Salto al Global, Gaudiano terzo salva l'onore azzurro
Quando un sindaco di Roma lungimirante e stufo di concerti e comizi darà il via ai lavori di scavo, l’antica pista del Circo Massimo verrà ritrovata quasi intatta (i romani ci sapevano fare con i sottofondi) a 7 m di profondità. Per ora, tocca aspettare il Longines Global Champions Tour per avere un campo di gara d’equitazione nell’antica Valle Murgia con la tappa capitolina del circuito (quest’anno il 16°) ideato dal l'olimpionico olandese (Barcellona 1992 a squadre) Jan Tops, che oggi si è conclusa con le gare della massima categoria, le 5 stelle,
Nella mattinata l’Italia, grazie a due Carabinieri dell’area romana, sfiorava il successo nella terza gara a 2 stelle (13 ostacoli da 1,45 con salti, 25 mila euro di montepremio, 26 concorrenti) a tempo con barrage, caratteristica anche delle due precedenti, vinta al barrage (39,79 il kronos) dalla statunitense Stella Stinnet in sella al castrone baio oscuro belga sedicenne Copain Z. Secondo (41,01) si piazzava Stefano Previtali con l’ottimo figlio francese di Diamant de Semilly, il grigio decenne Come on Semilly, binomio già 4° venerdì e sabato, mentre terzo (41,07) era il completista olimpico (ora tecnico FISA del three-events) dell’Arma Stefano Brecciaroli con il castrone grigio italiano dodicenne Masai delle Schiave, coppia già in gara nelle giornate precedenti.
Finalmente nella prima gara 5 stelle a tempo, senza spareggio (12 ostacoli a 1,45 con 14 salti, 25 mila euro, 32 concorrenti), c’era l’urlo liberatorio della folla straripante di spettatori per il primo - e purtroppo unico in questo Global - percorso netto di un binomio azzurro, con il baio oscuro decenne Crack Balou (in sella il carabiniere Emanuele Gaudiano) cui la notte deve aver portato consiglio dopo il mezzi disastro di ieri (19 penalità) nel Gran Premio Città di Roma, chiuso al 31° posto. In precedenza l’esperto Piergiorgio Bucci (che da giovedì sarà a Varsavia in sella a Carpe Diem per la finale delle EEF Series) aveva dovuto incassare un rifiuto al terzo ostacolo del suo undicenne grigio tedesco Scuderia 1918 Casago che gli caricava 4 penalità. Anche il giovane commilitone di Gaudiano, il neo ventenne Giacomo Casadei chiudeva netto il percorso ma uno scarto della altrettanto giovane (10 anni) baia italiana Tamis tra l’ottavo e il nono ostacolo lo penalizzava cronometricamente. Vinceva, sicuramente facendo felice il premier Erdogan, il turco Derin Demirsoy che montava un superbo castrone baio tredicenne olandese, rampollo (è tutto dire) di Diamant de Semilly, Elzas, ex dell’azzurra Giulia Martinengo. 3° Gaudiano, 11° Casadei, 23° Bucci.
L'ultimo impegno apicale, stavolta con la scrematura dei concorrenti (13 ostacoli da 1,50 con 16 salti, 96 mila euro, 39 concorrenti) si presentava all’altezza del blasone dei partecipanti, provenienti da tutti i Continenti. “Un percorso disegnato per selezionare, con combinazioni di chiara difficoltà, tenendo conto che si andrà al barrage” spiegava il direttore di campo, di caratura mondiale ed olimpica, Uliano Vezzani. E con una sorpresa, il ritorno a Roma, dopo 34 mesi dalla sua partenza per il lontano Oriente, di Tokyo du Soleil, sempre lucido e bello come quando vinceva a mani basse sotto la sella dell’aviere laziale Luca Marziani. Perdita ingiustificabile, sotto ogni profilo, la sua cessione, alla quale opporre che dopo il passaggio ai giapponesi Tokyo non ha più centrato nulla d’importante, è tragicamente banale. Con in sella Mike Kawai, il figlio quindicenne di Montender (vincitore della Coppa delle Nazioni 2018 a Piazza di Siena con Marziani) collezionava 12 penalità, quante ne incassava l’azzurro Francesco Turturiello su Made In’t Ruytershof, decenne baia belga nipote dell’onnipresente Diamant de Semilly. La coppia olimpica di Rio 2016 e Tokyo 2021 Chalou/Emanuele Gaudiano spazzava via nella prima parte del percorso un paio di ostacoli e, compresa la brutta aria, si ritirava. Rimaneva Piergiorgio Bucci sulla baia undicenne belga Naiade d’Elsendam Z che però sbagliava a inizio e fine percorso, uscendo dal barrage. La gara andava al binomio tedesco Solid Gold Z/Christian Ahlmann, con il baio undicenne di proprietà del cavaliere teutonico e vedeva gli azzurri solo a metà classifica, con Bucci 21° e Turturiello 27° appena davanti all’indimenticabile Tokyo du Soleil.