Trotto, dure critiche dell'UNAGT al discorso di Galan
L'UNAGT comunica: " Non banale". Così il Ministro Giancarlo Galan aveva definito il discorso che avrebbe tenuto in occasione dell'inaugurazione di Fieracavalli.
E con il quale avrebbe tolto ogni punto interrogativo sul futuro dell'ippica.
Con vari stati d'animo, la platea ippica si è presentata all'appuntamento di Verona.
Eufemistico parlare di delusione.
Il termine più appropriato per descrivere le parole del Ministro potrebbe essere "essenza del nulla":
nulla di nuovo
nulla di programmatico
nulla che dimostri conoscenza dei problemi
nulla che indichi reale volontà di risolverli
nulla soprattutto che dimostri il suo personale coinvolgimento nelle parole pronunciate.
Anzi,è la limpida conferma che il Ministro, in 6 mesi, non ha mai pensato di informarsi,di conoscere veramente il settore.
Un lungo discorso quello che il Ministro Galan ha "letto" (sulla cui paternità qualche dubbio è sorto a molti?), la cui "banalità" è tanto disarmante quanto contraddittorie le sue parole.
Sempre le stesse le tematiche trattate:
- le accuse all'inefficienza e inadeguatezza attuale dell'Ente di riferimento ippico, l'UNIRE, per poi darne una giustificazione nell'assoluta discontinuità di gestione, con 14 cambi al vertice in 10 anni;
- la "necessità" di diminuire il numero degli ippodromi e delle corse, ;
- la "necessità" di scollegare il finanziamento del mondo ippico dall'organizzazione delle scommesse
- l'ipotesi di riformare l'ippica al modello CONI, cioè relegarla in un angolo,passandole un " obolo " per la sopravvivenza.
Con rammarico dobbiamo constatare che il Ministro Galan altro non ha fatto che riproporre i punti essenziali di un piano che da anni alcuni (Agenzie ippiche e il Sig. Ughi in testa ) vogliono attuare: portare il settore alla fame,riducendo drasticamente il numero dei protagonisti, per poi appropriarsene a costo zero.
Il Ministro Galan non ha toccato nessuna delle vere cause della crisi economica del settore:dal mancato introito dei crediti vantati nei confronti degli assuntori di gioco (minimi garantiti e canoni TV), che leggi ad hoc hanno fatto sì che l' UNIRE, l'Ente preposto alla riscossione dei crediti, fosse messo in condizione di non poterli esigere; alla voluta mancata innovazione delle scommesse ippiche, dalla formula del tutto inappetibile agli scommettitori e poco remunerativa stante le percentuali di prelievo molto maggiori rispetto alle altre scommesse e il cui adeguamento è stato più volte sollecitato ma mai preso in considerazione da AAMS; alla assoluta mancanza di una reale volontà politica che consentisse all'UNIRE di rilanciare l'ippica, UNIRE costretta a rimanere impigliata nella ragnatela delle alternanze politiche di governo,che non gli hanno mai permesso un gestione lineare, tecnica e soprattutto autonoma del settore.
Con altrettanto rammarico constatiamo che il Ministro Galan ha affrontato il tema dell'ippica ignorando completamente la voce dell'indotto ippico, un indotto composto da decine di migliaia di lavoratori, voce che da anni resta volutamente inascoltata dai "poteri forti".
L'ippica non può essere limitata ai grandi avvenimenti, ma deve essere inserita in un quadro molto più ampio, che attiri quotidianamente l'interesse e la passione per lo sport ippico.
Il calcio non è solo Serie A o Champion's League, ma è rappresentato da tutte le serie minori, a partire dalle squadre giovanili di scuole e parrocchie.
Solo così si può creare la cultura e l'interesse per un settore, non certo relegandolo a qualche sporadico, se pur eccellente, avvenimento.
A questo punto ribadiamo l'assoluta necessità di un confronto con gli operatori ippici, libero da atteggiamenti pregiudiziali, che possa creare per le migliaia di famiglie che vivono nel settore una prospettiva di futuro diversa da quella che, sulla base delle parole del Ministro, sarebbe inevitabile: la fine del settore, con la conseguente perdita del lavoro per grande parte dei lavoratori ippici".