città discarica, città fantasma, città cimitero, città palude e così via di desolazione in desolazione. E allora che senso ha una domanda del genere?
La fantasia è libera, ovviamente, di sprigionarsi come più le pare e piace. Però se qualche volta facesse lo sforzo di restare un po’ con i piedi per terra non farebbe un soldo di danno e magari guadagnerebbe pure qualcosa in forza persuasiva e capacità creativa. E poi: perché a misura di cavallo e non, per esempio, di giraffa o di criceto? Insomma, anche il cavallofilo più incallito farebbe bene a mettere le briglie alla eccessività delle sue rumorose pulsioni equine. Se non altro per ragioni di stile. Ecco, a questo punto, però bisogna dire che anche la ragione farebbe bene ad informarsi prima di aprire bocca. Perché una città a misura di cavallo esiste davvero, si chiama Norco è sta ad un tiro di schioppo da Los Angeles (Repubblica.it 12-5-2009).
Non è una attrazione turistica e neanche una riserva nella quale ha trovato rifugio l’irriducibilità degli ultimi hippies dei tempi che furono. E’ una normale cittadina di quasi trenta mila abitanti nella quale, per il disbrigo delle faccende quotidiane, anziché girare in macchina ci si sposta normalmente a cavallo. Al posto dei marciapiedi ci sono miglia e miglia di sentieri che coprono l’intera area urbana. Se c’è un problema da risolvere in municipio si va a cavallo. I bambini, appena sono in condizione di reggersi su due zampe, hanno il loro pony. Pranzo e cena fuori casa non sono un problema: fuori c’è la staccionata dove attaccarli.
Ogni ‘parcheggio’ è provvisto di recipienti con acqua corrente e avena. Non che non ci siano automobili. Anzi sono proprio le due concessionarie (una è della Chrysler che ha evitato la chiusura grazie allo storico accordo con la Fiat voluto da Obama) a dare il maggior gettito fiscale con il quale il municipio mantiene uno stile di vita a passo di cavallo, cui i cittadini non intendono rinunciare per nessuna ragione al mondo. Non solo per principio, ma anche per semplice, normale convenienza. La macchina, nel quotidiano, non regge la concorrenza del cavallo. Ovvio, quindi, che il quadrupede sia uno di casa. E come uno di casa viene curato e accudito.
Ora vediamo di capirci bene. Nessuno può minimamente neanche supporre di assumere questo bucolico quadretto come un modello da esportare, rivoltando l’organizzazione sociale dominante come un calzino in nome dell’amore per i cavalli. Però fra Norco e l’indifferenza; fra Norco e i maltrattamenti; fra Norco e il disconoscimento dei diritti fondamentali degli animali e, dunque, anche dei cavalli, non è poi così impossibile darsi da fare per una ragionevole via di mezzo.