Medicina omeopatica: ciò che è
degno di essere curato nei cavalli
CIO' CHE E' DEGNO di essere curato: ovvero il concetto di malattia nella medicina omeopatica. In genere si chiama il veterinario quando un cavallo è affetto da una malattia, cioè quando le sue funzioni organiche sono in qualche modo compromesse.
La malattia è la perdita dello stato di salute, la rottura di un equilibrio che porta al sopraggiungere di una patologia. La nostra formazione classica universitaria ci insegna a scomporre il corpo in vari organi e apparati che possono essere sede di patologie di varia natura, secondo una visone meccanicistica.
Le differenze tra la clinica allopatica ed omeopatica sono sostanziali. La prima si basa sulla diagnosi della malattia con ausilio di indagini strumentali. Serve conoscere l’agente eziologico, cioè quello che ha scatenato l’evento morboso.
La clinica omeopatica, medicina dell’individuo, riconosce nell’uomo e nell’animale i quadri patogenetici dei rimedi ottenuti dalla sperimentazione pura.
La medicina allopatica si interessa agli apparati, agli organi, ai tessuti, alle cellule, alla genetica, al metabolismo ed è specialistica e analitica. Il concetto di malattia è circoscritto a una lesione organica, all’interpretazione di analisi biochimiche o strumentali sempre più spesso molto sofisticate, alla sostituzione di organi, abbracciando un approccio meccanicistico.
La medicina omeopatica prende in esame “l’individuo come un organismo soggetto all’influenza della psiche e dell’anima “ che influisce e determina il meccanismo fisiologico. Dunque il malato è l’individuo, nel nostro caso un individuo animale, e non i suoi organi. Gli organi e i visceri fanno parte dell’animale ma non sono l’animale, per cui dal principio alla fine la malattia e la cura devono seguire lo stesso ordine dall’individuo agli organi e non viceversa.
Nel caso degli animali le esperienze fatte nel corso della loro vita, dalla nascita in poi, condizionano la loro psiche, la cui “esistenza” è stata riconosciuta, in quanto esseri capaci di provare emozioni. Dice il Dott. Paschero (medico omeopata argentino in Lezioni alla Luimo) mentre spiega cosa è degno di essere curato: “l’’ansia mentale e la sua componente somatica, ossia l’angoscia come ricerca del senso della vita” . Come applicare questo concetto sugli animali? Cos’è Il senso della vita nel cavallo? Io l’ho interpretato come la ricerca del proprio stato archetipico (modello originale), cioè nella possibilità di poter esprimere i propri modelli comportamentali normali.
Molto spesso gli animali si ammalano perché non possono esercitare i propri comportamenti normali, tra cui alimentarsi correttamente, relazionarsi con i propri simili, avere libertà di movimento. Ci sono malattie che i cavalli in natura non presentano , che vengono indotte dal modo di selezionare e gestire gli animali, es l’osteocondrite dissecante, la laminite, le coliche.
La malattia provocata dal nostro modo di gestire gli animali, viene vista invece come un evento esterno, inaspettato, casuale che colpisce una parte del corpo e che deve essere rimossa al più presto, piuttosto che il risultato di un di un cattivo adattamento all’ ambiente e all’addomesticamento .
Si usano in questo modo i farmaci ANTI antibiotico, antinfiammatorio, antipiretico, antiacido, antidepressivo, antiparassitario, ecc. .Questa visione limitata della malattia può portare a insuccessi terapeutici o recidive, perchè le cause scatenanti il processo morboso non vengono rimosse, e funzionano, quindi, da continuo stimolo a ri-ammalarsi. Senza contare la tossicità di alcuni farmaci e l’inquinamento ambientale che provocano.
L’omeopatia si pone come alternativa interessante alla condizione che vengono rimossi gli stimoli che ci fanno ammalare, chiamati gli ostacoli alla guarigione. Più ostacoli si frappongono tra il paziente e la cura, più difficile sarà per l’energia vitale liberarsi dalla malattia. Gli ostacoli possono essere molti: una cattiva alimentazione, permanenza prolungata in box, isolamento, impossibilità di sottrarsi a situazioni vessatorie (es un artiere manesco, un cavaliere esigente e irritabile),le vaccinazioni, sport agonistico, allevamento intensivo, precocità di messa in lavoro, genetica spinta ecc.
Allora quale può essere la validità del paradigma omeopatico in caso di presenza di ostacoli alla guarigione?
• Lenire sofferenze emozionali, una vita dura o una separazione può essere più accettabile
• Ripetizione minore di farmaci allopatici (es un cavallo asmatico può alternare omeopatia e cortisone riducendo la tossicità di questo farmaco
• L’omeopatia non ha impatto ambientale, né per le molecole escrete, né per i rifiuti che produce un farmaco: (confezione, blister, foglietto illustrativo,aghi, siringhe, bottiglie, deflussori, flaconi,plastica che chiude il flacone)
• Si fa informazione al cliente sulla possibilità di cure complementari e non tossiche e su una miglior gestione del cavallo
RIASSUMENDO
L’omeopatia , è una medicina non tossica, che ha un costo contenuto, facilità di assunzione e porta un beneficio a livello generale e non solo sull’organo colpito. Possiamo affermare in termini ecologisti che per i benefici che presenta può essere annoverata come medicina sostenibile. Con alcuni esempi pratici si spiega meglio il concetto di cosa è degno di essere curato.
ESEMPI
Cavallo scappa da una situazione di maltrattamento forse in cerca di cibo e acqua ed è vittima di un incidente stradale. E’ stremato sia fisicamente che psicologicamente. Sta con la testa bassa, mastica a fatica, è pieno di ferite e ha un ascesso aperto al petto. Decido di non fargli alcuna terapia antibiotica per le ferite, ma solo pulizia accurata e inizio terapia omeopatica, sia per i traumi fisici che per la prostrazione mentale. Si somministrano Arnica, Ignatia, silicea, e sulle ferite impacchi di t.m. di calendula e aloe vera. In brevissimo tempo riprende la voglia di vivere, aiutato sia dall’accudimento continuo, sia dalla vicinanza di altri cavalli, sia dalla medicina omeopatica che non ha provocato stress ed effetti collaterali.
Cavallo con diarrea alternata a leggere sindromi coliche. Soggetto molto emotivo, ansioso “sente la gara” e anche durante gli allenamenti non si rilassa mai, non si concentra. Con una cura omeopatica e un lavoro meno “duro”, un po’ di ore fuori al paddock il cavallo si è tranquillizzato e ha ottenuto buoni risultati in gara. Si sono usati Argentum nitricum e Arsenicum in dose LM
Cavalla sportiva da salto ostacoli ha un problema molto comune, che è la fragilità dell’unghia. Ha preso integratori per lungo tempo con scarsi risultati. Dalla storia che raccolgo apprendo che la cavalla è timida si spaventa facilmente e ha episodi di dermatite da stress. Dosi ripetute di psorinum alla potenza K risolve non solo il problema unghie, ma fa ritornare uno stato di serenità alla cavalla, che la proprietaria non ricorda di avere mai visto.
Cavalla con cisti ovariche ricorrenti che la portano ad essere sempre in calore e non utilizzabile per le gare durante l’estro.Alla visita riscontro un soggetto irritabile, sempre affaccendata a fare qualcosa, con voglia di controllo sugli altri, sensibile al box caldo e al calore estivo. Per la legge dei simili niente di più appropriato di APIS a potenze crescenti. Il risultato è eccezionale. I calori si stabilizzano, la cavalla rientra in gara serenamente. Costo della terapia poche decine di euro per 6 mesi. Questi esempi sono il significato della frase COSA E’ DEGNO DI ESSERE CURATO, l’INDIVIDUO non la malattia.
Dott.ssa Carla De Benedictis
Medico veterinario omeopata