Jean-Michel Bazire centra il quinto Amerique
PARIGI. Il Prix d'Amérique è una corsa che ispira i grandi guidatori. Non basta avere il cavallo per vincerla, occorre che il talento, l'estro e l'abilità tattica di un driver si combinino per dipingere la corsa perfetta su quella tela di carbonella del tempio di Vincennes.
Domenica Jean-Michel Bazire ha atteso il momento giusto, il suo Hooker Berry nel cuore del gruppo non aveva speso ancora nulla quando quella curva finale introduceva alla lunga retta d'arrivo. Il boato della folla era ancora lontano, i seggiolini e le vetrate della tribuna soltanto un punto dell'orizzonte.
In quei 2 chilometri che avevano preceduto il tratto conclusivo era successo di tutto: il favorito Idao De Tillard si era gettato di galoppo dopo una manovra azzardata, al largo dello schieramento, del suo giovane driver.
Horsy Dream, l'altro cavallo molto atteso della corsa, si era speso in un lungo duello nella prima parte di gara con lo svedese Don Fanucci. Vivid Wise As se l'era quasi presa con se stesso finendo per sbagliare, mentre l'altro italiano Vernissage Grif subiva un danneggiamento e si estrometteva dalla corsa.
Costringendo anche l'altra italiana Ampia Mede Sm in quelle retrovie del plotone a perdere metri preziosi. Eccola la dirittura, quel rosa con le stelle della giubba di Jean-Michel Bazire viene stappato come un tappo di champagne. Vola al largo Hooker Berry con in sulky quell'artista del trotto che ha collezionato 20 sulky d'or e un'infinità di gran premi.
Jean-Michel Bazire centra il quinto Prix d'Amérique, arricchisce il suo straordinario palmarès scatenando l'entusiasmo della folla parigina. Hooker Berry è arrivato un po' a fari spenti al grande giorno, non dava l'idea di essere il migliore della corsa, almeno alla vigilia. Ma questa è una corsa di dettagli, dove l'interpretazione sul percorso, tesa a far arrivare un protagonista con benzina in serbatoio all'apice del confronto, spesso fa la differenza. Se in sulky hai il Re delle redini lunghe puoi ribaltare in pista qualsiasi pronostico della vigilia.
C'è spazio anche per l'Italia nell'ordine d'arrivo della classica che scrive la storia del trotto mondiale: Ampia Mede Sm, la coraggiosa figlia di Ganymede di proprietà partenopea, vola i duecento finali, recupera dalla coda del gruppo e viene, al largo di tutti, a pochi metri dal parterre che ospita anche molti italiani, a conquistare un prestigioso secondo posto.
Un piazzamento importante che, senza quel danneggiamento e successiva rottura, sarebbe toccato anche a Vernissage Grif. C'era molto rammarico, dopo la corsa, nel team di Alessandro Gocciadoro perché il cavallo era in schiena a Hooker Berry e la posizione nel plastico della corsa lo avrebbe portato a giocarsela per un posto sul podio.
Il Prix de France di domenica 12 febbraio sarà occasione di rivincita per il magnifico sauro da Varenne che per ora rinvia il tempo della carriera stalloniera puntando ad un'altra stagione italiana di alto livello. Nel fantastico week-end di Vincennes il centro tra i tre anni di Elton Wise al sabato e alla domenica le belle affermazioni di Cocco Bfc, un altro varennino, nel Prix Bold Eagle, la grande corsa dei quattro anni, e tra le femmine anziane l'hurrah di Allegra Gifont.
L'Italia che trotta si è difesa alla grande nel contesto internazionale di una Parigi ancora una volta perfetta nell'organizzazione, splendido rendez-vous di passione e di emozione. All'uscita della metro una navetta ti portava all'ippodromo. Un gesto di cortesia, il voler andare a prendere il pubblico per portarlo per mano dentro ad una grande storia di sport e di vita.