Il Sanfratellano, un cavallo che galoppa attraverso la storia
Sono confuse le origini di questo cavallo siciliano allevato prevalentemente sui monti Nebrodi, e che prende nome da San Fratello, un piccolo comune nebroideo. Una linea di pensiero vuole che il nucleo primigenio fosse costituito da un gruppo di cavalli normanni lasciati liberi nell’ XI ° secolo sui monti a riprodursi.
Ciò sarebbe avvenuto durante la riconquista normanna della Sicilia occupata dai musulmani, quando l’esercito normanno è dovuto ritornare in Puglia, in Calabria o in Campania per sedare rivolte o tentativi di colpo di stato da parte dei baroni locali.
Un’altra vuole che si tratti dei discendenti dei cavalli portati fino in Sicilia dai circa 400 coloni che, nel 1089, accompagnarono a San Fratello i cavalieri di Adelaide del Vasto, figlia di Manfredi Aleramo, marchese del Monferrato e di Savona, che sposò il gran conte normanno Ruggero, suggellando così un'alleanza in Sicilia tra Aleramici e Normanni.
In quell’occasione Adelaide giunse al porto di Messina in pompa magna su navi da cui sbarcarono dote, scorta e un nutrito seguito di suoi conterranei (in particolare dal Monferrato, in Piemonte), che l'avevano seguita per insediarsi sull'isola con animali, attrezzi e cavalli. Fu una prima avanguardia di un flusso migratorio poi massicciamente favorito per decenni.
Adelaide concesse infatti alle sue genti territori in esclusiva e privilegi ancora oggi individuabili nei Nebrodi e, tra l'altro, ripopolò il borgo di San Fratello con ulteriori coloni provenienti dall'Italia settentrionale (detti lombardi) e dalla Francia meridionale (in particolare dalla Provenza).
Per questo, ancora oggi, gli abitanti di San Fratello parlano un dialetto gallo-italico, un sorta di dialetto alto-italiano fortemente influenzato dal francese, completamente diverso dalla lingua siciliana delle zone circostanti. Con l'arrivo dei coloni di Adelaide ha comunque origine la prima immissione consistente, e storicamente documentata, sull'area nebroidea di soggetti equini “nordici” appartenenti a popolazioni equine differenti da quelle insulari e da quelle precedentemente giunte sull'Isola da sud e da oriente. Si trattò dell'inizio effettivo della lunga storia che avrebbe concorso alla formazione della popolazione equina dei monti Nebrodi e della razza sanfratellana.
Dallo Standard di razza.
L’area di origine è quella dei Monti Nebrodi, dove vengono allevati allo stato brado e semi-brado per tutto l’anno. In inverno le mandrie vengono condotte a quote più basse, mentre in estate raggiungono le diverse aree boscate e i laghetti naturali delle quote altomontane.
Le attitudini sono quelle della sella e del tiro leggero.
Le caratteristiche tipiche sono un mantello baio, baio scuro o morello, con una testa in qualche caso un po' pesante, dal profilo tendente al rettilineo, anche se a volte montonino. Il collo è generalmente corto e rettilineo, con abbondante criniera, una spalla muscolosa con buona inclinazione, a volte breve, e un garrese giustamente pronunciato. Il dorso è di giuste proporzioni, e può presentare una lieve insellatura in relazione al tipo di allevamento, con lombi ampi, una groppa ben sviluppata, muscolosa e di giusta inclinazione. Petto e torace sono generalmente ampi, profondi e armonici con arti dal notevole sviluppo scheletrico e muscolare, con braccio di giusta lunghezza ed inclinazione, avambraccio proporzionato, stinco robusto con tendini evidenti. Le articolazioni di ginocchio e garretto sono spesse e larghe, di giusta apertura, esenti da atre dure e molli, con appiombi regolari e un piede proporzionato e solido.
Il temperamento viene descritto come di buona nevrilità e discretamente docile.
Sue peculiarità sono quelle di pronunciate rusticità, frugalità, resistenza alle avversità climatiche, idoneità allo sfruttamento di aree marginali.
Dati biometrici a 30 mesi (cm)Maschi femmine
Altezza garrese 152 - 150
Circ. torace 175 - 173
Circ. stinco 19 - 19
L’età d’oro e la discesa.
Fino a quando l’Esercito Italiano ha avuto bisogno di cavalli e muli (i muli del corpo degli Alpini sono sempre stati storicamente ottenuti dall’accoppiamento di fattrici sanfratellane con asini ragusani) gli allevatori di sanfratellani non hanno avuto problemi. Poi la situazione è cambiata drasticamente con un continuo assottigliarsi dei capi allevati, passando da una massa di oltre 30.000 ai circa 1.500 attuali. Anche il cavallo è cambiato nel tempo, anche per degli errori di selezione, con l’immissione di sangue di diversi cavalli fra i quali il Maremmano, il Purosangue inglese e il Nonius ungherese. C’è stata anche l’immissione di sangue andaluso in alcuni soggetti per indirizzarli verso la monta spagnola.
Come per il Siciliano, nel Sanfratellano c’è un’accentuata presenza genetica di Purosangue Orientale Siciliano (PSO). Ciò è stato certificato dagli studi genetici svolti dall’equipe dell’Università di Catania, diretta dal prof Bordonaro, nel corso di una campagna di prelievi di DNA su 256 soggetti delle tre razze di cavalli siciliani svolta per una ricerca pluriennale (ancora in corso) sul Recupero, Conservazione e Valorizzazione delle Risorse Genetiche Equine ed Asinine Siciliane.
Il Sanfratellano nel futuro.
Per interrompere il costante decremento dei capi allevati, l’opera di selezione guidata dall’Istituto di Incremento Ippico, che detiene 12 stalloni da utilizzare nelle stazioni di monta pubbliche ad Ambelia e sui Nebrodi, e dagli allevatori di cavalli sanfratellani, dovrebbe essere orientata non verso il tentativo di riportare il Sanfratellano alle sue origini morfologiche antiche, in una sorta di inutile operazione di archeologia equina, ma quella di selezionare cavalli per trovare sbocchi commerciali attraverso gli utilizzi sportivi, il turismo equestre professionale, e amatoriale, e anche il teatro a cavallo, settore dove ha delle ottime possibilità di impiego, magari utilizzandolo al posto di imponenti cavalli di altre razze importate che nulla hanno a che fare con la tradizione siciliana.
Chi scrive ha utilizzato nel tempo diversi sanfratellani nel turismo equestre professionale con buoni risultati ma, ad esempio, vedrebbe molto utile, per il futuro, una “iniezione di ulteriore stamina” nel Sanfratellano per fargli avere maggiori spunto, velocità e resistenza alla velocità sui sentieri, dove pecca. Il ricco mercato dei turisti a cavallo evoluti, infatti, ricerca anche, e soprattutto, queste caratteristiche nei cavalli utilizzati durante una vacanza a cavallo itinerante di più giorni.
L’Istituto di Incremento Ippico di Catania, grazie a un progetto portato avanti con l’A.N.A.C.S. (Associazione Nazionale Allevatori Cavallo Sanfratellano), ha acquisito da poco anche il giovane stallone Tiberio, di 3 anni, un soggetto estremamente interessante sotto ogni punto di vista, in otticafutura, che abbiamo avuto modo di vedere ed apprezzare in occasione di una recente visita a Tenuta Ambelia.
Le Stazioni di Monta.
Un aspetto molto importante, rimarcato in un apposito convegno organizzato a Troina dall’ A.R.E.A.S. (Associazione Razze Equine e Asinine siciliane) è quello delle stazioni pubbliche di monta. Un tempo sui Nebrodi ve ne erano parecchie disseminate nel territorio. Nel 2025 ne sono rimaste solo due, a Ciccardo e Mirtoti. Nel 2026 sarà operativa anche la Stazione di Caronia, riaperta grazie a un progetto della A.R.E.A.S. (Associazione Razze Equine e Asinine siciliane) in collaborazione con il Parco dei Nebrodi, il Comune di Caronia e l’Istituto di Incremento Ippico.
In un settore che economicamente diventa sempre più asfittico, per gli allevatori è basilare poter coprire le proprie fattrici senza dover affrontare gli alti costi di trasferimento verso stazioni di monta pubbliche e private lontane. Il problema non può essere aggirato facendo uso delle tecniche moderne di inseminazione artificiale, che hanno anch’esse un certo costo e complessità operative con cavalli allevati allo stato brado. Senza stazioni di monta disseminate opportunamente nel territorio, inoltre, si favorisce l’incombente fenomeno, fortemente pericoloso per la razza, delle fecondazioni abusive incontrollate, già dilagante.
La Mostra mercato.
Ogni anno, nel mese di settembre, organizzata dall’A.N.A.C.S. (Associazione Nazionale Allevatori Cavallo Sanfratellano) e dal Comune di San Fratello, si tiene la tradizionale Mostra Mercato del Cavallo Sanfratellano, dove vengono esposti al pubblico e posti in vendita stalloni, fattrici e puledri. Si tiene anche un concorso per premiare i migliori soggetti di razza. Da qualche anno, anche questa manifestazione storica mostra i segni della crisi del settore allevatoriale con un minor numero di soggetti presenti.
Notizie utili.
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A.N.A.C.S. Associazione Nazionale Allevatori Cavallo Sanfratellanovia Roma, San FratelloTel. +39 329 885 0375 Facebook. www.facebook.com/associazioneallevatorilcavallosanfratellano/E-mail. assnazallevatoricavallosanfra@gmail.com
A.R.E.A.S. Associazione Razze Equine e Asinine sicilianeTel. +39 3779895822 – 3493650077Facebook. www.facebook.com/p/Associazione-razze-equine-asinine-siciliane-61560846068918/E-mail. associazionerazzeequineasinine@gmail.com
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