Fieracavalli a Verona, lo specchio della crisi
Caro Direttore, Fieracavalli 2013 ha chiuso i suoi battenti e come sempre è tempo di riflessioni. Ne vengono in mente tante e non è facile né menzionarle tutte né dare un ordine di importanza. Quello che salta certamente all'occhio è la consistenza di un settore equestre sempre imponente e vivace che attraverso addetti e appassionati si mostra sempre straordinariamente presente. Di contro le solite lacune organizzative, riconducibili sicuramente a chi organizza la fiera, ma che coinvolgono inevitabilmente anche le principali istituzioni sportive che si sono ancora una volta dimostrate sterili, o peggio inadeguate, a contrapporsi a delle situazioni che hanno penalizzato in molti casi l’ormai martoriata immagine del settore equestre.
Escludendo da qualsiasi considerazione la tappa di coppa del mondo FEI di salto ostacoli, evento di altissima qualità blindato per sua fortuna all’interno di Fieracavalli, tutto il resto è lo specchio della crisi.
Concordiamo con chi ha commentato che la crisi di idee e di progetti è sinonimo di crisi di credibilità, si, la credibilità, quella che non riusciamo ad avere in seno ai nostri massimi rappresentanti sportivi, è stata nuovamente chiamata in causa a Fieracavalli 2013.
La programmazione sportiva la dice tutta, prove svoltesi oltre la mezzanotte, cavalli che finita l’unica prova prevista per il giovedì hanno dovuto riprendere immediatamente il van per far posto ai pony ai quali è stata ridotta sensibilmente la programmazione, categorie definite ‘Campionati’ lasciate all’organizzazione di associazioni non riconosciute, tendoni da circo utilizzati come improbabili ring che definirli pericolosi è un eufemismo.
Ci chiediamo quindi, come può un settore conquistarsi lo spazio e la credibilità che merita se chi gestisce il più importante evento equestre italiano dell’anno non ha la benché minima idea di cosa significa predisporre un programma di gara, come è possibile che chi ha in mano le redini di Fieracavalli non sappia quale Federazione è competente per questa o quell’altra disciplina lasciando spazio ad organizzazioni private non riconosciute in ambito sportivo che, a danno di migliaia di praticanti e appassionati, gestiscono abusivamente delle discipline equestri, ed infine come può, da parte di chi organizza, non esserci il benché minimo controllo sulla pericolosità delle arene e del materiale tecnico utilizzato nelle prove. Cordialmente
EMILIO MINUNZIO