La futura Lega agli ippici: Non facciamoci del male
IL COMITATO Pre-Lega (o Unione) Ippica Italiana comune: "Non è facile, purtroppo, perché la situazione, ogni giorno che passa, si fa sempre più drammatica ma, dal momento che stiamo parlando di un settore che, sotto la sua ala, raccoglie i destini di migliaia di famiglie, occorre, superata metà dicembre di questo infausto 2012, fare il punto della situazione. Le prime due settimane del mese ci hanno bruscamente riportato al passato vanificando, per il momento, ogni speranza di privatizzazione: l'unica, magrissima consolazione, è rappresentata dal fatto che la colpa non è dell'ippica.
"Già, perché la riforma del settore era contenuta in un piccolo emendamento inserito nella Delega Fiscale, che è un provvedimento che raccoglie in sé migliaia di interventi di natura fiscale e che è stato fermato in Senato lo scorso martedì 4 dicembre. In seguito a questo fatto, come tutti sanno, il Governo ha deciso che approverà la Legge di stabilità e poi si andrà alle elezioni, mentre solo una fetta dei provvedimenti facenti parte della Delega verrà inserita nella Legge di stabilità, ma non è il caso nostro... Insomma, la politica, prima in maniera diretta, con l'atteggiamento poco costruttivo (eufemismo) del nostro ministro di riferimento e del nostro segretario generale, poi, in maniera indiretta, bocciando la Delega Fiscale e rimandandola in blocco alla Commissione Finanze, ci ha dato l'ennesima bastonata. E, badate bene, siccome non ci facciamo mancare niente, sentite il commento di Mario Baldassarri, presidente della Commissione Finanze del Senato: “La capigruppo ha rinviato per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana l'intero testo in Commissione, senza neanche indicare su quale comma o su quale articolo”. Il feeling dell'ippica con la politica è talmente scarso che siamo riusciti anche ad inaugurare un “primo caso” della storia della Repubblica...
"E così, dal 2013, stando alle ultime notizie, non esistendo un progetto di rilancio e delle condizioni chiare in base alle quali programmare l'attività, gli ippodromi di Milano chiuderanno i battenti ed entreranno a far parte della storia; il tutto mentre è in corso l'agonia di altri due impianti basilari come Roma e Napoli, che sono in condizioni sempre più disastrate...
“Punto e accapo”, quindi?
"No! Abbiamo lavorato per molti mesi a un disegno di legge che può cambiare le sorti del nostro comparto e non lasceremo che tutto si vanifichi. Intanto, in settimana la Commissione Agricoltura presideduta dall'onorevole Russo licenzierà un testo definitivo per il rilancio del settore che il prossimo Governo dovrà prendere in esame e poi, ormai, il gruppo, quello degli aderenti al progetto, è formato, è sempre più vasto, è saldo e continuerà a lottare perché l'ippica non muoia.
"Certo che, se il fronte fosse stato più unito, sarebbe stato tutto più facile: abbiamo girato l'Italia per far conoscere il nostro progetto e, soprattutto, per far sì che tutti capissero qual era la drammatica situazione dell'ippica. Più volte abbiamo detto che, perdurando questo stato di cose, alla fine dell'anno molti ippodromi avrebbero chiuso. Persino sui Raisport 1, Tomaso Grassi lo ha affermato! Ma, come sempre è accaduto nel nostro settore, si è pensato ancora una volta ai “secondi fini” e si è continuato a screditarci fra di noi, con il risultato che, alla fine, la chiusura degli ippodromi è arrivata... Siamo stati facili profeti, non era difficile capirlo, ma qualcuno non ha capito o ha fatto finta...
"La domanda è: per quanto tempo vogliamo proseguire a farci del male fra di noi permettendo alla politica di continuare nel suo piano di distruzione? Vogliamo una buona volta renderci conto che siamo arrivati in fondo, che i tempi dei piccoli “interessi di bottega” sono finiti e che bisogna rimboccarci le maniche tutti insieme e lottare, non per un futuro migliore, ma semplicemente per “il” futuro che, al momento, è un qualcosa che non sembra esistere? "Noi ci stiamo e ci siamo, non ci tiriamo indietro, come abbiamo sempre fatto continueremo nel nostro atteggiamento di apertura per discutere con tutti e migliorare il progetto in cui crediamo e che, non ci stancheremo mai di dirlo, dovrà basarsi su etica, modernità, imprenditorialità e meritocrazia, mettendo al bando tutti i privilegi e le logiche degli “amici degli amici”.
"Non è un sogno, marzo non è lontano, noi siamo pronti e aspettiamo con la massima fiducia la prossima legislatura".