due capolavori di Franz Marc : qui sopra Cavallo in riva al Mare ( olio su tela 1913) cliccando appare \'\' Il Sogno\'\' (olio su tela 1912)
I coloratissimi cavalli di Franz Marc
FONDATO a Monaco di Baviera intorno al 1910, poco meno di cento anni fa, da due insigni artisti, il russo Vasilij Kandinskij ed il monacense Franz Marc, “Il Cavaliere azzurro” (Der Blaue Reiter) fu un’avanguardia espressionista che proponeva un’estetica di travolgente novità, basata sul desiderio di recidere il legame millenario della pittura con la realtà esteriore. L’arte non doveva più rappresentare il mondo materiale, ma tradurre visivamente l’essenza ineffabile del mondo dello spirito attraverso le immagini fluttuanti che si generano nella mente, fatte di linee energetiche e di colori brillanti. L’emblema dell’Avanguardia tedesca fu l’immagine di un cavaliere sul suo cavallo scalpitante, ricoperto di un mantello azzurro, colore appunto della spiritualità. A differenza del più noto Kandinskij, l’esperienza artistica di Franz Marc è tuttavia singolare, poichè egli non abbandonò mai totalmente la figurazione e pur seguendo i principi ispiratori del movimento, si dedicò a ritrarre animali, mucche, tigri, leoni, ma soprattutto cavalli, che amava in modo particolare e che dipinse con ampie campiture di colore puro: rosso, azzurro cobalto, rosa! I suoi cavalli sono immagini sintetiche, espresse con un’energia cromatica che sembra fuoriuscire dal quadro; le forme sommarie e sinuose dell’animale, ritratto solitario in riva al mare oppure placidamente accompagnato da altri esemplari dai toni audaci, rammentano i colorati equini quattrocenteschi di Paolo Uccello, ma sono da Marc delineati con curve melodiche, al limite dell’astrattismo, che fanno loro perdere la verosimiglianza con il mondo naturale.
Pur studiati con il rigore scientifico di uno zoologo, i cavalli dipinti da Marc non sono figure reali, poiché subiscono una mutazione simbolica sia per l’antinaturalismo del colore, sia per la capacità dell’Artista di immergere le stilizzate sagome equine in un’atmosfera silente e magica, quasi un mitico eden dove sia totale l’immersione panteistica nella natura. Attraverso la forza allusiva del colore, i suoi cavalli divengono “altro”, evocazione musicale ed emotiva di una sostanza meramente spirituale. L’artista monacense riesce a coniugare l’empito vitalistico e primordiale dell’immagine del cavallo con la capacità di regolare armoniosamente le forze istintuali ed esprimere un sentimento libero del mondo naturale: una visione fabulistica della realtà si intreccia con il gusto gauguiniano di riproporre nella figura del cavallo l’essenza della bellezza, dell’eleganza e di una controllata emotività.
Influenzato anche dall’Orfismo, movimento che derivava il nome dalla mitica figura di Orfeo, Marc sa trasfigurare liricamente le immagini pur suggerite dalla realtà esterna, grazie ad un linguaggio pittorico che non è dissimile dalla musica: nei suoi quadri, infatti, armonie di toni limpidi, accostamenti delicati di tinte ed ondulate declinazioni lineari restituiscono una delle più poetiche rappresentazioni del mondo equino e della sua millenaria esistenza.
Purtroppo una fine tragica, comune a molti altri artisti della sua generazione, attende Marc: egli muore nel 1916, a soli 36 anni, mentre combatte sul fronte francese durante la I° guerra mondiale. Anche in trincea la sua passione di disegnare cavalli non lo abbandonerà mai, come testimonia il suo album di disegni di guerra!