Fiera Mediterranea del Cavallo, ottimo risultato
La Tenuta Ambelia dell’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia, nei giorni 6, 7 e 8 giugno, ha ospitato la sesta edizione della Fiera Mediterranea del Cavallo, manifestazione nell’ambito dell’iniziativa nazionale Fiera Cavalli in Tour.
Con Arezzo, Monte Balbo e Verona, anche quella di Ambelia entra nel circuito delle fiere di cavalli organizzate in luoghi strettamente legati al cavallo che diventa simbolo del territorio che lo esprime.
Dopo il taglio del nastro d’inizio della manifestazione, l’Assessore all’Agricoltura della Regione Siciliana Salvatore Barbagallo e il Presidente commissario dell’istituto Ignazio Mannino, hanno brevemente ribadito l’importanza di Tenuta Ambelia e della manifestazione fieristica come strumenti di divulgazione e conoscenza della cultura equestre ed allevatoriale siciliana, anche e soprattutto nell’ottica delle possibili e ineludibili sinergie in cantiere nei prossimi anni fra agricoltura, allevamento equino, turismo, beni culturali ed enogastronomia dopo che la Sicilia è stata appena dichiarata Regione Europea della Gastronomia.
Le attività in fiera. Il programma è stato fitto di eventi distribuiti nelle diverse aree a disposizione del pubblico. I momenti di maggior significato sono state certamente le vetrine giornaliere dedicate ai gioielli delle biodiversità siciliana: le razze equine e asinine autoctone siciliane.
Matteo Vasini, dirigente ANAREAI (Associazione Nazionale Allevatori Razze Equine e Asinine Italiani,) ha presentato al pubblico le caratteristiche morfologiche dei Cavalli Purosangue Orientale siciliano e degli asini di Pantelleria, Grigi e Ragusani allevati dall’Istituto Incremento ippico ad Ambelia e nella sede di Catania.
Ha poi presentato soggetti di Cavallo Sanfratellano dell’AREAS (Associazione Razze Equine ed Asinine Siciliane) e di Cavallo Siciliano dell’ARACS (Associazione Regionale Allevatori Cavallo Siciliano). Nel frattempo, alcuni cavalli sellati delle rispettive razze hanno eseguito delle dimostrazioni di attitudine alla sella, dando sfoggio delle loro capacità esibendosi in varie figure di equitazione classica e/o spagnola. Il futuro di queste due razze equine siciliane, che vedono il Cavallo Siciliano tornato ad essere inserito fra le razze italiane nel febbraio del 2024 dopo un lungo iter, non può che orientarsi verso un loro miglioramento genetico e morfologico in funzione dei loro possibili utilizzi nello sport, nel turismo equestre e anche nelle arti equestri, dove hanno enormi potenzialità in alcuni casi ancora non espresse appieno.
Le attività sportive hanno visto lo svolgersi di gare di dressage e salto FISE, gimkane e dimostrazioni di monta western della Fitetec Ante e una gara d’attacchi. Ha esordito in fiera la disciplina del tiro con l’arco da cavallo, un’antica arte marziale Koshido Budo che richiede disciplina, precisione e capacità equestri d’eccellenza, dovendo gli atleti scoccare le loro frecce verso i bersagli cavalcando cavalli lanciati al galoppo.
In aree dedicate non sono mancate delle attività divulgative ed educative rivolte ai più piccoli e a chi voleva avvicinarsi all’equitazione, con battesimi della sella e giochi e attività d’approccio al cavallo.
I convegni. Nella sala conferenze si sono tenuti degli interessanti convegni a tema equestre. “IN CAMMINO CON L’ASINO: Prospettive del turismo a piedi con l'utilizzo dell'asino” e “Il ruolo del cavallo nella società contemporanea” sono stati tenuti dall’ ENGEA. “Nuove tecniche riabilitative nelle neurodivergenze. Gli IAA: sviluppi e pratiche” è stato organizzato da Istituto Incremento Ippico in collaborazione con il Dott. Michele Marconi e C.I Athenarum.
Arti e cavalli. Ogni sera, il gran finale è stato l’eccellente spettacolo equestre “D’Amore e di Nebbia, isola di uomini e cavalli”, ideato e diretto da Giuseppe Cimarosa. Ben 21 artisti a cavallo, danzatori, attori e musicisti e molte comparse hanno dato vita a una nuova creazione dove teatro, arte equestre, danza e musica hanno voluto creare uno spettacolo contemporaneo che mischia l’espressività del movimento dell’attore con quella del cavallo, il fluire armonico della danza e delle note della musica con sonorità tradizionali e liriche d’ atmosfera, per sedurre il pubblico dal confronto e dalla sovrapposizione di diverse forme d’arte che, tutte insieme, raccontano nei suoi diversi quadri una Sicilia incontaminata in quella che ancora è la sua immagine tradizionale.
Un’isola abitata, come afferma l’autore nella sua presentazione dello spettacolo, “da un popolo forte di vitalità e d’amore ma anche tormentato dalle nebbie dei prepotenti, combattuto nella sua identità fatta di differenti facce ma capace di reagire e rendersi ancora meritevole del posto in cui vive”. Nonostante tutto, aggiungiamo noi. Particolarmente spettacolare la scena di massa in cui due cavalli, in una sarabanda di costumi, suoni e colori, saltano come fosse un ostacolo un lenzuolo steso da alcune popolane: un connubio d’eccezione di arte e di sport equestri.
Unica nota stonata dei tre giorni di Ambelia? Il caldo torrido opprimente per cavalli e partecipanti. Con i cambiamenti climatici in atto, speriamo che le future fiere del cavallo mediterraneo si svolgano… ad aprile o ad ottobre, mai nei mesi di mezzo.