Cavalli & Storie, Alfred, un trottatore da piccolo mondo antico
MONTECATINI. Il trotto non sempre racconta storie di campioni, di cavalli che vestono giubbe di grandi scuderie, investimenti importanti, team ricchi di professionalità. Il trotto talvolta ci stupisce sconfinando nell'altrove, in storie che più che il successo, la fama e la gloria sembrano avere come 'mission' conservare il tesoro di valori, un piccolo mondo antico di affetto e di rispetto da dove viene Alfred, il cavallo nato, cresciuto e ancora oggi allenato a Pittini, a due passi da Montecatini, il quartier generale di un artigiano dei cavalli, Roberto Biagini, figlio d'arte che il prossimo agosto festeggerà i 45 anni d'attività, una sapienza ippica trasmessa da babbo Alfredo, che è stato un mago dei puledri.
Alfred ha corso sabato scorso al Sesana di Montecatini e la corsa non è andata secondo le aspettative: ha praticamente perso la partenza, girando lento, concedendo subito 70 metri alla testa della corsa, recupero impossibile anche perché si andava via con un bello andare e dunque il figlio di Ismos Fp e Indovina Tondi si è dovuto accontentare del sesto posto.
Questo otto anni, che è un progressivo, sa inseguire correndo per corsie esterne, ha corso 114 volte con 14 successi mentre 17 volte è giunto secondo e 16 terzo. E' un trottatore longevo, tanto che il record lo ha fatto alla penultima uscita, in maggio all'Arcoveggio correndo da 1.12.3 vincendo.
Siccome le cifre sono soltanto una parte del discorso su un cavallo, siamo voluti andare oltre l'acquario di una pista da corsa e di una prospettiva semplice e scontate di numeri, vittorie e piazzamenti e categorie. Siamo andati a cercare il punto di vista su Alfred da chi lo ha vissuto da vicino in questi anni, quotidianamente. Ci siamo rivolti a Gaia Biagini, una giovane donna che oggi ha fatto altre scelte per costruire il suo futuro ma che per tante stagioni è stata in scuderia da babbo Roberto e con questo guerriero delle piste ha condiviso quella parte della mattina, fatta di lavoro da lad, compresa quell'uscita al ghig, una passeggiata documentata dalla bella foto che correda questo articolo.
Così Gaia ci ha raccontato il suo Alfred: "Una particolarità importante di Alfred è il nome. Il nome è stato creato dai due allevatori: mia madre Cristina Spadoni e Marco Desideri (grande amante del cinema) ,combinando il nome di Mio nonno Alfredo Biagini e Alfred Hitchcock famoso regista hollywoodiano. Di Alfred e di un altro cavallo che è nel mio cuore, Spirit Roby, io sono stata l'artiere. Siamo praticamente cresciuti insieme".
Come hai capito che Alfred poteva essere speciale?
"Semplicemente - prosegue Gaia - ho visto una corsa. E quanta rabbia mi ha fatto quella corsa. Alfred lo vedi ingranare la sesta sull’ultima curva ma preso dai suoi ormoni maschili ancora ingenui si getta di galoppo in retta d’arrivo. Si era al Sesana, una sera d'agosto del 2019. Da lì ho capito che c’era un potenziale che, se saputo cogliere, avrebbe fatto bene, e così è stato. L’escalation di Alfred è cominciata, il cavallo bambino ha iniziato a maturare e dopo il poker d’assi steso tra Visarno e Sesana, il cavallino si è trasformato in cavallo da corsa".
A parte lo sfortunato episodio dell'ultima uscita, Alfred sembra, ad otto anni, aver completato il suo bagaglio tecnico:
"Sono d'accordo con te. Ogni corsa che fa dimostra ancora più potenziale, e sempre con grinta e fiducia in se stesso. Alfred lo abbiamo visto tutti: sa partire, eccome se lo sa,anche se in “vecchiaia” ha abbandonato le partenze da formula 1 che faceva da puledro ma ha sviluppato dei parziali a chiudere "vibranti". Un cavallo progressivo come il figlio di Indovina Tondi, venendo dalle retrovie rischia sempre di subire un anticipo dagli avversari e quindi il suo percorso è spesso in salita".
Gaia risponde mischiando il tifo a pertinenti osservazioni di natura tecnica.
Sentiamo: "sebbene i suoi avversari si dilettino sempre a ostacolarlo nelle sue avventure, lui sa rispondere con coraggio: le quarte ruote non fanno certo paura ad un cavallo nato ai Pittini. La cosa bella di Alfred, oltre al coraggio smisurato, è che come il vino invecchia e migliora. E mentre tutti i suoi avversari vanno in pensione o si rompono per la strada, lui ha una tabella dove ogni giorno che passa li spunta tutti come ‘’battuto’’. E chissà forse un giorno si vedrà “costretto” a arrivare primo davanti a cavalli di spessore. Perché l’ippica di oggi è un ippica del consumo, oggi vali, domani nessuno si ricorda di te. Difficilmente trovi cavalli che sorpassano l’età dei 10 anni e sono ancora in categorie medie. Alfred possiamo dire di averlo sempre rispettato nella sua crescita e nelle sue corse. Il rispetto ha portato e ci porta tutt'ora i suoi frutti. E' un cavallo che va ad acqua e biada, che quello che ha ottenuto è grazie a uno staff unito, tutta la famiglia, l'allenatore, gli artieri, il maniscalco, i proprietari e gli allevatori".
Tu credi che in questo trotto moderno dove si chiedono ai cavalli sempre più precocità, parziali e velocità ci sia ancora spazio per raccontare una storia diversa, per scrivere una carriera 'alternativa' come quella del figlio di Ismos Fp?
"Un cavallo di Pittini, perdonatemi la fierezza, lo può fare. Questo perché dietro tutto questo c’è amore per il cavallo stesso. E amare un animale significa rispettarlo in tutto. Perché Alfred è così? Perché nonostante abbia molti difetti e sia un cavallo agitato, ha una famiglia che lo riempie d’amore e tifa per lui come se fosse un figlio".
Bella storia che questa giovane donna di nome Gaia ha voluto condividere con i lettori di cavallo 2000.
























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