Cavalli a Roma, una occasione mancata
Caro Direttore, solitamente quando si chiude una manifestazione di alto interesse come sicuramente è quella di Fiera ‘Cavalli a Roma’ per aprire un articolo giornalistico si usano frasi classiche del tipo ‘luci ed ombre….’, ‘bilanci positivi o negativi…’, etc…
Ad un amico Capo Redattore qualche giorno prima dell’inizio della manifestazione avevo preannunciato che il mio titolo dopo Fiera Cavalli a Roma sarebbe stato ‘cronaca di un fallimento annunciato’ ed evidentemente mi sarei sbagliato.
Mi sarei sbagliato non tanto perché il fallimento non ci sia stato, progettualmente c’è stato e come, ma perché è stato ampiamente occultato dall’eccellente risposta che Roma ha dato con una straordinaria partecipazione di visitatori che se da una parte va a lenire le ferite lasciate da una manifestazione pessima per contenuti ed impostazione, dall’altra va ad aumentare il rammarico di avere perso un’altra occasione buona per dare spunto ad una attività, quella equestre, che nonostante il momento non del tutto propizio dà la chiara sensazione di potersi ritagliare degli spazi consistenti se non altro per gli importanti contenuti sociali e ricreativi che essa può offrire.
Se i numeri delle presenze, seppur diversi a parere di molti da quelli letti in alcuni comunicati stampa, come detto sono stati straordinari (oltre 50.000 visitatori in un fine settimana di ponte festivo, con le scuole chiuse e con l’apertura della stagione balneare sono state davvero tante), la carenza di contenuti e quindi dell’intera progettazione è stata davvero palese, almeno stando ai commenti di chi sa di sport equestri e di chi ben conosce il territorio laziale. Sono molti infatti coloro che con voce praticamente univoca hanno evidenziato come una manifestazione con queste caratteristiche non possa non interagire con il territorio. A nulla è servita l’esperienza delle tre edizioni di Romacavalli, ci sarebbe da aggiungere, la più importante manifestazione equestre mai organizzata a Roma e fallita dopo la sua terza edizione (2012) proprio per non aver saputo interagire con il territorio in maniera costante.
Credo che si possa raccogliere un ampia condivisione sull’affermazione che è un grave errore trattare come fosse una Fiera nuda e cruda una evento come questo, con queste potenzialità e così ricco di diversi aspetti sociali e culturali. Pur nella consapevolezza che la responsabilità di questo non può certamente essere attribuita all’Ente Fiera che ovviamente fa il suo mestiere, le perplessità sono tutte verso chi, Federazione Italiana Sport Equestri (Comitato Lazio per essere precisi) in primis, doveva meglio interpretare le esigenze dei visitatori invece di fare le classiche nozze con i fichi secchi con una programmazione, riferita al salto ostacoli, a dir poco squallida, con un numero totale di iscritti che non si vede neanche nel concorsino di paese e con dei contenuti tecnici a dir poco imbarazzanti e, non ultimo visto il pesante deficit economico in cui la federazione versa, con un passivo economico di diverse decine di migliaia di euro.
E’ stato avvilente vedere degli sponsor come delle banche premiare delle categorie con tre partenti. Questo significa fare del male allo sport non del bene. D'altronde se la F.I.S.E. nazionale aveva prontamente rinunciato a programmare delle competizioni a Cavalli a Roma qualche motivo si sarà stato.
Alcune eccellenze in casa F.I.S.E. grazie a Dio ci sono e si sono viste. Un plauso davvero meritato va ad Alessandro Meconi che ha saputo organizzare la disciplina del Reining in maniera egregia come solo lui sa fare. Davvero un bello spettacolo quello al padiglione 1 coronato dalla presentazione di alcune Kur di Dressage presentate dal bravissimo Leonardo Tiozzo, uno dei più promettenti talenti emergenti dell’equitazione italiana, e da Camilla Mauro altra promettente atleta romana.
Sul fronte delle discipline non olimpiche la Fitetrec-Ante ha fatto quello che poteva, forse peccando un po’ di troppo senso di responsabilità che l’ha portata a presentare quasi tutte le discipline di sua competenza, alcune se vogliamo con modalità rivedibili. Grande entusiasmo comunque nelle discipline Western, soprattutto nel Team Penning, la spettacolare prova di sbrancamento del bestiame.
Ovviamente Fiera Cavalli a Roma è stata molto di più di quanto un occhio critico può aver visto, ma soprattutto dovrà essere molto di più nelle future edizioni dove non dovranno mancare i grandi assenti di quest’anno, contenuti tecnici, pony e spazi per contesti etologici per citarne qualcuno.
EMILIO MINUNZIO