''L'ippica in Sardegna non può e non deve morire''
LETTERA APERTA dell'ANACAAD, presieduta da Mario Cossu: "Pur nella consapevolezza che le problematiche del settore ippico - equestre sono tante, prima che sia troppo tardi, V’invitiamo a non sottovalutare il problema delle corse in Sardegna, solamente 24 giornate (la prima il 3 aprile e l’ultima il 24 settembre u.s.). Vi chiediamo di conseguenza un intervento, urgente e doveroso, per salvare l’ippica sarda, la più frustrata e danneggiata dal calendario corse 2011, elaborato dall’UNIRE nel periodo buio dicembre 2010-gennaio 2011, e sul quale abbiamo più volte espresso motivate rimostranze.
"L’ANACAAD ha altresì sollecitato le autorità in indirizzo a prendere coscienza della drammatica situazione che sta vivendo da troppo tempo il settore ippico - equestre della Sardegna che, a causa di provvedimenti discutibili, necessita di un investimento straordinario per ricuperare il maltolto, prima che sia troppo tardi e cioè entro il corrente mese.
"Abbiamo sempre dimostrato il massimo rispetto per le istituzioni, ma non possiamo sottacere che in questo caso l’UNIRE ha messo in atto un atteggiamento vessatorio nei riguardi degli operatori sardi del settore ippico, comportamento che chiede giustizia e, quindi, un ravvedimento operoso da parte dell’UNIRE/ASSI.
"Già nel 2010, infatti, era stato riservato alla Sardegna un calendario asfittico, al limite della sopravvivenza per proprietari ed allevatori. Oggi, nonostante le proteste, le proposte di più parti e le promesse non mantenute, la situazione dell’ippica sarda può essere paragonata ad un malato in pericolo di vita, al quale il medico rifiuta la cura.
"Prima di chiudere Vogliamo ricordarvi che si sta minando non solamente il lavoro di allevatori e proprietari, ma anche quello di tanti altri lavoratori del settore e dell’indotto da esso generato o alimentato.
"Poiché per la sopravvivenza è necessario un adeguato numero di corse con un congruo montepremi, imploriamo la risoluzione di questa situazione drammatica, che peraltro richiede un intervento finanziario sostenibile, con un’assunzione di responsabilità che darebbe pure valore al lavoro delle istituzioni preposte a sostenere il settore ippico, anche quello della Sardegna."