Luca Moneta, un cavaliere consapevole
Ci sono persone, nella vita e nello sport, che fanno di tutto per conseguire l’obiettivo prefissato, giocando anche “sporco”.
Ne esistono altre che percorrono strade più lunghe per arrivare a destinazione o si rendono conto di dover effettuare deviazioni che li fanno giungere alla meta più lentamente o in maniera meno appariscente. Otterranno un trofeo in meno ma una gratificazione personale incalcolabile perché agiscono spinti dalla passione e dalla consapevolezza di realizzare qualcosa che li soddisfa davvero.
Luca Moneta è uno sportivo sconosciuto ai non addetti ai lavori. Pratica l'equitazione, specialità salto ostacoli. Diventato istruttore decide di dedicarsi all'insegnamento relegando ai margini l'attività agonistica.
Partecipa a trent'anni al primo Gran Premio Nazionale ed esordisce nella squadra italiana a trentotto.
L'atleta ha una formazione classica e impara al meglio i precetti dell'equitazione tradizionale. Ma un giorno accade un imprevisto: gli viene mostrata una rivista inglese con la fotografia di un cavaliere che, montando a pelo e senza redini, salta un barile alto un metro e venti, impresa impegnativa anche per chi ha sella e imboccatura.
Rimane colpito e si pone delle domande: le persone aperte e intelligenti si lasciano sempre attraversare dai dubbi. Approfondisce e scopre l'esistenza di un metodo naturale di addestramento che studia, trasferendosi per un periodo negli Stati Uniti.
Con grande umiltà e disponibilità mette in discussione dalle fondamenta la sua tecnica equestre ricostruendola ex novo. Ma non si ferma qui: cambia anche la prospettiva nell'approccio col cavallo applicando l'etologia all'equitazione. Per lui il rapporto con l'animale deve basarsi su fiducia e rispetto. Un concetto importante che sarebbe auspicabile utilizzare anche in altri settori, non solo sportivi.
Luca riconosce che l'unica via naturale con i cavalli è quella di lasciarli pascolare rimanendo a bordo campo a osservarli. Montarli è una forzatura, ma la passione è troppo grande e lo spinge a cercare il metodo più naturale possibile che non ne alteri spirito, mente e struttura.
Conoscere le dinamiche fisiche e mentali dell'equino permette all’atleta di comprenderne le peculiarità, di comunicare con lui giocando per farne emergere i pregi dato che, all'interno del branco, il gioco è il mezzo principale per socializzare e apprendere.
Neptun Brecourt era un cavallo qualitativo ma assai complicato da gestire. Il proprietario l'affida a Moneta nel 2008 dopo che altri cavalieri non erano riusciti a combinare nulla di buono con lui. Un carattere difficile e un soggetto dall'andatura particolare, che fa storcere il naso ai cultori della raffinatezza estetica.
Moneta non vuole imporsi con la forza ma solo conoscerlo e farselo amico: impara che con lui non esistono certezze ma che “l'unica regola è che non ci sono regole”. Una volta presa coscienza del temperamento del destriero i due cominciano a tessere un rapporto basato su stima e amicizia che fanno maturare le potenzialità del cavallo, portandoli a raggiungere risultati ritenuti impossibili per chi conosceva l'animale: Coppe del Mondo, concorsi internazionali, campionati europei e mondiali.
Neptune diventa il cavallo di punta della sua scuderia: adesso l'animale ha quindici anni, un'età in cui è ancora competitivo ma da cui inizia la parabola della discesa fisica. Moneta decide di alleggerire il carico di lavoro e di stress dell'animale: Neptune continua a gareggiare ma, libero dalla pressione, prosegue gli impegni sportivi mantenendo serenità e giocosità. I risultati confermano la saggezza della scelta: a marzo vince con netto distacco il piccolo Gran Premio a Vejer de la Frontera lasciandosi alle spalle prestigiosi binomi. Il suo galoppo non sarà esteticamente perfetto ma di sicuro è efficace.
Quello che colpisce è che quando Luca fa una buona gara con Neptun, e non necessariamente si tratta di una vittoria, emana una contentezza disarmante. E' meravigliato di come il cavallo abbia risposto alle richieste dando il meglio: dallo sguardo e dal tono della voce si percepisce sincero affetto e riconoscenza per un amico fidato, dimostrando che tra loro esiste una relazione basata sull'amore e non di mero “lavoro”.
Serve empatia e assertività per creare tale profondità. L'empatia è il sapersi mettere nei panni degli altri per sentire l'altrui stato d'animo. L'assertività è la capacità di realizzare il proprio punto di vista senza prevaricare o essere prevaricati.
La collaborazione che si crea tra cavaliere e destriero è incredibile: Moneta dichiara scherzando che in gara i suoi cavalli sono in grado di percepire quel che lui pensa e rivela di aver perduto diverse competizioni perché ha visualizzato con un ostacolo di anticipo la condotta, magari una girata stretta, e il compagno, recependo il pensiero, ha eseguito subito il movimento ma davanti all’ostacolo sbagliato, facendogli perdere secondi preziosi per riallinearlo.
Luca cerca di comprendere i cavalli che gli vengono affidati con la premura dell’amico e non con la freddezza dell’uomo cinico.
Bonheur viene descritto con l'aspetto insignificante di un pony: rivela però esplosività, grinta e cattiveria che lo mettono alla pari di equini dotati di maggiori mezzi fisici. Con lui ad aprile ha vinto importanti categorie al Silver Tour di Arezzo.
Di Connery racconta di aver impiegato parecchio tempo per meritarne la fiducia. Un carattere a cui bisogna adattarsi e di cui occorre rispettare i tempi di maturazione. Nel mese di maggio ha vinto con lui a Drammen il piccolo Gran Premio e la Coppa delle Nazioni.
Molti cavalli arrivano alle sue scuderie manifestando problemi e aggressività.
Luca sostiene che la più grande soddisfazione è vedere il loro sguardo, velato da paura e angoscia, cambiare gradualmente giorno dopo giorno acquisendo serenità. Questo comporta spendere tempo e pazienza conquistando meno successi sportivi ma l'appagamento interiore non ha confronti: condividere un'emozione, sintonizzarsi con un amico e aiutarlo a crescere illuminano l'animo regalando benessere a differenza di un trofeo, che può solo impolverarsi.
Ma non vale solo per gli equini... ascoltare gli altri, saper cogliere le loro qualità nascoste, contribuire a farle uscire da un'apparenza ruvida è una capacità che possiede solo chi dispone di sensibilità, umiltà e grande apertura mentale.
Nel caso di Luca Moneta ne beneficiano anche i cavalli a cui viene permesso di conservare lo spirito magnetico e l’ammaliante personalità senza subire coercizioni. Un’ispirazione per tutti, cavalieri e non.