Indagine Procura Firenze, secca smentita di Papalia
Nemmeno la indagine della Procura di Firenze (la cui clamorosa infondatezza sarà presto evidenziata nelle sedi appropriate) ha mai ipotizzato che le somme erogate dall’UNIRE agli Ippodromi di Agnano, Tor di Valle e Cascine, siano state oggetto di una indebita, privata appropriazione da parte degli amministratori o dei proprietari, tra i quali il sottoscritto, e dunque dilapidati in ville ed auto di lusso che infatti non posseggo.
La ipotesi accusatoria, desumibile dalle semplice lettura del decreto di sequestro preventivo di beni che, almeno per quanto mi riguarda, non posseggo, è che gli Ippodromi avrebbero abilmente occultato all’UNIRE il proprio stato debitorio, la esistenza del quale avrebbe fatto venire meno un requisito indispensabile per continuare ad essere concessionari del servizio ippico.
In questo consisterebbe (ed è proprio il caso di usare il condizionale) la ipotizzata truffa. Punto.
Dunque chiunque abbia detto o scritto, o dirà o scriverà, che il sottoscritto sarebbe (con altri imprenditori del settore) indagato per essersi impossessato truffaldinamente e personalmente di quei 57 milioni di euro o parte di essi, dice, scrive o scriverà una notizia falsa, e irrimediabilmente lesiva della mia personale onorabilità.
Altro è infatti essere accusato (in modo, lo ripeto, clamorosamente pretestuoso ed erroneo) di avere proseguito, in difetto di requisiti di legge, la gestione delle proprie aziende-ippodromo (con le centinaia di dipendenti che vi lavoravano) continuando a percepire negli ultimi 5 anni i corrispettivi UNIRE di quel servizio; altro è essere accusato di avere ordito una truffa di 57 milioni di euro per dissiparli in ville, macchine e bagordi.
Orbene, poiché nulla di una simile infamante accusa risulta dal decreto di sequestro, unico atto di indagine notificato alle parti (ma prima alla stampa, come dimostreremo per tabulas), ho dato mandato al mio difensore, avv. Gian Domenico Caiazza, di presentare un esposto al Procuratore Generale perché apra una indagine su chi possa essere stato, dalla parte di chi ha svolto o svolge le indagini, il divulgatore di notizie non contenute nel decreto di sequestro.
Ho dato altresì mandato al mio legale di agire in ogni sede a tutela della mia personale onorabilità, che non consentirò diventi carta straccia per opera di professionisti della menzogna e della calunnia.