Le amazzoni italiane tra emozioni e vittorie
E' del giorno prima del 25 aprile 2015 la notizia che un'amazzone, Giulia Martinengo-Marquet ha vinto la Medaglia d'oro ai Campionati italiani Assoluti di salto ostacoli nell'equitazione. Diciassette anni dopo Alessia Marioni, 21 anni dopo Manuela Bedini. Solo tre le donne che hanno vinto il titolo italiano della disciplina simbolo dell'equitazione in tutto il mondo. La Martinengo, friulana di nascita, classe '79 è l'ultima regina in ordine cronologico, di uno sport, quello dell'equitazione appunto che da qualche anno sta facendo grandi sforzi per sollevarsi da una situazione sportiva difficile per non dire, con le parole del presidente della Federazione Italiana Sport Equestri - Vittorio Orlandi - in una recente intervista, "disastrosa".
Da circa otto mesi le notizie più clamorose però in campo sportivo per la FISE, quelle che raccontano di medaglie, arrivano proprio dalle donne, come è accaduto ed accade spesso a tante discipline dello sport italiano. Ad agosto del 2014 ai Mondiali di Equitazione in Francia, l'oro e l'argento di Sara Morganti nel paradressage, l'argento di Anna Cavallaro nel volteggio. Poi a febbraio il terzo posto ancora della Cavallaro nella Coppa del Mondo. Ed ora il salto ostacoli, regno per quest'anno di Giulia Martinengo-Marquet. E Costanza Laliscia ha vinto recentemente una gara internazionale di Endurance, lo sport che è la maratona dei cavalli in sostanza.
Certo la squadra nazionale di salto è tornata nella serie A della disciplina, Luca Moneta è andato a Las Vegas a disputare con onore, la finale della Coppa del Mondo sempre di salto. Ma le donne dell'equitazione italiana in questo momento sembrano avere una marcia in più quando si tratta di fare l'ultimo sforzo e salire sul podio.
E le donne che vincono, Giulia, Sara, Anna, sono comprese in una fascia di età ben precisa : tra i 29 anni della Cavallaro ed i 39 della Morganti, con la Martinengo-Marquet in mezzo a quota 36. Ovvero l'età nella quale la forza, la bravura, la tecnica si iniziano a connettere con l'esperienza, nella quale magari si diventa mamme (la Martinengo ha una bimba) o si riesce ad uscire con forza da un dramma: la Morganti ha la sclerosi multipla che ogni giorno la stanca ma che ogni giorno lei combatte. O ci si lascia definitivamente alle spalle un grave infortunio: la Cavallaro si ruppe il ginocchio qualche anno ma poi ha vinto due Coppe del Mondo di seguito.
I loro cavalli si chiamano Royal Delight, Harley ed Istafan Sissi ; in due casi su tre - Morganti/Royal Delight e Martinengo/Istafan Sissi - il binomio è tutto femminile. Sono naturalmente più che degli animali, sono compagni di una vita durissima, di sacrifici ed allenamenti all'alba come alla sera, col gelo e l'afa. Compagni di vita dunque trattati e rispettati come meritano di essere, senza urla, fruste, bastoni e quant'altro impedisce ai cavalli di vivere sereni e quindi di offrire serenità al cav...pardòn, alle amazzoni in questo caso che li montano o gli volteggiano sopra. Viva le donne dello sport italiano.