Final Furlong , Il cavallo al centro della rete
Verona, 5 novembre 2022 - La rete di imprese Final Furlong ha presentato ieri a Fieracavalli il suo esclusivo progetto dedicato allo sviluppo interdisciplinare del mondo del cavallo in Italia.
In un vivace incontro, retisti, stakeholder operatori e appassionati hanno condiviso le proprie esperienze. “Perché si costituisce una rete? - ha spiegato Gianni Perbellini, dottore commercialista e retista Final Furlong -. Anziché dare vita a una società, che è uno strumento rigido, suggerisco la formula della rete di impresa, che consente una serie di movimenti e fa entrare e uscire soggetti con estrema facilità, senza complicazioni burocratiche. Deve stare sul mercato con una serie di operazioni di visibilità e di economie e coinvolge con il suo entusiasmo una serie di persone che collaborano in diversi campi e hanno la possibilità di dialogare sugli interessi comuni del cavallo senza perdere la propria identità professionale”. “
A Torino - ha spiegato Alessandro Ferraris, consigliere Hippogroup Torinese - abbiamo sfruttato per primi la possibilità offerta dalla rete. Da questo nasce la possibilità di partecipare a un bando europeo transfrontaliero che parte dale attività degli ippodromi di trotto di Torino e di Cagnes sur Mer in Costa Azzurra, dalle quali si sviluppano operazioni di richiamo per un turismo basato sul mondo del cavallo a tutto tondo. Da sempre attenti alla ricaduta locale delle attività dell’ippodromo, abbiamo identificato la necessità di aprire le nostre porte a tutti i tipi di cavalli e tutte le attività, che verranno offerte alla popolazione locale, soprattutto alle nuove generazioni, affinché si accostino a questo meraviglioso mondo. Con la collaborazione della rete il progetto darà luce al grande contributo che il cavallo ha dato e continua a dare nella relazione con l’uomo. Gli ippodromi non devono essere aperti soltanto nei giorni di corsa ma tutto l’anno. Riuscire a riempire le nostre strutture con iniziative legate al turismo e allo sviluppo agroalimentare, ambiti che ruotano intorno al cavallo, è fondamentale. Mettere in rete è necessario, la capacità di fare rete con situazioni che possano stare bene insieme, potendo produrre anche posti di lavoro e ricchezza”.
“L’Aia è uno dei promotori della biodiversità, non solo del cavallo - ha dichiarato il direttore Mauro Donda -. Questo straordinario patrimonio è dovuto al nostro territorio dove le razze sono state funzionali con impieghi diversi, adatte ognuna ad ambienti e attività particolari. Il cavallo è un elemento fondamentale per lo sviluppo degli aspetti culturali e identitari del territorio sempre più ricercati nel turismo e l’allevatore è il perno di questo sviluppo”.
La retista Giulia Parri, Pfm - Società tra professionisti, ha spiegato come l’azienda agricola sia “al centro. Bisogna fare rete in un’azienda agricola dove si fa allevamento, dove c’è agriturismo, un maneggio aprendo la nostra mentalità. La gente deve vivere di questo lavoro: insieme si fa forza e si va verso un’attività reddituale. L’agricoltore deve farsi spazio tutti i giorni dell’anno. Fare rete potrebbe essere vincente per ridare vita all’allevamento ambientale e paesaggistico, che può essere di sviluppo del territorio. La nostra missione deve essere quella di guidare l’azienda agricola e far ripartire un volano di buone pratiche”.
“La rete - ha affermato Massimo Garavini, founder di Ippic - ritengo sia oggi l’unica opportunità. All’estero si fa riferimento all’incapacità in Italia di fare rete, la sindrome del palio di Siena. Una situazione devastante, e se ci troviamo così la responsabilità è solo dell’incapacità di fare sistema del nostro Paese. Da oggi bisogna cambiare rotta”.
“Il cavallo è identità, cultura, storia e tradizione ma anche posti di lavoro nel rispetto dell’ambiente e della sostenibilità - ha concluso il consigliere regionale della Regione Toscana Diego Petrucci, presente all’incontro di Final Furlong - . Affinché il comparto possa essere volano di sviluppo, è necessario mettere a sistema tutta la filiera, che comprende anche mestieri antichi. Il pubblico, in questo processo, deve supportare l’iniziativa privata in un sodalizio snello e costruttivo”