Ippica. Gran Premio Milano in caduta libera
MILANO. La primavera sta per arrivare se è vero che domenica riapre San Siro e passeremo davanti alla fontana che dall'ingresso principale immette verso la tribuna con il suggestivo orologio. I rintocchi scandiscono il ritorno dei purosangue sullo smeraldo della pista della verità. La Scala riapre con una corsa molto sentita, soltanto un handicap e per milers, ma sarà la solita volatona incerta e molti proprietari ambiscono a mettere nella vetrina buona del salotto di casa quella Coppa che a Milano dice Apertura, si aprono le porte per la stagione piu' bella, l'ippodromo, le corse, i cavalli.
La nuova stagione dell'ippodromo amato da Ernest Hemingway, che lo celebrò con un racconto, 'Il Mio Vecchio', riservando un cammeo formidabile al Sor Federico Regoli, sarà quella di un Milano declassato e anticipato di due settimane. Da metà giugno si passa all'ultima domenica di maggio e lo si abbina alle Oaks. Se a Roma per tentare di far risalire il rating del Repubblica, cioè di quel vecchio caro Omnium oltraggiato dai signorotti del board che si riuniscono una volta l'anno per riscrivere il libro delle pattern, hanno accorciato la distanza a 1800, Milano per la sua corsa brand resta ferma al classico miglio e mezzo perchè per i sacri testi è quello ancora il metraggio aulico della selezione.
Mirando a centrare l'obiettivo di riportare entro tre stagioni a gruppo 1 la corsa che faceva staccare il biglietto per l'estero a Nearco, Ribot e Tony Bin, si è giocato sulla data, sperando di attrarre attori internazionali di livello '115 alto'. Sul Milano si gioca molto della credibilità del nostro intero galoppo, lo scempio compiuto dal comitato è ancora piu' grave perchè fatta salva la valenza internazionale di una corsa come il Lydia Tesio, che resta specifica, cioè per le femmine, l'antico Premio del Commercio è la nostra corsa simbolo. Chi la vince è il nostro campione, è il faro della stagione italiana. E, a differenza del Derby, che a Roma regge bene, non perde fascino anche se gruppo 2 perchè il Derby ha un suo appeal e nel mondo appassionati, operatori e neofiti vanno a leggere chi ha vinto in Italia il Nastro Azzurro e non altro, un Milano in caduta libera, prigioniero di una difficoltà italiana ad allineare alle gabbie purosangue esteri che fanno status, sarebbe uno smacco per tutto il movimento.
Ma la partita non è perduta, c'è spazio per creare, innovare, per fare rete, squadra e giocarsi una ripartenza. Dobbiamo chiamare una riflessione per la ripartenza della corsa storica della pista dove da sempre si fa la selezione. Se dobbiamo fare i conti, nostro malgrado, con le alchimie di medie, numeri di una classica anziché soffermarci come faceva il Maestro Tesio sulle lunghezze che il vincitore dava ai battuti, dobbiamo lavorare sul Milano con una prospettiva nuova, innovativa. Unire allo charme che rappresenta vedere una domenica di classiche a San Siro, un'esperienza di bellezza e di eleganza assoluta che Trenno ha proposto con impegno e successo, una proposta fortemente innovativa della corsa di per sé. Azzardando una sciarada, un colpo a sorpresa per le prossime edizioni. Perchè non prendere in considerazione l'ipotesi di una grande classica che come accade negli Stati Uniti si corre come un ricchissimo handicap dove i pesi escono un mese prima, dove si cercano iscrizioni internazionali con un lavoro di staff e di corrispondenza nei Paesi esteri interessati al prix milanese.
Una corsa che anziché che corsa all'inglese di selezione, cioè con pochi partenti, rivoluzioni il suo format in un handicap da 16-18 partenti. E qui entrano in gioco i sublimi handicapper che vantiamo, da Rossi a Artina da Giunta a chi sa di perizie e che ha ereditato il meglio della vecchia scuola integrandoci lo sguardo sul mondo. Una scala coraggiosa e ampia, dai 70 chili a 50. Immaginatevi il campione, il Dylan Mouth di turno che è in cima alla scala a 70 chili e se la gioca come il gran signore dell'Arno, si avete capito bene, proprio lui il glorioso, coraggioso leone menichettiano, il Demeteor che potrebbe correre a 52-50 chili. Questa è la sugggestione di una corsa che messa così, un Milano rilucidato, potrebbe far parlare e attirare pubblico, emozioni, youtube, perchè l'attesa inizierebbe dall'uscita dei pesi e noi aspettiamo anche le contestazioni, le discussioni, quel trainer che dice che tanto si favoriscono sempre i soliti. Ma serve parlarne, stupìre, creare marketing con il bar, con la rete, con la tv, con il vecchio giornale di carta stampata.