San Siro stagione 2024, con focus sul giugno delle Oaks e del Milano
MILANO. Sabato prossimo a Milano inizia la 136a stagione di galoppo all'ippodromo Snai San Siro, che fu inaugurato nel 1920 su progetto dell'architetto Paolo Vietti Violi, una location stupenda immersa tra arte e natura con tante suggestioni per chi dal Piazzale dello Sport varca i cancelli: la maestosità del Cavallo di Leonardo, i getti d'acqua della fontana, la palazzina del peso, il tondino, quelle fantastiche piste verdi, il tappeto dove galoppano i purosangue con in sella i fantini e le jockette, i gentlemen e le amazzoni, vestiti di lucide casacche che sono un intreccio di colori, di stelle, scacchi e rombi.
Ancora oggi San Siro resta l'unico ippodromo al mondo dichiarato monumento d'interesse nazionale.
Il book della stagione 2024 recita di 55 giornate di corse al galoppo dal 23 marzo al 30 novembre, con le serali dal 6 giugno al 4 luglio e poi la pausa estiva dal 4 luglio al 10 settembre. Così il dottor Lorenzo Stoppini, direttore della Business Unit Ippodromi Snai di Milano e Montecatini ha illustrato a Cavallo 2000 le novità della nuova stagione di corse: "Partiamo dal lato prettamente sportivo, sottolineando che tra le giornate della stagione primavera-estate ci sono due appuntamenti da non perdere a giugno: domenica 9 con le Oaks d'Italia, la prova riservata alle cavalle purosangue di 3 anni giunta alla sua 115a edizione; e poi il Gran Premio di Milano, corsa aperta ai cavalli purosangue di 3 anni ed oltre che si disputerà domenica 23. Entrambe verranno programmate nel preserale dando modo al pubblico di godersi un grande spettacolo ippico grazie all'impianto di illuminazione, rinnovato con tecnologia a led di ultima generazione, e uno spettacolo a bordo pista con l'intrattenimento per tutte le età".
L'intrattenimento che, da qualche stagione a questa parte, a San Siro coinvolge sempre di più gli spettatori e le famiglie. "L'intrattenimento all'ippodromo è basilare - prosegue Stoppini -, soprattutto quando sono in programma le corse. Non tutti, infatti, sono appassionati di ippica, ma allo stesso tempo avrebbero il desiderio di visitare un luogo diverso ed unico nel suo genere, una location in mezzo all'arte e alla natura, a pochi passi dal centro di Milano, e soddisfare la ricerca di esperienza da vivere partecipando e da raccontare".
E' questa la filosofia che anima lo staff di Snaitech che con grande investimento di risorse, idee e novità si appresta al vernissage della stagione che come detto avrà il focus sul mese di giugno con la disputa delle Oaks, il derby in rosa, e del Gran Premio Milano, da sempre la corsa faro di San Siro alla quale dedichiamo, nella parte finale di questo articolo, un amarcord.
Milano, i campioni della storia
Il tempo breve di una corsa diventa un romanzo con le imprese sulla pista alimentato da purosangue con le stimmate del campione, da giubbe storiche e da fantini indimenticabili. Lo sport diventa mito con le grandi classiche, e San Siro mette il fiore all'occhiello di una delle corse al galoppo piu' ambite dai proprietari e dagli allenatori di tutto il mondo, il Gran Premio di Milano, la corsa che in giugno vede i tre anni, storicamente quelli usciti dal Derby, accettare la sfida con i cavalli anziani in un confronto che fino al 1974 si svolgerà sui 3000 metri, per poi vedere ridurre progressivamente il metraggio, prima al miglio e mezzo e poi accorciando ancora assecondando l'evoluzione della selezione per il purosangue moderno che il turf internazionale fissa intorno ai 2000 metri.
Sanzio, il capolavoro di Luchino Visconti
Nel 1932 un giovane artista geniale, Luchino Visconti, che amava anche allenare purosangue, andò da Federico Tesio e gli chiese Sanzio. Il vate piemontese riteneva Sanzio un purosangue fragile, un cavallo problematico. Così accettò di cederlo al futuro regista di capolavori come Ossessione, Morte a Venezia e Il Gattopardo.
Nel Gran Premio di Milano del 1932, fu proprio Sanzio, con i colori nobili del conte Luchino Visconti, a trionfare, rivelando tutta le sue potenzialità di galoppatore di livello internazionale. Ci fu un grande gesto di fair play da parte di Tesio, che sconfitto, andò da Visconti e si complimentò per aver visto giusto, per aver intuìto in quel cavallo dagli arti fragili un potenziale campione.
Il Milano racconta storie straordinarie, come Toulouse Lautrec, che ha un pedigree prevalentemente dormelliano, con ben tredici degli antenati allevati a Dormello, l'unico cavallo di Tesio ad avere come avi Nearco e Navarro. E' come un segno del destino che Toulose Lautrec, sauro nato nel 1950, vinca il Milano da tre anni di classe con il genio del galoppo ancora in vita.
L'anno dopo c'è emozione in tutti gli appassionati quando la classica intitolata alla città è dominata da Botticelli, che con una galoppata meravigliosa, vince quando la scomparsa del suo proprietario/allevatore e allenatore è recente. Botticelli andrà a vincere ad Ascot la Gold Cup disperdendo gli avversari.
Nel 1956 è il 17 giugno, ecco che si presenta al tondino del Gran Premio di Milano il cavallo che al Derby non c'era. Sì perchè allora si iscrivevano le madri con il puledro in grembo al Nastro Azzurro e Tesio ritenne che Romanella, la madre di Ribot, non potesse mai generare un Derby winner così il futuro crack del turf mondiale non aveva l'iscrizione per Roma. Sui 3000 metri del Milano Ribot superò l'esame, staccandosi a metà dirittura.
Era un fuoriclasse assoluto il futuro vincitore di Arc e King George , invitto in 16 corse, ma per impegnarsi, per diventare irresistibile aveva bisogno di essere attaccato dagli avversari. Quando Barba Toni e Vittor Pisani lo affiancarono, Camici chiese e a Ribot l'allungo e fra lui e gli altri si aprì un oceano di lunghezze. Al rientro al tondino la folla volle idealmente abbracciare quel purosangue vestito della giubba/icona del nostro galoppo, il bianco rosso con croce di Sant'Andrea.