Ambelia, il Cavallo Siciliano, una risorsa genetica importante
Il riconoscimento del febbraio del 2024 del Cavallo Siciliano fra le 27 razze equine italiane a diffusione limitata da parte del Ministero dell’Agricoltura, ha puntato i riflettori di addetti e appassionati sulla Sicilia e le sue tre razze equine autoctone, che comprendono anche il Purosangue Orientale e il Sanfratellano.
Dedichiamo così un articolo ad ognuna di queste tre razze, chiedendo al Dott. Ignazio Mannino, Presidente dell’Istituto d’Incremento Ippico di Catania, quali sono gli obbiettivi che l’Istituto si prefigge di raggiungere nei prossimi anni a favore di queste razze che pongono la Sicilia al centro della biodiversità dell’intero bacino del mediterraneo, non certo solo dal punto di vista geografico.
“La valorizzazione delle razze di equidi autoctone siciliane è un valore imprescindibile. l’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia della Regione Siciliana, in sinergia con le direttive emanate dall’Assessorato Regionale dell’Agricoltura dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, in questi ultimi due anni di governo ha posto in essere le strategie per consolidare e migliorare il patrimonio genetico esistente, garantendone la tutela e la salvaguardia. Il riconoscimento della razza del Siciliano, ha innescato dei meccanismi virtuosi sulle nostre tre razze, che raccontano la storia della Sicilia in termini di cultura, tradizioni e biodiversità, e abbiamo in progetto anche di esportare le razze siciliane oltre i confini dell’isola, facendo conoscere le qualità morali e le attitudini d’eccellenza dei nostri cavalli anche in ambito sportivo ed equestre in generale con il fine di indirizzare la produzione di cavalli in grado di competere con le tante razze che oggi hanno invaso il mercato italiano e siciliano. Ciò verrà svolto in collaborazione con la FISE, le Associazioni di allevatori delle razze siciliane, le Università, le amministrazioni locali e gli allevatori che rappresentano il vero punto di riferimento per le politiche di settore”.
30 anni di impegno.
Fra gli anni 70 e 80 si erano perse le tracce del Cavallo Siciliano. La sua inclusione fra le razze italiane era ancora testimoniata nel 1985 dalle pagine del libro di Bernardo Meloni, presidente dell’Ente Nazionale per il Cavallo Italiano e del prof. Antonio Catalano dell’università di Parma, Intitolato “CAVALLI, tutte le razze italiane”.
La lettura negli anni 90 di quelle pagine ispirò l’allevatore siciliano Francesco Russo, fondatore e presidente della A.R.A.C.S. (Associazione Regionale Allevatori Cavallo Siciliano), riguardo quella gran massa di cavalli allevati semi bradi o bradi sparsi sui monti siciliani che venivano indicati genericamente come Indigeni Siciliani. Erano il frutto di una interazione secolare fra le tante razze di cavalli arrivate in Sicilia con il conquistatore di turno, a partire dai cavalli Orientali giunti con i greci, seguiti dai primi soggetti africani cartaginesi nell’ovest della Sicilia greca, e poi dagli Equus italicus dei romani, a cui si sono aggiunti nei secoli i cavalli arabi e i berberi importanti a migliaia dai musulmani, quelli normanni delle città demaniali della riconquista cristiana e i cavalli spagnoli dei Borboni dei Due regni per finire, dopo l’unità d’Italia, con le influenze derivate dai bisogni degli usi militari, visto che molti cavalli e muli dell’Esercito Italiano sono stati a lungo allevati proprio in Sicilia.
Traendo spunto da quelle pagine, si riunirono per la prima volta intorno a un tavolo gli amici Francesco Russo, Bruno Morello, Vincenzo Allegra e Benedetto Salamone, per organizzare il primo programma di identificazione di alcuni soggetti superstiti in Sicilia fra quei cavalli Indigeni riconducibili alle caratteristiche morfologiche del cavallo Siciliano. Con costanza, dedizione, abnegazione, coraggio e schiena sempre diritta, Russo è andato avanti per la sua strada non “guardando in faccia a nessuno” per quasi trent’anni, fino a raggiungere il primo obbiettivo, il più lungo e complesso: il Riconoscimento della razza del Cavallo Siciliano. È questo solo un punto di partenza perché la strada da fare è ancora lunga per dare ai cavalli Siciliani degli allevatori che perseguano l’eccellenza e la professionalità che sono indispensabili oggi affinché questo cavallo molto versatile possa esprimersi al massimo nei campi in cui già eccelle, come la monta da lavoro e il trekking, e nelle specialità dove si sta preparando ad eccellere, come nel salto ostacoli, il dressage e il completo.
I prossimi obbiettivi legati alla razza vera e propria verranno perseguiti in questo nuovo contesto odierno, finalmente molto favorevole, sempre attraverso la piena collaborazione fra A.R.A.C.S., le istituzioni regionali e il gruppo di specialisti scientifici dell’Istituto di Incremento Ippico, dell’istituto Zooprofilattico Regionale, delle Università di Catania e Messina e dell’A.N.A.R.E.A.I. (Associazione Nazionale Razze Equine e Asinine Italiane) che ha dato il suo importantissimo contributo nella fase finale e cruciale dell’intera operazione di riconoscimento della razza.
Un momento importante per il Siciliano è stato quello quando, per la prima volta, è stato attenzionato agli addetti ai lavori e all’opinione pubblica nazionale durante “Gli Stati Generali del Cavallo in Sicilia”, ideati e organizzati da Rodolfo Lorenzini, insieme a un folto gruppo qualificato di esperti siciliani, nell’ambito delle iniziative di “Sicilia, Parco Equestre del Mediterraneo” ( www.siciliapem.it ) che ha visto la proficua e decisiva partecipazione anche di A.N.A.E.R.A.I.
Le Rassegne Morfologiche.
Dalla data del riconoscimento della razza, fino alla fine del 2026, sono in corso un gran numero di Rassegne Morfologiche in giro per tutta l’isola, per permettere agli allevatori di far esaminare i propri soggetti per poterli iscrivere al libro genealogico della razza. Esperti di razza dell’istituto d’Incremento ippico, di A.N.A.E.R.A.I e della A.R.A.C.S. esaminano i soggetti, compilano una scheda di valutazione morfologica molto dettagliata con la misurazione di tutta una serie di parametri, prendono un campione di crine di cavallo e di sangue per sottoporre il soggetto a una serie di ricerche genetiche che, su un numero di soggetti che alla fine della ricerca sarà molto alto, daranno dati estremamente utili per capire le componenti genetiche che hanno contribuito a formare il Siciliano e indicazioni per decidere in quale direzione dovranno andare le selezioni e gli accoppiamenti per quanto riguarda il futuro.
Dallo Standard di Razza del Cavallo Siciliano.
Le aree di origine del Cavallo Siciliano riguardano l’intera Sicilia, con una maggiore presenza nelle province di Palermo, Enna, Ragusa e Messina.
Le attitudini sono quelle del turismo equestre, dressage, completo, salto ostacoli, monta da lavoro e tiro leggero.
È un cavallo meso e meso-dolicomorfo con mantello baio, morello, sauro in diverse gradazioni e grigio.
Le 14 conformazioni morfologiche delle sue parti sono elencate e descritte con precisione nello standard di Razza approvato dal Ministero che fa anche parte di una guida per gli allevatori che vogliono partecipare alle rassegne morfologiche e che può essere richiesto ad A.R.A.C.S. e A.N.A.R.E.A.I.
I dati biometrici espressi in cm. sono:
Maschi:
Altezza garrese: 153-165. Circonferenza toracica 180-190. Circonferenza stinco 19-22
Femmine:
Altezza garrese: 152-163. Circonferenza toracica 170-180. Circonferenza stinco 19-22
Verso un futuro di conoscenza e competenza.
Senza questo lungo lavoro trentennale, il cavallo siciliano sarebbe rimasto ignorato, abbandonato, emarginato, nonostante abbia caratteristiche molto peculiari che gli hanno già permesso di raggiungere traguardi sportivi di livello nazionale, e non solo, nella monta da lavoro, nel dressage e che esordiranno presto nel salto ostacoli per potersi cimentare nel futuro anche nel completo, grazie ad un allevamento e un addestramento moderni e innovativi che producono soggetti con “bellezza”, comportamento, educazione e tecnica di eccellente livello qualitativo. Fra il 2021 e il 2024, nella monta da lavoro sono stati raggiunti innumerevoli risultati agonistici nazionali ed europei di grande rilievo da Granpasso, figlio di una fattrice Siciliana dell’allevamento della Rocca, montato dalla giovane amazzone Giusi Calafiore. Lo stallone Siciliano Rodomonte della Rocca, ha vinto il Winter Trophy 2023 per i 4 anni esordienti (risultando primo classificato in ciascuna delle tre prove diverse di specialità) montato da David Jimenez Romeri.
Le fondamenta equestri di questi due cavalli sono state costruite utilizzando metodi naturali, mai coercitivi e violenti, che sono iniziati già subito dopo la nascita dei puledri, per avere poi soggetti di grandi qualità morali: docili, educati, con una frequentazione con l’uomo costante e piacevole per costruire una connessione forte e indelebile basata sulla fiducia reciproca e la sicurezza, anche attraverso condizioni di vita brade e semi-brade ottimali. Ciò si deve a una filosofia allevatoriale d’avanguardia, che guarda alla scienza e alla conoscenza e non più alla mera “tradizione” e all’empirismo. Si auspica che tutto ciò possa divenire patrimonio di ogni allevatore siciliano che voglia abbracciare il futuro e l’innovazione per formare, finalmente, le figure professionali che servono nei diversi settori legati al cavallo, senza i quali il “Sistema Cavallo della Sicilia” non potrà mai entrare nei mercati che contano davvero.
Notizie utili.
Per acquistare Cavalli Siciliani e le monte private.
L’interlocutore per entrare in contatto con i numerosi allevatori di cavalli Siciliani sparsi in Sicilia è la Associazione Regionale Allevatori Cavallo Siciliano (A.R.A.C.S.).
Info ARACS: Roberto Russo. TEL. 366 1953665
Facebook: ARACS SICILIA: www.facebook.com/aracsi.sicilia
Instagram: ARACS SICILIA: www.instagram.com/aracsi.sicilia
Per Iscrivere alle rassegne morfologiche i propri cavalli.Responsabile A.R.A.C.S. Aldo Drago. Tel. 320 3834154
Per le monte pubbliche con stalloni del Siciliano approvati.
L’istituto di Incremento Ippico di Catania ha acquistato un primo stallone di Siciliano approvato, Trionfo Siculo II°, per essere utilizzato per le monte pubbliche. Si possono effettuare presso la tenuta Ambelia
Altri stalloni di Siciliano seguiranno in un prossimo futuro.Contatti: www.cavallisicilia.it
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