Fieracavalli, grande protagonista il Cavallo Italiano
LA FIERACAVALLI DI VERONA (5-8 novembre) è un rito pagano che ogni anno ripropone al grande pubblico una realtà antichissima e sempre in continuo mutamento: quella del cavallo e del complesso e variegato mondo che gli ruota attorno. Quest’anno, anche per espressa volontà del Ministro Luca Zaia i riflettori saranno soprattutto puntati sui cavalli nati e allevati in Italia. Sono loro, infatti i primi soggetti equini che il visitatore incontrerà entrando in Fiera quasi a rimarcare come l’ippicoltura, per il contenuto di tradizioni e di cultura che rappresenta, dovrebbe essere il fiore all’occhiello dell’agricoltura italiana.
Per due volte al giorno, nel grande campo costruito quasi di fronte al padiglione uno, Unire e Aia offriranno ai tanti appassionati l’occasione di poter assistere ad una panoramica sulla consistenza e la varietà del patrimonio equino nazionale.
Molte delle razze che saranno presentate possono a buon titolo essere considerate delle vere e proprie “reliquie storiche” viventi: dietro la morfologia, le attitudini, le caratteristiche fisiche e psicologiche di ognuna di esse vi sono fatti, avvenimenti, vicissitudini, leggende che fanno parte a pieno titolo del nostro patrimonio storico . Dai greci ai romani, dagli arabi ai francesi, dai normanni ai cavalieri spagnoli tutte le civiltà e le culture, che di volta in volta hanno calcato il suolo della nostra penisola, hanno lasciato la propria orma equestre impressa nei nostri cavalli.
Le tante razze, che abbiamo conosciuto ed allevato per secoli e che oggi stiamo rischiando di perdere, sono quindi il prodotto di un crocevia di incontri e di esigenze le più complesse e disparate e dell’ambiente, di quel nostro ambiente che necessitava di cavalli equilibrati, resistenti e frugali. Mantenerle in purezza è compito importantissimo, non solo per il valore simbolico che ciascuna di esse rappresenta, ma anche per lo stretto legame che ciascuna razza, per costituzione morfologica e per “stile di vita”, ha con dei precisi ecosistemi e quindi con la preservazione dell’ambiente.
L’opportunità di promuovere, tutelare e valorizzare la bio-diversità equina ancora presente nel nostro territorio ha quindi molteplici ragioni che vanno dalla necessità di contrastare l’impoverimento del patrimonio genetico nazionale, alla possibilità di costituire una integrazione di reddito per gli agricoltori in quanto dal punto di vista zootecnico questi animali sono in grado di essere allevati in aree marginali.
E’ esattamente qui che si pone un problema di mercato, non riconducibile automaticamente al solo incontro fra domanda e offerta: infatti, oggi, il Cavallo, è sempre meno assimilabile a un “prodotto” qualsiasi.
La struttura organizzativa di Fieracavalli, forte di esperienza e competenza, coglie la particolarità di relazione fra forme della cultura e forme dell’economia che distinguono questa originale e irripetibile figura animale, definendo linee programmatiche capaci di tradurne le potenzialità di sviluppo in progetto.
Dunque non solo Fiera-mostra del “prodotto”, ma anche sede nella quale perseguire obiettivi attraverso i quali restituire al cavallo la molteplicità della sua naturale collocazione come “produttore” di ricchezza e di cultura.