Due sfere ambrate, il Colleoni, il suo cavallo...
"Due belle sfere di vetro ambrato". L’ultimo lavoro di Giorgio Caponetti è una storia sofisticata sospesa tra presente e passato. A segnare il punto di incontro tra la Venezia di oggi e quella della metà del 1400 è Alvise Pàvari: il protagonista del romanzo. Ultimo discendente di una antica famiglia veneziana, colto, raffinato, dotato di quel sottile distacco dagli uomini e dalle cose che solo nasce da una lunga frequentazione con la storia e con l’arte, il “professore” (come lo chiamano semplicemente i suoi studenti) è soprattutto un appassionato ippofilo.
E come tutti quelli che sanno, per scienza ed esperienza, che l’equitazione è soprattutto un’arte non si limita a frequentare i cavalli reali, ma ne studia il lungo processo di domesticazione e l’intrecciarsi delle loro vite con quelle degli uomini di ogni tempo. E’ così che, anche sotto lo stimolo di un’affascinante e misteriosa biologa Alvise, Pavari ripercorre le tracce di un antica leggenda che segna l’origine della sua famiglia ricollegandola alla figura di Bartolomeo Colleoni o meglio a quello che risulterà essere il vero protagonista della vicenda il cavallo del grande condottiero .
Giocando abilmente sul doppio registro del passato (una Venezia del 1400 che vede la presenza di protagonisti culturali di spicco come Verrocchio e un giovanissimo Leonardo) e del presente attraverso la riscoperta di luoghi e oggetti quasi dimenticati dal protagonista, Giorgio Caponetti ha modo di raccontarci non solo alcuni frammenti della nostra storia, ma anche e soprattutto molti aspetti di quella cultura equestre che ha visto il nostro paese essere, nei secoli passati, scrigno di conoscenze e di innovazioni tecniche.
Un libro godibilissimo, quindi, che si snoda quasi sul registro del giallo e che si chiude con un finale a sorpresa che lascia nel lettore un interrogativo sospeso. Un libro per tutti, ma soprattutto per i tanti che amano ascoltare storie di cavalli e, attraverso di loro, riscoprire i segni di quella misteriosa relazione che lega la nostra specie con quella equina e che le pagine del volume sanno magistralmente rievocare.
Accade così che, terminata l’ultima pagina, resta nel lettore la voglia che l’autore consenta al suo protagonista di vivere ancora nuove avventure per avere il piacere d sentire narrare altre vicende che ci introducano in quel mondo affascinante e misterioso che si agita nell’animo degli uomini di cavalli.
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Due belle sfere di vetro ambrato
di Giorgio Caponetti
Marcos y Marcos editore
12 euro