Equitazione, impariamo a coltivare le nostre promesse!
Il primo posto nella classifica generale dell’Europe Division 1 della FEI Nations Cup, un nostro cavaliere al quarto posto del Ranking mondiale: le soddisfazioni per l’Italia sono moltissime in questa stagione sportiva ma, nonostante le grandissime gioie, una riflessione sorge più che spontanea.
Erano anni che l’Italia stanziava silente nei fondi delle classifiche, erano 32 anni che gli azzurri non vincevano la Coppa delle Nazioni a Piazza di Siena, decenni che per riferirsi ai grandi campioni il tricolore poteva solamente ricordare i celebri tempi dei fratelli D’Inzeo. Oggi qualcosa è cambiato. Oggi abbiamo i nostri nuovi campioni tra cui spiccano, senza ombra di dubbio, Alberto Zorzi e Lorenzo De Luca, ma anche diversi giovani pronti ad emergere come Roberto Previtali o Emanuele Bianchi, solo per citarne alcuni.
È proprio osservando questi nomi che scatta la riflessione: cosa accomuna tutte queste giovani promesse del Salto Ostacoli? Il fatto che, nonostante rappresentino egregiamente la nostra bandiera nel mondo, in Italia non ci sono più.
Se nel mondo del lavoro si parla di fuga di cervelli, nell’equitazione è lecito parlare di fuga di talenti.
Alberto Zorzi e Roberto Previtali li ritroviamo in Olanda, precisamente a Valkenswaard nelle scuderia di Jan Tops, ex cavaliere olimpico ideatore del Longines Global Champions Tour. Lorenzo De Luca e, da pochissimo, Emanuele Bianchi si trovano in Belgio presso la celebre Stephex Stables da Stephan Conter. La domanda che bisogna porsi è: i risultati sarebbero stati gli stessi se i nostri ragazzi non fossero partiti?
Oltre che dalla comune immaginazione la risposta arriva chiara e schietta dagli atleti stessi che, intervistati in più occasioni, hanno ribadito che per arrivare ai massimi livelli della disciplina andare all’estero non è una semplice opzione, bensì un aut-aut. Le cose lì funzionano diversamente, sostengono, c’è un’altra mentalità, una qualità di cavalli nettamente maggiore così come gli investimenti da parte degli sponsor. Il numero di concorsi di alto livello è di gran lunga superiore rispetto a quelli italiani, i programmi sui cavalli sono precisi e a lungo termine, all’estero non si tratta di perseguire il risultato immediato si punta a costruire qualcosa.
Il fatto che De Luca e Zorzi siano diventati una conferma e non più una semplice speranza è chiaro, è una consapevolezza che si rinnova ad ogni concorso. Vederli in campo è qualcosa di veramente unico. A stupire non è solo la loro brillante tecnica e la frizzante cratività ma, a parer mio in misura ancora maggiore, la fredda concentrazione con la quale affrontano i tracciati più complessi. Il loro equilibrio mentale, oltre che quello perfetto dell’assetto, li rende dei cavalieri strepitosi in grado di non farsi sopraffare dalle emozioni, caratteristica che, purtroppo, in molti altri big nostrani spesso fa la differenza tra un netto e un percorso da buttare. Non è un caso che a sole due tappe da Roma il quarto a partire in Coppa a Rotterdam sia stato proprio Lorenzo De Luca che, con due percorsi netti, ha svolto più che efficacemente il suo compito risanando il punteggio dell’Italia.
Bisogna ammetterlo, una volta lasciata la patria i nostri atleti acquistano una marcia in più ed il bello è che questi ragazzi non sono partiti all’arrembaggio in cerca di fortuna, sono stati esplicitamente convocati e desiderati da queste grandi scuderie che, benedetta lungimiranza, gli hanno messo a disposizione i cavalli e i mezzi per farli evolvere nei formidabili cavalieri che sono oggi.
A mancare in italia, dunque, non sono i talenti ma è la lungimiranza, gli sponsor, la voglia di investire e di scommettere nelle nuove leve. Purtroppo nel nostro paese il talento senza la disponibilità economica vale ben poco, bisogna solo sperare di essere notati dall’occhio lungo straniero per emergere. È facile osannare i nostri campioni adesso che, grazie a qualcun altro, hanno trovato il modo di esprimere le loro doti, in questo siamo bravissimi. Quello in cui l’Italia è totalmente incapace è coltivare le promesse in casa senza costringerle a volare via…