Arnaldo Bologni e ...il suo sogno nel cassetto!
Arnaldo Bologni è un campione dell’equitazione italiana dal passato ricco di grandi successi. Ha partecipato a due Olimpiadi, Barcellona 1992 e Atlanta 1996, a quattro Campionati del Mondo e a tre Europei, ma tutti ricordano la prestigiosa vittoria del Gran Premio Roma a Piazza di Siena nel 1994. Erano passati ben 18 anni dall’ultimo sigillo italiano a Roma, avvenuto nel 1976 con Piero D’Inzeo in sella ad Easter Light, binomio già bronzo olimpico a squadre a Monaco 1972. Dopo il successo di Arnaldo, l’Italia ha dovuto attendere 24 anni per iscrivere un altro italiano, Lorenzo De Luca, nell’albo d’oro dei vincitori.
L’intervista ad Arnaldo Bologni avviene nella splendida cornice del suo centro ippico a Campagnola Emilia, in provincia di Reggio Emilia, sorto nell’anno della vittoria romana e intitolato a Mayday, il cavallo che è stato suo compagno nell’impresa.
Mayday era un piccolo baio alto 1,65 al garrese, acquistato nel ‘92 da Marco Montorsi per un altro cavaliere. Bologni lo montò un paio di volte stabilendo un feeling così evidente da costringere il proprietario ad affidarglielo.
«Mayday era un cavallo estremamente intelligente, nato per gareggiare. A casa lavorava tranquillo e senza problemi, in gara si trasformava non appena sentiva la campana, acquisendo un portamento che lo faceva sembrare più alto e inventando salti di ogni tipo pur di non toccare le barriere. Nella sua mentalità c’era qualcosa in più rispetto a un cavallo normale».
Nel 1995 il binomio stava rischiando di doppiare la vittoria a Roma quando, in doppia gabbia, l’anteriore si agganciò col ferro al moschettone del sottopancia. L’errore pregiudicò la vittoria ma Mayday uscì dalla gabbia dando ulteriore prova di coraggio e affidabilità.
Una volta ritirato dalle competizioni, Mayday ha trascorso la pensione in queste scuderie fino all’età di 34 anni, accudito amorevolmente dalla famiglia, in particolare da Antonella, la moglie di Arnaldo. All’età di 29 anni Mayday ebbe un problema all’occhio che Antonella risolse rintracciando uno dei migliori oculisti a livello europeo. Per la famiglia quel cavallo aveva un enorme valore affettivo, ma sapere che per lei mantenere un cavallo in vecchiaia significa assicurargli le stesse cure riservate a un animale in attività, costituisce un importante esempio nel mondo equestre.
Per diventare cavaliere di alto livello è necessario un team di professionisti su cui poter contare, poiché gli aspetti da seguire sono numerosi. Nella squadra di Arnaldo un ruolo fondamentale lo svolge Antonella occupandosi dell’alimentazione dei cavalli e coordinando le molteplici attività e necessità della scuderia: è lei il cuore pulsante della struttura, e il suo è un lavoro meticoloso ma nascosto “dietro le quinte”.
Quando aveva circa 14 anni, Arnaldo ha conosciuto il cavaliere olimpionico Graziano Mancinelli. «Ho avuto la fortuna di lavorare con una persona carismatica come lui e di conoscere Piero e Raimondo D’Inzeo. Mi hanno trasmesso una cultura dell’equitazione che oggi si sta perdendo, fatta di valori, di ascolto e osservazione nel silenzio.Con Mancinelli non si chiedeva mai e quel che si otteneva era solo per merito. Mi diceva sempre di essere paziente e di saper aspettare, trasmettendo a tutti tranquillità. Bisogna dare il tempo al binomio di conoscersi, senza domandare al cavallo più di quel che può dare, per permettergli di crescere e sviluppare al meglio le sue potenzialità. Oltre all’allenamento fisico è importante anche la condizione mentale dell’animale, per consentirgli di affrontare con equilibrio le difficoltà e lo stress delle gare ad alto livello».
Quali sono le differenze tra l’equitazione di allora e quella odierna?
«Una volta c’erano meno gare, meno cavalieri e cavalli di minore qualità e più difficili da gestire. Oggi il calendario agonistico non ha più pause. Con così tante gare, è necessario disporre di più cavalli ad alto livello per garantire loro il riposo necessario.Quando si facevano le selezioni per Piazza di Siena, partecipavano non più di una ventina di cavalieri: oggi il livello si è alzato e i concorrenti arrivano a cento e, spesso, lo superano. Gli allevamenti producono cavalli sempre più performanti e “facili” rispetto al passato, ma in Italia mancano i numeri che nelle altre nazioni consentono una maggiore scelta».
Quando Arnaldo vinceva il Gran Premio Roma, Antonella aveva in braccio il figlio Filippo, nato da poco più di due mesi, che esordirà a Roma, diciottenne, nel 2012, vincendo una gara a tempo e confermandosi nel 2017 con la prestigiosa vittoria nella categoria Sei Barriere.Arnaldo ha seguito il figlio Filippo nel percorso equestre, dapprima con i ponies per arrivare agli juniores, agli young riders e, infine, ai senior.
«Cavalli come Mayday non si trovano tutti i giorni. Dopo di lui ho avuto buoni cavalli ma non per partecipare alle gare più importanti, così ho scelto di seguire Filippo al meglio per dargli la possibilità di crescere, e sento di aver fatto una scelta giusta.
Per svolgere attività agonistica ad alto livello servono forma fisica e cavalli all’altezza. Nel 2023 proprio mio figlio mi ha segnalato Mark D 2, un Hannover con un carattere particolare che secondo lui poteva rendere al meglio con me. Poi è arrivato Tailormade Mequilot PS, un Oldenburg più giovane. Amici come Giovanna Trenti e Andrea Riffeser Monti mi hanno dato la possibilità di ricominciare a fare concorsi internazionali ad alto livello con questi esemplari. I buoni risultati mi hanno permesso di essere selezionato dal CT Marco Porro e di aver fatto parte della squadra azzurra nel 2024».
Arnaldo Bologni ha infatti esordito lo scorso anno, a giugno, nella Coppa delle Nazioni a Praga con un doppio netto, a cui sono seguiti Hickstead a luglio, la vittoria nel GP*3 a Cervia, il netto che lo ha qualificato per il barrage del GP*5 nel Longines Global Champions Tour a Roma ad agosto e la tappa di Verona della Longins FEI Jumping World Cup a novembre.«I prossimi appuntamenti sono il campionato italiano a Cervia dal 17 al 20 aprile e il Longines Versilia Horse Show presented by Giorgio Armani che si svolgerà al Lido di Camaiore dal 9 all’11 maggio. Quest’ultimo è un concorso internazionale a quattro stelle a cui sono invitati i migliori quaranta cavalieri al mondo e sono orgoglioso di essere stato chiamato a farne parte».
Il Longines Versilia Horse Show è una tappa del nuovo evento di eccellenza nel panorama equestre italiano organizzato da Italian Champions Tour con il supporto della Federazione Italiana Sport Equestri, Fieracavalli Verona, del Ministero Sport e Salute e di brand prestigiosi come Longines e Giorgio Armani. È importante ricordare che si tratta di un evento “green” totalmente sostenibile ed eco-compatibile con il parco Bussoladomani che lo ospita.
Il rientro alle competizioni ad alto livello di Arnaldo Bologni è accompagnato da uno spirito che traspare dalla voce del cavaliere. Sicuramente classe ed esperienza aiutano ad affrontare al meglio le difficoltà dei percorsi, ma si percepisce una grande serenità: quella del campione che non deve dimostrare nulla e che supera la pressione del risultato “da ottenere” grazie alla leggerezza di chi fa ciò che ama, ossia montare a cavallo.
Alla fine Arnaldo rivela un sogno nel cassetto: trovare un cavallo per partecipare alla terza olimpiade.
Un desiderio che ricorda una frase attribuita a Nelson Mandela: “Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso”.