La Formazione del Puledro secondo il metodo naturale
Sono stata invitata alla presentazione del libro scritto dal Col. Giuliano Bacco non sapendo di cosa si trattasse, in effetti, mi avevano solamente detto che il manoscritto riguardava la formazione del puledro, dalla nascita fino al suo primo addestramento a sella.
Ho ascoltato i vari interventi fino ad arrivare alla presentazione vera e propria da parte di Giuliano che spiegava e mostrava, anche attraverso fotografie e brevi video, quanto aveva sperimentato ed ottenuto negli anni durante il suo servizio presso il Centro Militare di Equitazione di Montelibretti ed il Centro Militare Veterinario di Grosseto.
Inutile che io esprima le forti emozioni che ho provato perché il suo lavoro si basa soprattutto sul rapporto che si crea tra cavallo e cavaliere mediante forme di “rispetto, fiducia, collaborazione, comunicazione etologica”!
Al giorno d’oggi, purtroppo, c’è ancora tanta gente che ignora la possibilità che il cavallo possa comunicare, imparare, collaborare, il mondo equestre non è ancora scevro da insapienza. Quando ho sentito Giuliano parlare mi sono letteralmente commossa non solo per le sue parole, ma soprattutto per i risultati raggiunti che, se divulgati, potrebbero essere utili a tantissime persone che (come me) amano la cultura equestre e sentono la necessità di informarsi per poter svolgere al meglio il proprio lavoro!
Di fatto, in Italia, che io sappia, non esistono testi che parlano della formazione del puledro proprio nei primi anni di vita, cioè in quella importante e delicata fase che va dalla nascita alla cosidetta doma: soprattutto se ci si rapporta alla comunicazione etologica tra uomo e cavallo, diventa una mancata occasione la non conoscenza di questo libro. Ma vi è di più, se si considera che, in realtà, Giuliano Bacco ha già pubblicato la prima edizione di questo manoscritto nel 2009 ed io non ne ero a conoscenza, nonostante vanti ormai una libreria che fa invidia a molti!
Tali scritti sono fondamentali per chi si approccia con i cavalli - e soprattutto con i puledri - perciò dovrebbero essere pubblicizzati e divulgati sui canali istituzionali e non, ciò al fine di metterli a disposizione di chi abbia voglia di leggerli e studiarli, onde acquisire le giuste informazioni (su questioni tecniche legate alla comunicazione etologica)!
Insomma, prima di montare in sella ad un cavallo è necessario conoscerlo, farsi conoscere, entrare in confidenza, in simbiosi, carpirne i particolari, ma è possibile farlo solo se si è empatici e se si è informati, solo in questo modo si può comunicare con un cavallo.
Ma su cosa si basa la comunicazione tra uomo e cavallo? E’ presto detto: si basa sul linguaggio del corpo. Giuliano ha osservato il branco, ha elaborato i dettagli, sentito emozioni, sensazioni, visto le aggregazioni, le discussioni, i giochi del branco ed ha utilizzato tutto questo per formare i puledri in maniera del tutto naturale. Ma Giuliano non è nuovo a questo metodo poiché già nella storia, benchè non si conoscesse la parola “etologia equina” il capitano Federigo Caprilli aveva impostato il lavoro secondo il rispetto del comportamento dei cavalli imparandone, altresì, la biomeccanica.
Tutti abbiamo sentito parlare del “Sistema Naturale“ di equitazione del capitano Federigo Caprilli (vissuto a cavallo del 1900), egli si è da subito distinto per via della sua sensibilità ed intelligenza che lo ha portato ad osservare i cavalli in natura per carpirne sia il linguaggio che il meccanismo dei movimenti, in modo da assecondarli durante il lavoro e, più in particolare sul salto. Il capitano Caprilli si discostò notevolmente dalla scuola del cavaliere Cesare Paderni che utilizzava un metodo innaturale di equitazione contrastando nettamente il movimento del cavallo (egli credeva che bisognasse sostenere il cavallo sul salto tenendogli la testa sollevata durante la parabola, mediante una trazione sulla bocca attraverso le redini).
Ebbene, oggi, grazie alla nostra storia (per via degli insegnamenti tramandataci da Caprilli) e alla scienza (attraverso lo studio dell’etologia equina e della biomeccanica) non abbiamo più scuse per non essere informati su come si monta e su come si può formare correttamente un cavallo ma, al contrario, dobbiamo farci carico di una responsabilità che è quella di migliorare la qualità del nostro sport, perché noi abbiamo un compagno senziente sotto la sella, non una motocicletta!
C’è molta confusione sulla doma, la gente fa distinzione tra “doma dolce e doma tradizionale”, ma di cosa esattamente si parla? Sono solo definizioni, etichette in contrasto fra loro, probabilmente coniate per accontentare sia gli aspiranti sussurratori, che i domatori di “Leoni“. Può essere mai una violenza, dolce?
L’autore ci illustra come in realtà la cosidetta “doma“ non esiste se il cavallo si fida e non ha motivo di mettere in atto comportamenti di difesa contro l’uomo: si può “domare un incendio”, non un cavallo che collabora!
Il cavallo è uno splendido animale con il quale possiamo crescere, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche sotto il profilo comunicativo attraverso la complicità che nasce da quel rapporto di fiducia di cui ci parla dettagliatamente Giuliano Bacco nel suo libro, descrivendoci, tappa dopo tappa, la progressione ideale di un iter formativo mai coercitivo per il cavallo.
Con l’allontanamento dai principi dell’ equitazione naturale, tramandataci dal capitano Federigo Caprilli e dai suoi uomini, Ubertalli in primis, abbiamo di fatto perso interesse per la comunicazione con il cavallo, e quest’ultimo è spesso ridotto ad essere considerato un oggetto, più che un compagno di avventure e sta a noi adesso ripercorrere la strada perduta, trovarla e ripristinare i punti chiave della corretta formazione del cavallo, permeato e migliorato con le ultime scoperte scientifiche.
In queste poche righe ho riassunto le emozioni che ho provato durante la presentazione del libro scritto dal Col. Giuliano Bacco, il cui contenuto caratterizza tutto ciò in cui credo e che mi porta a ricercare la perfezione della comunicazione con i miei cavalli, perché io non vado oltre se (tra me e loro) il dialogo non è chiaro e sereno. Ho pensato di scrivere queste parole perchè mi partono dal cuore: ho la speranza che la cultura possa essere elevata ad un livello fondamentale per essere messa a disposizione di chi si approccia nel mondo dell’equitazione.
“Scientia potentia est” (sapere è potere - Francesco Bacone)