Lega Ippica: Sport e scommesse, eterna lotta
LA LEGA IPPICA ITALIANA comunica: "La storia degli ultimi quarant’anni del nostro settore è ormai nota a tutti anche perché, di questi tempi, è rivenuta fuori in maniera prepotente, accompagnando le varie “ricette” per il rilancio dell’ippica. Vale la pena, però, fare un breve riassunto, anche per capire, nel tempo, come si è evoluto il rapporto fra il nostro sport e gli assuntori delle scommesse.
"Fino alla metà degli anni Ottanta c’era lo Sport con la “esse” maiuscola al centro del sistema e le agenzie che, invece, offrivano un servizio, ovvero quello di consentire a chi non poteva essere presente all’ippodromo, di poter effettuare le proprie scommesse. Era l’epoca in cui chi andava in agenzia lo faceva in maniera “mirata”, ovvero si ritagliava quello spazio di tempo per essere presente all’ora precisa in cui c’era la corsa che interessava. Sul finire degli anni Ottanta e, soprattutto, all’inizio degli anni Novanta, la situazione si è completamente invertita: al centro le agenzie e le corse al servizio degli assuntori del gioco.
"Da lì la nascita delle matinée, i palinsesti programmati in funzione del gioco esterno e la lotta dei gestori degli ippodromi per avere quei 30 secondi in più di visibilità in tv, forieri di un gioco più massiccio sulla propria piazza. Tutto ciò, senza curarsi minimamente del pubblico del campo… In pratica, si può tranquillamente affermare che, fino ad un certo punto, le agenzie sono state al servizio dello “sport ippica”, poi le parti si sono invertite e lo “sport ippica”, identificato semplicemente come una pallina che deve girare per favorire la scommessa, si è completamente snaturato provocando la disaffezione dello “zoccolo duro”. Recuperarlo, a questo punto, sarà impresa dura, ma non è questo, al momento, che ci interessa.
"Ciò che, invece, ci piace sottolineare, è un’altra cosa: per oltre vent’anni le corse si sono svolte solo e soltanto per continuare a far “girare la pallina”, senza la minima attenzione verso quella che è la natura del nostro sport, sfracellando sistematicamente tutto ciò che era stato costruito in precedenza, demolendo gli Enti Tecnici e distribuendo senza il minimo criterio soldi “a pioggia” (perché fino a un certo punto di soldi ce ne sono stati e anche tanti…), ma senza “costruire” niente e dimostrando la lungimiranza di uno stratega di terza scelta.
"E oggi, dopo un disastro simile, ci scandalizziamo se all’interno di un progetto si prevede l’installazione delle slot negli ippodromi? Le corse virtuali, purtroppo, e sottolineiamo dieci volte quel purtroppo, sono una realtà con cui dovremo fare i conti: e, allora, se proprio ci devono essere, non è un bene che il 50% del prelievo (di cui almeno il 25% a montepremi) sia destinato all’ente che controlla il sistema ippico? E ancora: in molti ippodromi, ormai da diversi anni, ci sono le slot machines. Qualcuno ha mai levato un grido di protesta per questo? Mai, silenzio assoluto…
"Ecco perché viene da pensare che la battaglia per delegittimare il progetto di Lega Ippica basandosi sui racino’s sia puramente strumentale: alcuni ippodromi, seppur a livello embrionale, e con buona pace di tutti, sono già dei racino’s, ma nessuno ha avuto niente da obiettare. E se questa forma di esercizio riuscirà a portare denaro fresco nelle casse dell’ippica, beh, non sarà uno scandalo. Sta a noi ippici far capire quale grande differenza esiste tra una bella corsa di cavalli veri e una corsa proposta da una macchinetta.
"E per farlo, noi abbiamo tutto: i migliori allevatori, i migliori allenatori, i migliori guidatori e una cultura e una tradizione da riscoprire e da valorizzare che pochi paesi al mondo possiedono. E allora, forza, diamoci da fare in questo senso perché è questo che rende vivo, attuale e forte il progetto di Lega Ippica Italiana. Il resto sono solo… “chiacchiere e distintivo”!