Dalla Francia pesanti critiche alla nostra FISE
Caro Direttore, sul numero di gennaio della rivista L’Eperon, la più letta ed autorevole in Europa, vi è un editoriale che si occupa dell’Italia: prendendo spunto dalla Fieracavalli, descrive una gestione elitaria, appoggiata dalla TV specializzata, alla quale fa da contraltare una massa informe e disorganizzata di appassionati. Indubbiamente le vicende di questi ultimi anni, culminate con l’accertamento di una situazione debitoria di ben 7 milioni ed il conseguente commissariamento da parte del CONI hanno permesso agli osservatori più attenti di rendersi conto del livello di precarietà che ha caratterizzato la FISE negli ultimi quindici anni: situazione resa ancora più drammatica dal fatto che i debiti non sono stati utilizzati nell’interesse dello sport ma per soddisfare privilegi personali e di potere inteso nella sua accezione peggiore.
E’ un fatto che coloro che hanno rappresentato l’Italia all’estero ancora aspettano i sostegni promessi dalla FISE. E di sostegni ai giovani di talento non se ne parla da un pezzo. Invece la segreteria della FISE conta una cinquantina di impiegati, in gran parte parenti di qualche dirigente, che nell’era di internet paiono veramente troppi per una federazione ormai decentrata a livello regionale. E poco importa se alcuni sono pagati dal CONI perché anche quell’ente è in spending review ed avrebbe potuto fornire, in alternativa, altri servizi. La situazione del CEF dei pratoni del Vivaro è indicativa: quindici anni di lavori fatti male, di sperperi, di spese ingiustificabili a fronte di un’attività insufficiente a giustificare tanto impegno finanziario. E che cosa dire dei costi che continuano ad aumentare per soddisfare la fame di una federazione che ormai serve solo se stessa.
Sono anni che scrivo queste cose ma i tesserati FISE, quelli che pagano, dov’erano? Perché nessuno di essi ha presentato una denuncia? Eppure chissà quanti avvocati vi sono tra loro. L’unica giustificazione, peraltro fiacca perché i loro soldi non sono stati utilizzati per i fini statutari, è rappresentata dal sistema di voto che ha consentito ai presidenti pro tempore di comprarsi il sostegno dei circoli mediante il commercio delle deleghe: anche perché gran parte dei circoli non hanno i requisiti e non sono affatto rappresentativi dei tesserati. Sarebbe interessante sapere quanti circoli hanno indetto la riunione sociale per definire democraticamente gli orientamenti di voto: credo pochissimi e questa è la vera dimostrazione della “gestione elitaria” denunciata dal direttore de “L’Eperon”.
Gestione elitaria che non ha prodotto nulla: i tesserati agonisticamente attivi sono circa 40 mila, come 30 anni fa (in Francia sono 1 milione e sono raddoppiati negli ultimi 10 anni) ed i risultati agonistici hanno sancito che la nostra posizione nel mondo sta viaggiando verso il ventesimo posto. Dobbiamo uscire da questa situazione e vi è un solo modo: che i tesserati, anche avvalendosi dei moderni mezzi di comunicazione, non diano ascolto ai soliti personaggi in cerca di potere, ma richiedano che si arrivi al più presto ad una vera democrazia.
La via più semplice per arrivarvi è quella di sostenere il reintegro della presidenza regolarmente eletta e di vigilare sul rispetto della promessa fatta in sede elettorale di dare, entro due anni, il voto ai tesserati.
Carlo Cadorna