Speranze per un risveglio dell'ippica
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Su invito della Direzione Ippica del MASAF ho presenziato a IGE, Italian Gaming Expo, nella giornata inaugurale che proponeva tra i vari incontri un interessante panel legato alla riforma ippica e devo dirvi che ne è valsa assolutamente la pena.
Non soltanto per gli ospiti presenti, dal Direttore Generale Chiodi fino al Direttore Centrale dell'Agenzia Dogane e Monopoli Lollobrigida, passando per molti esponenti dei concessionari di gioco legati all'ippica, ma pure per i temi che sono emersi.
Gli aspetti che vorrei qui segnalarvi sono molteplici, il primo dei quali è che tutti gli intervenuti hanno rinvenuto un aspetto centrale, cioè che l'ippica italiana possieda ancora oggi le potenzialità per tornare protagonista del mondo delle scommesse. Potrebbe sembrare banale, visto anche che all'estero le cose vanno tutto sommato bene da tempo, ma dopo anni in cui ci hanno fatto sentire, nel migliore dei casi, obsoleti, sentirci dire che siamo uno "sleeping giant" (gigante addormentato) e che servono solo alcuni interventi per tornare (nel giro di qualche anno ovviamente) a essere autonomi e non più legati alle casse pubbliche per il nostro sostentamento, è qualcosa che ci fa piacere.
Entrambi i Direttori, Chiodi e Lollobrigida, hanno voluto rimarcare come le interazioni tra i due siano pressoché quotidiane, aspetto basilare e che deve dare fiducia, perché dove esiste dialettica e stima reciproca c'è terreno fecondo per lo sviluppo di idee. Ambedue hanno puntato fin da subito l'attenzione sulla questione dell'allineamento della tassazione, quindi su una riduzione della tassazione sul gioco ippico per renderlo concorrenziale con gli altri giochi. Particolarmente importante il passaggio del Dottor Lollobrigida dove ha ammesso che il progetto di allineamento, previsto in due step successivi, non solo sia già stato elaborato, ma sia stato già consegnato agli uffici del MEF. Questo vuol dire che gli aspetti tecnici e soprattutto di sostenibilità sono già stati studiati, ora sta alla Politica metterlo in pratica.
Altro aspetto fondamentale è quello legato alla marginalità per il concessionario. Quest'ultimo se vi ricordate lo avevamo approfondito nella newsletter n.7, dove avevo espressamente sostenuto che un prodotto che rende meno verrà messo in secondo piano rispetto a un altro con margine maggiore. E questo è stato appunto ribadito da tutti i concessionari che hanno confermato come la promozione sia meglio farla su prodotti che fanno marginare di più (direi pure ovvio...). Questo aspetto apre anche al discorso della necessità di proporre nuovi prodotti, ma i concessionari hanno voluto rimarcare che anche a parità di prodotti si può lavorare bene, sempre che, assieme all'aspetto economico appena evidenziato, si ponga attenzione alle questioni tecniche, quindi a un prodotto corsa che strizzi maggiormente l'occhio allo spettacolo, anche di questo se vi ricordate ne abbiamo discusso nella suddetta newsletter.
Un punto che ritengo importante è stato evidenziato dal Direttore Chiodi e riguarda il fatto che la riforma vada inserita in un piano generale e non sia frutto di interventi spot, questo per evitare che gli effetti siano, come dire, meno di impatto. Un piano che preveda, la riforma delle scommesse appunto, una nuova governance ippica, con una gestione semi privatistica mutuata dalle migliori esperienze estere, le stesse che poi, alla fine, si rifacevano alla tanto bistrattata UNIRE, come dire corsi e ricorsi storici. Assieme a un nuovo approccio sugli ippodromi, che passi magari dalla creazione di un fondo di investimento sulle infrastrutture, per renderli davvero teatri all'avanguardia. E infine altra gamba di questo piano generale è l'attenzione alla programmazione e alla sua ottimizzazione.
Un piano che sposo in toto, soprattutto sull'idea che serva un intervento impostato in maniera globale e che vada a riformare ogni aspetto del nostro mondo.
Sul fronte concessionari c'è stato un pressoché unanime apprezzamento per le parole dei due Dirigenti pubblici e, chi più chi meno, hanno tutti confermato che gli interventi ipotizzati potrebbe davvero rappresentare la chiave di volta per tornare a crescere. Interessante anche il passaggio dove hanno sostenuto di voler sponsorizzare seriamente le corse ma di esserne oggi impossibilitati, cosa assurda ma che fa ben capire in quale ginepraio di regole si trovi l'ippica nazionale e con quale sistema debbano combattere i nuovi dirigenti come l'Ingegner Chiodi.
In conclusione un incontro dal quale si esce soddisfatti e che ritengo, in tutta onestà, sia stato sottostimato da molti miei colleghi ippici assenti. Se volete potremmo sintetizzare quanto scaturito dall'incontro con tre macro direttive d'azione: tassazione, innovazione e promozione, unite in un approccio sistemico. Che sia la volta buona per risvegliare il gigante?
Noi, come sempre, siamo pronti a fare la nostra parte.
Antonio Viani, presidente dell'unione proprietari galoppo