Trec, Francia contestata per gli Europei 2010
DALLA FRANCIA è arrivata questa lettera scritta dal Presidente della FITE Hervé Delambre:
“Di ritorno in Francia, tengo a ringraziare la FITETREC-ANTE Italiana per il modo in cui il Campionato Europeo è stato organizzato e condotto, al pari dell'immagine eccellente che è stata percepita tanto dal pubblico che dai partecipanti, responsabili e accompagnatori. Tengo a sottolineare il rigore tecnico che non ha dovuto soffrire per alcuna critica seria. È un elemento estremamente importante per la credibilità del nostro sport e dell'organismo organizzatore, in questo caso la FITETREC-ANTE.
“Per quanto riguarda i miglioramenti e precisazioni che possono essere portati nel regolamento internazionale, l'assemblea generale del 31 agosto ha permesso di fare il punto su alcuni aspetti insufficientemente espliciti e/o che possono causare contestazioni.
“Un ampliamento sarà discusso nel corso della riunione della commissione sportiva che si svolgerà a Verona il 6 novembre prossimo, come preliminare per il futuro. Esamineremo anche l'aspetto che avete sollevato per quanto riguarda la continuità dell'organizzazione, con particolare riguardo al tracciamento del POR. Tengo tuttavia ad osservare sull'argomento che Giorgio Vincent è l'istruttore degli elementi traccianti internazionali e che la sua presenza sarà imposta in Austria l'anno prossimo, come lo è stato quest'anno. Questa continuità, voluta dal delegato tecnico e sostenuta da me, sarà dunque garantita.
“Nell'ipotesi in cui Giorgio Vincent non potesse effettuare questo lavoro, la presenza di Yannick Eudeline - apprezzato per ciò che ha fatto a San Piero in Bagno e per la collaborazione perfetta con Giorgio Vincent - sarebbe effettivamente necessaria. Con i miei complimenti rinnovati, vi chiedo di trasmettere le mie felicitazioni a tutto il gruppo d'organizzazione - specialmente a Riccardo Scorsone - a tutti i volontari e responsabili interessati, Yannick Eudeline, Giovanni Sabbatini, e Nico Belloni. A questo riguardo, la riduzione delle ricompense, perfettamente condotta, è stata un esempio da seguire.
“Che mi sia perdonato se ho dimenticato qualcuno ed invito voi a ringraziarlo da parte mia, per riparare a questa mia dimenticanza. Devo ancora sottolineare la grande qualità del settore alberghiero, l'accoglienza riservata a tutte e tutti i partecipanti. La prego di credere, signor presidente, Alberto caro, alle mie sensazioni molto amichevoli. “
NON SI È FATTA aspettare la risposta del Presidente Alberto Spinelli, che oltre a ringraziare ha espresso alcune perplessità, sul campionato futuro 2010 che si terrà in Austria: “Spero che il Sig. Georges Vincent, non trovi il tempo di poter presenziare al prossimo campionato europeo che si svolgerà in Austria, e che pertanto venga a mancare la disponibilità di fare il tracciato, in modo che come da propositi, già in precedenza definiti a livello internazionale, il tracciatore precedente collabori con il successivo e via di questo passo. Questo per portare una continuità e professionalità garantendo la possibilità a tutte le Nazioni di avvicinarsi agli standard francesi, in un calendario annuale a rotazione, in modo da crescere tutti di livello”
“La Francia continua a guadagnare medaglie, e questa posizione di superiorità, le garantisce di poter prenotare nuovi successi anche per il 2010 in Austria.
“La scelta di riconfermare ancora una volta lo stesso “tracciatore”, ovvero colui che visionerà preventivamente la zona dove si svolgeranno le gare, e traccerà i percorsi, suona come una nota stonata.
“E’ vero, ci rispondono tutti, francesi e non, è il più bravo ed il più preparato. Siamo tutti d’accordo su questa affermazione, ma il problema che emerge, non è di poco conto: Georges Vincent è francese.
“Siamo tutti sportivi, e razionalmente la squadra francese meritava di vincere, perché ha saputo preparare i propri campioni, nel modo migliore. La domanda che continua a vorticare, e che non trova mai risposta, è: potrà mai il tracciatore, essere un tecnico di una Nazione diversa dalla Francia? Questa domanda la rivolgiamo alla FITE, in quanto organo massimo e deliberatore degli incarichi. Possibile che non si riesca a formare un tracciatore, o che si possa accettare un percorso di gara forse, e sottolineo forse, un po’ meno articolato e complesso, ma gestito dalle Nazioni a rotazione?
“Questa volta si sente ancora di più, l’imbarazzo se così lo vogliamo chiamare, da parte di tutti, che al posto di esprimere i reali sentimenti, festeggiano le tre nazioni vincitrici, e pongono una pietra, sopra a questa situazione difficile.
“Proveremo a fare un pronostico, un po’ scontato, un po’ “minestra riscaldata”: se in Austria l’anno prossimo vincerà di nuovo la Francia, forse questa vittoria sarà deludente, perché in ogni addetto ai lavori, e ad ogni osservatore attento non sfuggirà il fatto che il percorso viene tracciato sempre dalla Nazione che poi sale sul podio.
“Non vuol essere una polemica, un cercare di condizionare le decisioni, ma se questo è il futuro, ci chiediamo se dopo l’Austria, il tracciatore sarà sempre lo stesso, o quanto meno sempre della stessa Nazione; va bene che il TREC ha origini francesi, ma in fondo siamo tutti europei”.
Forse bisognerebbe trovare una “bussola”, che come per l’orienteering in gara, potesse indicare ai dirigenti FITE, la strada migliore da seguire; ma questo strumento, fa già parte della formazione, ed è già vissuto nel consiglio internazionale, quindi l’unica risposta che possiamo darci, è che se la direzione rimarrà questa, forse perderemo delle grandi occasioni per competere fra Nazioni alla pari, mancando anche l’arrivo all’ultimo check-point: lo sviluppo del TREC in tutta Europa.
Ogni atleta vuole la vittoria libera da possibili incrinature di natura politica o polemica perché vuole solo lo sport.
Viene da chiedersi, come mai un’organizzazione internazionale quale la FITE, non è riuscita a guardare oltre all’ostacolo, e percepire il malumore che le decisioni prese dal consiglio, hanno generato. Dalla nostra incompetenza, non pretendiamo di dare suggerimenti, ma con molta umiltà, chiediamo a chi vorrà rispondere, perché non si vuole investire fiducia e responsabilità in Nazioni e tecnici diversi da quelli che ormai sono diventati la convenzione naturale di uno sport, che oltre ad avere grandi atleti, ha un grande bisogno di visibilità, ma senza polemiche.





















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