La lettera di Nunziata: Ma l'Unire dov'è?
Caro Direttore, pensierini in libertà sul trotto (e sull’ippica) di casa nostra, al passaggio da un anno all’altro. Pensierini suggeriti dai silenzi ormai cronici di coloro che – Unione Nazionale Incremento Razze Equine in prima fila – dovrebbero parlare e non parlano. Quale ente pubblico è oggi l’Unire, che se ne sta come in un eremo solitario, rinunciataria all’azione, che sarebbe invece l’arma vincente di fronte al proliferare dei veleni della stagnazione?
Il 2007 – lo avevamo anticipato circa un mese fa ed ora è stato confermato da più fonti – si chiude in negativo quanto a “raccolta” delle scommesse. Parlammo di probabile meno 3%, ora si anticipa un abbondante meno 4%. Ecco: perché l’Unire non esce allo scoperto e si spiega e ci spiega le cause di questo pluriennale declino? Prenderne coscienza nel profondo vorrebbe anche dire informare la platea, ma soprattutto localizzare le fonti del disagio economico per rimuoverle, o almeno per contrastarle.
Da un mese abbondante, mediate costosi spot televisivi e radiofonici, i Monopoli di Stato esortano la propria clientela a scommettere sicuro “sugli sport e sull’ippica”. E’ notorio che l’ippica non può considerarsi solo sport, ma è un mix fatto anche di agricoltura, di economia e di spettacolo. Adesso però il nuovo “gestore” distingue netto: da una parte gli sport e dall’altro l’ippica. Male perché, negando a sproposito l’aspetto più gratificante delle corse dei cavalli, le si relega al rango delle slot-machine e del gratta-e-vinci. Ne consegue che la grande stampa e la tv hanno quasi dimenticato l’ippica, gli ippodromi metropolitani si sono svuotati, ed ora anche le agenzie di città – malgrado il richiamo delle “corse in diretta” e la ghiottoneria del totalizzatore a riversamento nazionale - vanno diventando ricettacolo quasi esclusivo dei soli “incalliti”.
Ma parliamo un momento di trotto, appunto: quanto ci sarebbe da dire e mettere a fuoco, in proposito! Il trotto è basilare per l’intero movimento, perché nei decenni si è ingigantito più che svilupparsi, al punto da presentarsi oggi – nell’ottica di routine, almeno - più come una sconfinata mensa popolare che come il ritrovo distinto che riesce tuttora ad apparire il galoppo.
In fatto di scommesse – dati ufficiali alla mano – la corsa al trotto produce il -51,3% all’ippodromo e il - 62,2% in città, rispetto alla corsa al galoppo. Perché? E perché nessuno si cura di ridurre, con opportune “rettifiche” di comportamento, questo “gap” che ingiustamente mortifica la branca e priva l’economia del settore di entrate maggiori?
L’Unire, orfana da anni (e senza ragioni legittimamente plausibili) di un normale assetto funzionale, recupererà nelle prossime settimane (speriamo non nei mesi venturi) la sua struttura istituzionale. In scadenza il commissario Guido Melzi d’Eril, gli subentra il Consiglio di amministrazione, che – a termini dell’art. 6 dello statuto – è formato dal presidente dell’Ente (già nominato nella persona dell’ex prefetto Goffredo Sottile) più 6 membri, ovvero 3 consiglieri per trotto, galoppo e sella, 2 rappresentati la Conferenza stato-regioni e 1 esperto in materie giuridiche ed economiche.
In base al capo 3 dell’art. 5 il presidente propone al consiglio la nomina del segretario generale, ma stante il consenso già ripetutamente espresso dal dr. Sottile per Melzi segretario, impraticabile evidentemente l’ipotesi di un Melzi che si auto-dirotti a segretario, per abbreviare i tempi liturgici della procedura (e non solo per questo) pare che ad affidare a Melzi la nuova responsabilità provvederà un commissario ministeriale “ad acta”, che girerà quindi il segretario al Consiglio, quando sarà finalmente costituito.
Ahimé, ci tocca ancora aspettare. E poi?
Cordialmente tuo…