Cavallo sportivo: antidoping anche in allenamento
L’ANNUNCIO ufficiale è stato dato durante il talk show che si è tenuto nel salotto Unire durante RomaCavalli. La decisione è una di quelle che fanno epoca. Si tratta di una innovazione presente nel nuovo regolamento antidoping dell’UNIRE relativo al circuito riservato ai cavalli sportivi italiani. Questo il testo integrale della norma: “I proprietari e i cavalieri di cavalli partecipanti al Circuito UNIRE di salto ostacoli autorizzano l’UNIRE a sottoporre i propri soggetti a controlli antidoping e di verifica del rispetto della normativa sul benessere animale anche presso i propri allevamenti o centri di addestramento”. Se tale autorizzazione dovesse venisse a mancare, il cavallo in questione sarebbe automaticamente escluso dal circuito.
Bisogna dare atto all’Ente, che sovraintende all’allevamento del cavallo sportivo, di essersi mosso per primo (attendiamo che la Fise faccia altrettanto...) nella direzione di un atto concreto tendente a tutelare il benessere dei cavalli. Insomma alle parole, questa volta, hanno fatto seguito i fatti.
Sappiamo tutti che troppo spesso per addestrare al salto i giovani cavalli, un po’ per fare in fretta, un po’ per scarsa competenza, si ricorre a metodi non propriamente ortodossi e dalle conseguenze spesso devastanti. Un cavallo che ha imparato a saltare sotto il “ricatto” della paura e del dolore, non soltanto non disporrà mai pienamente di tutti i suoi mezzi e della concentrazione necessaria, ma probabilmente si logorerà molto prima, uscendo in fretta dai circuiti dell’agonismo. Un fenomeno che è sotto gli occhi di tutti se teniamo conto di quanto pochi siano (rispetto al numero dei cavalli debuttanti) i saltatori italiani che dopo gli otto anni di età continuano a calcare i campi di gara. La decisione presa dall’UNIRE va quindi nella direzione di incoraggiare non soltanto l’attenzione agli aspetti etici inerenti alla relazione uomo-cavallo, ma anche di proteggere quelli più strettamente sportivi e allevatoriali.
E’ fuor di dubbio che da qualche tempo l’UNIRE sta guardando con particolare attenzione all’altra metà del mondo dei cavalli: quello del cavallo da sella. La partecipazione, fortemente voluta dai dirigenti dell’Ente, alla recentissima RomaCavalli, crediamo vada intesa proprio in questo senso e la riuscita della manifestazione sta a indicare che la strada intrapresa è quella giusta.
Chi scrive è perfettamente al corrente delle critiche che alcuni “ippici di lungo corso” potranno muovere nei confronti di questa nuova visibilità data dall’UNIRE a quello che da troppo tempo è considerato il parente povero del settore. Ma i numeri di RomaCavalli dovrebbero far riflettere i suddetti “ippici di lungo corso” sulle tante, presunte proposte di “comunicazione” per le corse di galoppo e di trotto. A muovere 70.000 persone è stato proprio lui: il cavallo da sella!