L'impatto socio-economico dell'ippica francese
Ancora la Francia dell'ippica, che stavolta riflette su se stessa attraverso uno studio realizzato dalla società di consulenza Deloitte, fondato su indicatori e dati relativi al 2022.
La filiera delle corse sviluppa un modello singolare, sia sotto l'aspetto del finanziamento, largamente positivo per lo Stato, che per la miriade di interventi che realizza nella sua attività.
Le specificità del settore permettono di quantificare e chiarire il ruolo e il peso socio-economico delle corse nella società transalpina, anche dopo i lavori parlamentari che hanno autorizzato nuove forme di scommesse, come già esplicitato nell'articolo apparso su questo sito il 21 febbraio scorso "Nuove scommesse ippiche in Francia".
Il rapporto commissionato dalla Societè d'Encouregement du Trotteur Francais (SETF) e France Galop è stato presentato al Salon International de l'Agricolture 2025, il più importante salone agricolo francese, che si tiene ogni anno a Parigi, al fine di "quantificare e qualificare l'impatto dell'attività in termini di fiscalità, impiego, bilancia commerciale e contributo al PIL nazionale".
Si mette in rilievo il carattere multidimensionale dell'ippica che crea una filiera autonoma e produttrice di valori in tutti i settori:
- il lavoro, con oltre 40.000 addetti diretti e indiretti
- il bilancio statale con 951 milioni di contributi fiscali diretti
- la ricchezza nazionale con 2,3 miliardi di contributi al PIL
- la bilancia commerciale con un surplus di 770 milioni
- il settore delle scommesse con 9,6 miliardi di raccolta, di cui 7,3 miliardi tornano agli scommettitori vincenti
- la diffusione e l'animazione nel territorio con 233 ippodromi in tutte le regioni e gli allevamenti in 89 dipartimenti
- il settore della formazione con più di 1.000 allievi
Un contributo essenziale alle corse è fornito dal volontariato. I volontari sono circa 12.000 di cui almeno 6.000 attivi. e forniscono circa 1,6 milioni di ore di attività l'anno.
Per quanto attiene al PIL e ai 2,3 miliardi di contributi, si rileva che oltre un miliardo proviene dalle Scommesse, 140 milioni dall'attività degli ippodromi e il resto da proprietari, allevatori, allenatori, agenzie.
La raccolta complessiva del gioco di 9,6 miliardi è effettuata per 81 milioni sugli ippodromi, 9.135 milioni attraverso le agenzie del Pari Mutuel Urbain (PMU) e 340 milioni dal gioco online.
Esaminando gli operatori delle corse, si rileva l'esistenza di 13.832 allevatori, di cui 7.059 nel trotto per un totale di 28.813 fattrici. La cifra d'affari del comparto è di 291 milioni, di cui 106 milioni per il trotto.
I proprietari sono 4.227 con un ricavo di 234 milioni. Gli allenatori 2.151, con ricavi di 42 milioni per il trotto e 154 per il galoppo.
Un ultimo sguardo agli occupati. Quelli direttamente della filiera ippica sono oltre 29.000, nell'allevamento 4.138, nell'attività di allenamento 6.046, nelle strutture organizzative 1.071, nella formazione 335, nel settore delle scommesse 2.065, nella vendita dei cavalli e nella stampa 231, nei punti di vendita del gioco (PMU) 13.454, altri addetti 1.749. Per un totale degli addetti indiretti di 10.719.
Tali impieghi sono relativi a tutti i livelli di qualificazione, particolarmente concentrati nelle zone rurali e contribuiscono al mantenimento della vitalità economica e sociale dei territori interessati.
In conclusione: il sistema rimane molto vitale, autonomo da interventi diretti dello Stato che comunque provvede a mantenere e incrementare le risorse con provvedimenti legislativi adeguati, intervenendo sul gioco clandestino e difendendo la filiera dalla pressione dagli altri giochi.