L'Unire agli ippici: E mò damose da fa'....
E MÒ DAMOSE DA FA’. Questa scritta in puro dialetto romanesco (Umberto Bossi sarà felicissimo…) apparsa sul teleschermo ha concluso la conferenza stampa organizzata dall’Unione Nazionale Incremento Razze Equine, la mattina di giovedì 22 ottobre, in un grande albergo all’Eur (a due passi dalla sede dell’Ente) per illustrare ai giornalisti e agli operatori del settore “l’attuazione delle linee strategiche per il rilancio dell’ippica italiana”.
L’ippica nazionale era presente al gran completo. Per l’Unire c’erano il presidente Goffredo Sottile, il vicepresidente Filiberto Cecchi, i consiglieri Francesco Matafù e Nicola Veronico e il segretario generale Riccardo Acciai. E proprio ad Acciai è toccato la fatica maggiore: illustrare le immagini che via via scorrevano sul teleschermo e che erano la sintesi di un documento di circa 700 pagine dattiloscritte.
Il presidente Sottile ha aperto, naturalmente, i lavori. Di rilievo la sua osservazione a proposito dei futuri mezzi di sopravvivenza dell’ippica: “ Si può ancora pensare – ha detto – a un’ippica che si autofinanzia con i proventi delle scommesse, oppure a un sistema misto, che preveda l’intervento dello Stato. A mio parere, il sistema misto può essere il migliore”.
L’Unire, tanto bistrattata e a ranghi ridottissimi, stavolta ha compiuto una specie di miracolo. Nei termini stabiliti a suo tempo dal ministro Zaia (45 giorni), ha realizzato un documento che può passare alla storia come la prima pietra per la rifondazione dell’intero settore. Al di là delle polemiche e facendosi scivolare addosso le continue accuse di inefficienza, adesso l’Ente ha rimandato, per usare un termine calcistico, la palla al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, con il quale in passato ci sono anche stati momenti di tensione. In termini concreti, il dossier di 700 pagine ora sarà sottoposto all’esame degli operatori (ovvero delle Categorie produttive del trotto e del galoppo), le quali hanno tempo fino al 15 novembre per esternare critiche e suggerimenti. Termine entro il quale anche il MIPAAF dovrà esprimere la propria opinione se si vuole che la rifondazione dell’ippica italiana abbia inizio il primo gennaio del 2010.
Il documento tratta tutti i punti fondamentali indicati dal ministro Zaia. La riorganizzazione del sistema televisivo, il regolamento unico delle corse ippiche, il regolamento della giustizia sportiva, il Codice Etico dell’ippica italiana, il regolamento unico per la redazione dei calendari, il regolamento per la definizione del ruolo e per la classificazione degli ippodromi, l’obbligo della certificazione degli ippodromi da parte di un soggetto terzo, la creazione del fondo ammodernamento degli ippodromi, il piano pluriennale del marketing e della comunicazione, il piano pluriennale di formazione.
Nella lunga esposizione di Acciai tre punti, a nostro avviso, meritano particolare attenzione: l’introduzione della cosiddetta “clausola compromissoria” per cui tutti i soggetti attivi nel trotto e nel galoppo riconoscono la giustizia sportiva come unica sede per dirimere eventuali controversie; l’importanza di far riconoscere all’ippica lo “status” di sport onde poter accedere ai finanziamenti del Credito Sportivo; l’indispensabile necessità di creare un diverso rapporto con gli ippodromi basato sulla meritocrazia, elemento fondamentale anche nell’elaborazione del calendario annuale di trotto e di galoppo.
Non si è parlato di soldi, che sono il re dei problemi. In prima battuta, secondo le precedenti indicazioni ministeriali, 25 milioni dovranno essere destinati alla riforma della Tv. Ciò può essere un sogno se le casse dell’Unire continueranno a essere vuote o quasi e se il montepremi del 2010, pur con un forte taglio alla giornate di corse, dovrà restare sui 218 milioni di quest’anno.
Molti gli interventi, alcuni dei quali hanno riportato l’Unire e l’ippica al periodo degli “Stati Generali”. Va riconosciuto che non ci sono state voci di dissenso, il che può significare che finalmente gli ippici tornano a considerare l’Unire un patrimonio comune e non un nemico da combattere con ogni mezzo.
Per concludere, una buona notizia. Sembra che sia davvero questione di ore per l’arrivo nelle casse dell’Unire dei primi 75 dei 150 milioni stanziati dal Governo a favore dell’ippica.





















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