La carta della Regina, non solo un romanzo
Ippologia, ironia, mafia, rivincita e rinascita personale. Un connubio di tematiche diverse incastonate alla perfezione in una trama interessante, divertente e mai scontata. “La carta della regina”, il romanzo di Giorgio Caponetti, è un’opera da non perdere. Ambientato tra Venezia e la Sicilia di oggi, narra le vicende del Dottor Alvise Pàvari Del Canal un esperto ippologo e ricco ereditiero con un vissuto personale assai piatto e noioso. Tutti i suoi schemi e le sua monotona routine vengono stravolti quando, accompagnando la sua unica nipote all’altare, il professore si ritrova improvvisamente a far parte di una bizzarra, nobile ma povera, famiglia siciliana. Il viaggio da Venezia a Brancaforte non lo porta solamente nell’altro estremo dell’Italia, ma lo catapulta in una situazione complicata e aggravata da un inaspettato e scioccante colpo di scena. Alvise così si ritroverà ad avere a che fare con l’antichissima regina Adelasia, con documenti medievali e con una situazione finanziaria catastrofica al quale rimediare in quanto unico uomo di casa. Fino a quel momento, schivo e superficiale, il Professor Pàvari non potrà fare a meno di cercare una soluzione per salvare Dedè, erede di Adelasia e signora dei Marescalchi di Brancaforte, nonché sua parente acquisita. Per lei cercherà di riscattare l’enorme tenuta Siciliana entrando anche in contatto con le realtà omertose e i meccanismi complessi e pericolosi della mafia, riscoprendo un nuovo “Io” finalmente autoritario, deciso e realizzato. Le sorti di Alvise e della sua famiglia acquisita dipenderanno tutte da tre elementi: artigianato, ippologia e precisione, fusi in una corsa verso la perfezione.
Più di trecento pagine da leggere tutte d’un fiato grazie ad uno stile coinvolgente, ad un ritmo reso ancor più vivace dall’utilizzo del dialetto siciliano e veneziano. Descrizioni esaurienti e minuziose che mai risultano noiose e prolisse. Non solo un romanzo, l’autore spesso concede ai lettori anche nozioni di etologia, ippologia, storia medievale e di vita equestre antica, ponendo l’accento sulla preservazione delle razze, senza cadere mai in tecnicismi complicati o noiosi; attenzione che permette a tutti, intenditori o meno, di approfondire la propria conoscenza rimanendo nella trama romanzata. Una lettura che risulta leggera, nonostante la precisione e l’accuratezza della narrazione, condita da dosi di mistero e colpi di scena, in grado di poter appassionare amanti del romanzo, dei cavalli, della falconeria e persino della storia medievale.