Pisa, "Comunicare (con) il cavallo" buona la prima
C’è sempre una prima volta, recita un vecchio detto, e così è stato anche per questo corso di formazione professionale che, per la prima volta appunto almeno in Toscana, l’Ordine dei Giornalisti ha dedicato alla comunicazione sulle tematiche del vasto mondo del cavallo.
Si è tenuto giovedì 4 aprile, presso l’Ippodromo di San Rossore il primo corso in Toscana dedicato ai giornalisti, ma aperto a chiunque abbia avuto la voglia e la curiosità di partecipare dal titolo: “COMUNICARE (con) IL CAVALLO. Storia, attività e nuove prospettive della millenaria relazione uomo-cavallo”.
All’evento, patrocinato dall’Ordine dei giornalisti della Toscana e dalla Fondazione dell’Ordine dei giornalisti della Toscana, sono intervenuti otto qualificati esperti provenienti da tutta Italia, non solo giornalisti, ma anche docenti universitari, storici e tecnici: Maria Lucia Galli, Paolo Baragli, Luca Marcora, Renzo Castelli, Maurizio Soverchia, Stefano Serni, Riccardo Balzarotti e Paola Olivari.
I saluti di benvenuto, oltre al vicepresidente dell’ordine dei giornalisti Michele Taddei, sono intervenuti anche Emiliano Piccioni, direttore Alfea; Lorenzo Bani, Presidente Parco MSM e Maurizio Rosellini, Presidente di Final Furlong, rete di imprese che ha collaborato attivamente alla realizzazione del corso.
Prima di addentrarci nelle tematiche che sono state trattate però, qualche parola voglio spenderla su come sono stati selezionati gli argomenti, perché forse è stato l’aspetto più difficile.
L’idea di un “corso per i giornalisti” ci è venuta sollecitate da Maurizio Rosellini, che ha messo in piedi una serie notevole di iniziative nella settimana del “Premio Pisa” – evento clou della stagione ippica dell’Ippodromo di San Rossore – con le colleghe Maria Lucia Galli e Paola Olivari. In prima battuta però abbiamo pensato che fosse semplicemente impossibile, condensare in poche ore qualcosa del genere.
Impossibile, cosa di cui siamo tuttora tutti convinti, delineare infatti le innumerevoli sfaccettature, lati, aspetti, protagonisti del mondo del cavallo in tre ore. Tre giorni, forse. Anzi no, tre settimane, meglio.
Eppure ci siamo messi lì e, incontro dopo incontro, virtuali purtroppo essendo noi sparsi, letteralmente per il Bel Paese: Maurizio lanciava la chiamata da Verona, agganciava Paola a Milano, poi io a Pisa e infine Roma, con Maria Lucia.
E così abbiamo pensato a un “primo modulo”, perché questo appunto secondo noi ha rappresentato questo incontro: la prima pietra, diciamo, di un percorso formativo e informativo che speriamo lungo e fruttuoso. Abbiamo così pensato a quali potessero sembrarci le cose fondamentali, o meglio almeno basilari, da trasmettere ai colleghi, e non solo.
Come insegna la filologia, e la storia si parte dall’inizio: ovvero proprio da storia, mito e simbologia di una relazione millenaria; nessuno poteva occuparsene se non la nostra Maria Lucia Galli stessa, direttrice di questa testata, psicologa, autrice peraltro del bellissimo libro Il cavallo e l'uomo. Psicologia, simbolo e mito (More than a Horse editore) in cui tratta questi aspetti in maniera chiara ed esaustiva, sotto ogni profilo.
A seguire l’etologia, con il prof. Paolo Baragli, ricercatore e docente presso il dipartimento di Scienze Veterinarie dell'Università di Pisa, per poter introdurre “chi” è il cavallo, come pensa, come si muove, come percepisce il mondo, i suoi simili e gli esseri umani attraverso i suoi recenti studi.
Introdotto dunque l’animale e la sua storia, occorreva parlare di allevamento, e nello specifico della conservazione delle razze autoctone, in Italia ne abbiamo ben 27 (33 includendo anche gli asini), caso unico al mondo. Esiste un’associazione, la Anareai (Associazione nazionale allevatori razze equine e asinine italiane): al suo presidente Luca Marcora il compito di raccontare dunque quali sono queste razze e come attraverso di esse sia possibile anche tutelare i territori, promuovere l’equiturismo e la biodiversità.
Non potevamo certo dimenticarci del luogo che ci ha ospitato: l’Ippodromo di San Rossore che come ha poi ricordato nei saluti introduttivi Emiliano Piccioni, direttore ALFEA, è luogo che accoglie e promuove sempre con piacere e interesse ogni tipo di evento che abbia come scopo la promozione della “cultura del cavallo”. Abbiamo quindi inserito due autorevoli relatori per raccontare il mondo del galoppo e del trotto, affidati rispettivamente a Renzo Castelli, giornalista e storica voce del “Paese dei Cavalli” ovvero di Barbaricina e dell’ippodromo di San Rossore e Maurizio Soverchia, a lungo dirigente Encat/Unire per il trotto.
Ma facciamo un passo indietro: prima di parlare delle varie attività sportive e non che si possono fare a e con il cavallo, ci sembrava doveroso ricordare che senza il cavallo l’uomo non sarebbe andato proprio da nessuna parte. In particolare sarebbe stato impensabile, almeno fino all’industrializzazione e l’avvento delle macchine, promuovere qualsiasi attività: dall’agricoltura, al commercio, alle guerre. A questo tema abbiamo voluto dedicare attenzione, con Riccardo Balzarotti - ufficiale di Cavalleria che ha percorso, con un rapido excursus, il mondo dei “cavalli in guerra”, ricordando che è con il loro sacrificio e coraggio che sono state fatte le grandi imprese.
Ecco che dopo questo doveroso tributo siamo tornati agli sport equestri, con Stefano Serni - presidente Comitato regionale Fise Toscana, per raccontare sia il mondo del salto ostacoli, che rappresenta circa l’87% del totale, che del dressage, endurance, completo, reining.
Gli ultimi due interventi li abbiamo affidati alle sapienti mani di Paola Olivari, per trattare sia il tema del viaggio a cavallo, argomento di cui è esperta, che per tirare le fila di tutta la mattinata, con l’arduo compito di stilare una specie di “vademecum” per i giornalisti, per non incorrere negli errori più frequenti come definire “fantino” un cavaliere, puledro un “pony”, confondere ippica con equitazione e via dicendo.
Ecco dunque composto il corso, che l’Ordine dei Giornalisti ha approvato, e i relatori pure, accettando la sfida di condensare l’argomento proposto in soli 15 minuti. Una vera impresa. Molti si sono avvalsi dell’aiuto di slide, altri sono riusciti a dire soltanto alcune delle cose che avrebbero voluto, ma han no saputo seminare interesse e spunti di riflessione per poi approfondire; di certo non sono mancate grande curiosità, attenzione, non solo da parte degli iscritti al corso, e quindi dei giornalisti, ma anche dei tanti appassionati che hanno partecipato all’incontro, ponendo poi domande, osservazioni e richiedendo di includere anche altri argomenti, dei quali abbiamo preso nota.
Se lo scopo dunque era da un lato quello di fornire ai giornalisti “qualche dritta e un vademecum per scrivere correttamente di cavalli”, dall’altro l’intento ben riuscito è stato quello di iniziare un percorso formativo e informativo che possa promuovere la cultura del cavallo, così radicata nel nostro territorio, in particolare nella zona che, non a caso, ha ospitato l’iniziativa ovvero il Parco di San Rossore, Migliarino, Massaciuccoli e più precisamente lo storico Ippodromo.
Noi ci siamo impegnati molto perché questo evento rappresentasse un primo seme, certo da coltivare, annaffiare e aspettare che dia il suo frutto, continuando sempre a lavorare, nella convinzione che diffondere in ogni modo e in ogni forma la cultura del cavallo sia la chiave che apre la porta a una corretta comunicazione, e quindi a una corretta visione di questo millenario amico che non finisce mai di meravigliarci, di stupirci e rapirci per portarci ancora e sempre sulla sua schiena (attenzione non si dice groppa!) verso nuove antiche avventure.
Verrete con noi? Speriamo di sì!