''Così un cavallo e un sulky ti cambiano la vita''
PREMETTO che non cerco la compassione di nessuno ma solo raccontare una mia personale esperienza. E pensare che per me era diventata un'impresa anche fare le cose essenziali della vita di tutti i giorni. Così quando Mercury ha affrontato la retta d'arrivo, ho chiuso gli occhi, ho respirato e mi sono sentita di nuovo io. La Barbara che conoscevo. Voi mi avete sempre vista sorridente, a volte addirittura scanzonata, nel programma Zona Quote.
E' facile. Si accende la luce della telecamera, ci si aggiusta il microfono e via, nuovo giro nuova corsa e il gioco è fatto. All'apparenza tutto è semplice, sorridi e cerchi di strappare un sorriso a chi sta a guardarti, ma dentro di me c'era un tormento continuo, un morso allo stomaco che non mollava mai: il panico faceva parte della mia vita da quasi tre anni. Era ufficialmente il mio nemico più fedele. Ed io mi dicevo ce la faccio, ce la posso fare. Non m'importava se pensavo di morire più volte al giorno, di non avere voglia di uscire di casa, di essere incapace di guidare l'auto, di prendere il treno o l'aereo o più semplicemente di portare al cinema l'amato nipote.
Io mi dicevo: ce la faccio. Bastava che la gente continuasse a vedermi sempre come una super donna (d'altra parte non è facile ammettere a se stessi e agli altri che si può essere fragili). Però, nel frattempo, la vita mi scorreva parallela e io ne ero solo una spettatrice. Ma lavoro in tv, mi dicevo, gli spettatori sono gli altri. A questo punto, estate 2011, l'ippica entra a far parte della mia vita sul serio. Alberto Foà (coordinatore del Circuito delle Stelle) mi invita a provare a correre. Bella proposta, bellissima. In altri tempi. Ma io prendo tempo, prendo sempre piu' tempo, d'altra parte non posso raccontare quello che stavo vivendo.
Poi, un giorno decido di andare ad allenarmi: se lo fanno tutti lo posso fare anche io. Mi faccio coraggio e vado al Centro di Migliarino alla corte di Lucio Colletti e timidamente mi presento in scuderia. Un tentativo da fare. Qualcosa ancora mi frena. E se il cavallo si imbizzarrisce? E se casco? Le pasticche un po' di coraggio me lo davano, ma non sono sufficienti. L'estate passa senza che mi decida, arrivano l'inverno e il freddo, e la pigrizia prende ancora il sopravvento. Ma stavolta i miei no alla vita stanno per finire: è arrivato il momento di risalire in sella ops in sulky alla vita.
Sabato 24 marzo. Stacco della macchina, stacco della spina con le mie paure, io e Mercury (dany) una cosa sola. Ci lasciamo andare all'istinto, azzardiamo qualche attacco, l'imperativo è osare. Che bello. Aria in faccia, il traguardo lì a portata di mano per un secondo posto che vale la guarigione.
Non esistono i super uomini o le super donne. Io non lo sono. Sono una persona semplice come gli addetti dell'ippica che si svegliano ogni mattina con l'obiettivo di fare bene il proprio lavoro e coltivare al meglio la propria passione. Passione che ci può guarire dalle nostre paure. Io adesso ho vinto, il diavolo è fuori di me e gli dico: perché non ti dai all'ippica?
