''Quando alla Farnesina c'era il Verbo...''
"Oh! che bello, oggi c'é".
Questo era il mio pensiero quando entrando nel cortile della Società Ippica Romana vedevo il van bleu dei Carabinieri parcheggiato.
Ore otto?
GB andava giù in fondo dove teneva i suoi cavalli avendo ben in mente il programma di lavoro che....saltava subito, e si diceva: "Oggi: guardare".
Eleganti, in divisa i Suoi collaboratori, Sardi di Sardegna preferibilmente esperti pure in buoni sughetti per gli spaghetti, erano a cavallo, ognuno sul cavallo a lui affidato.
Quattro, cinque cavalli: giovani, medi, anzianotti cavalli.
Talmente ben lavorati e preparati dal Verbo e,dalla scuola del Verbo che nonostante i mantelli di colore diverso sembravano parenti, tanto si assomigliavano.
GB aveva lì alla Farnesina a quei tempi, anni 70 due o tre cavalli da montare, Flamenco compreso, ma allora non si rendeva conto di quanto fosse fortunata, eran sempre pochi.
Che facevano i Meloni, i Licheri & company in campo a cavallo?
Passo, passo sulla pista un po' a mano sinistra, un po' a mano destra.
GB: "Permesso?"
"Buon giorno, buon giorni vari".
E, guardando l'orologio entrando in campo, pensavo: "Bene! Ho tempo", calcolando i miei tempi tecnici per espletare il lavoro che avevo programmato per ciascuna delle mie cavalcature e loro passeggiavano.
Al mio terzo cavallo arrivava Lui.
Che erano? Le 11....le 11.30?
Il percorso basso, ma completo di 12 salti come minimo, con gabbie varie, era pronto per il suo arrivo.
Cambiava cavallo senza scendere, al volo.
Dal primo passava al secondo, con i cavalli accostati, fermi, immobili, ben educati, con il carabiniere o i due carabinieri di fronte.
Il lavoro alla Farnesina da parte di Raimondo D'Inzeo, in quei giorni, era dedicato solo al percorso, cinque minuti di trotto e galoppo e via.
E partiva il binomio.
Quattro cavalli, quindici minuti per uno.
Totale un'ora = Concetto e valore di peso specifico.
GIOVANNA BINETTI